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 2014  giugno 21 Sabato calendario

TUTTI I FIGLI DI MISTER TENNIS


[Nick Bollettieri]

Finalmente si sono decisi: il prossimo 12 luglio, Nick Bollettieri entrerà nella Hall of Fame di Newport, Rhode Island. Il mitico coach americano, figlio di immigrati italiani, era già stato candidato nel 2010 e nel 2012, ma lo avevano bocciato. Per entrare nella galleria degli immortali della racchetta, dice il regolamento, bisogna aver dato “un importante contributo nella crescita e nella reputazione del tennis come giornalista, coach, dirigente o ufficiale di gara”. E chi meglio di lui rispetta questo requisito? Il vecchio Nick, 83 anni il 31 luglio, ha reinventato il modo di insegnare tennis ad alto livello. È cresciuto a Pelham, a due passi da New York, in un quartiere multietnico dove i soli sport conosciuti erano soccer e football. Il padre sognava per lui una carriera da avvocato, ma nel suo destino il giovane Nick vedeva solo il tennis. Abbandonata dopo tre mesi la facoltà di Giurisprudenza di Miami, iniziò a insegnare su un campo pubblico di North Miami Beach. All’epoca intascava tre dollari all’ora, adesso ne prende 300 volte tanto.
Il vero miracolo cominciò nel 1978, anno di fondazione della Nick Bollettieri Tennis Academy su un terreno di 40 acri, a Bradenton, Florida, destinata a diventare la più importante accademia e fucina di campioni nella storia del tennis. Andre Agassi, Jim Courier, Monica Seles, Maria Sharapova, Marcelo Rios e Anna Kournikova sono solo alcuni dei campioni forgiati da Nick. Per brevi periodi sono transitati anche Boris Becker, Martina Hingis e le sorelle Williams. Un successo travolgente al punto che nell’87, dopo nemmeno dieci anni di attività, l’Academy venne rilevata dal colosso Img (anche se Nick continua ancora ad avere un ruolo attivo e importante).
La sua giornata tipo è impressionante: sveglia alle 4.45 (avete letto bene, 4 e 45: il nostro Gianluigi Quinzi, altro baby fenomeno cresciuto da Bollettieri, ricorda perfettamente gli allenamenti delle 6.30) e subito 150 addominali sulla palla medica. Un po’ di sollevamento pesi poi, alle 6, subito in campo. Insegna tennis fino alle 11.30, quindi si concede un pranzo – rigorosamente di lavoro – presso il South Philly Cheese Steak Cafè, il suo locale preferito. Una volta finito, torna in campo dalle 13 alle 17. A fine giornata, il relax consiste in qualche buca di golf. Di sera si rimette davanti al computer, risponde alle mail, prenota i campi e scrive articoli per onorare le sue varie collaborazioni. Si addormenta alle 23.30 davanti alla tv, spesso mentre sta osservando un match di tennis. Una dedizione totale, molto apprezzata dai suoi ex atleti: Jim Courier e Monica Seles gli riconoscono grandi meriti per i loro Slam e lo stesso Andre Agassi, con il quale ha rotto malamente, si è comunque attivato con passione per farlo entrare nella Hall of Fame.
Bollettieri non fu un grande giocatore (qualcuno ironizza sul fatto che non sappia quasi giocare), ma il tennis è andato esattamente nella direzione da lui teorizzata. Nei primi Anni 80 ideò il tennis “corri e tira”, oggi diventato l’unico stile possibile. Anche la sua Accademia si è sviluppata e oggi si estende su un terreno di 450 acri e offre lavoro a 650 persone. Ci sono 55 campi da tennis in tutte le superfici e 700 atleti-studenti a tempo pieno. In media, transitano lì circa 30 mila persone all’anno tra atleti, allenatori e visitatori.
Importante è il legame di Bollettieri con l’Italia. Due delle nostre più importanti giocatrici sono passate da lui: Raffaella Reggi gettò le basi per una carriera che l’avrebbe condotta tra le top 15 e Sara Errani transitò a Bradenton quando aveva solo 12 anni. In quel periodo comprese i sacrifici e le fatiche cui avrebbe dovuto sottoporsi per poter diventare una campionessa. Dopotutto Nick è sempre stato fiero delle sue origini italiane: si è sposato otto volte e ha sempre scelto Capri per i suoi viaggi di nozze. È stato così anche con Cindi, la sua attuale moglie che ne ha dato la definizione ideale, paragonandolo a Peter Pan: «È eternamente giovane. Quando l’ho sposato sapevo bene che io sarei stata l’amante: lui ha già sposato la sua Accademia». E, a quasi 83 anni, non ha nessuna intenzione di lasciarla.