l’Unità 23/6/2014, 23 giugno 2014
PORTE, AUTOSTRADE, ACQUA, ISOLE: AAA GRECIA VENDESI
Isole paradisiache come quella di Elafonisos e, poi porti, aeroporti, strade, anche acquedotti. Tutto è in vendita in Grecia. Si privatizza per fare cassa. È duro l’impegno preso dal governo di Atene con l’Unione europea, la Banca centrale europea e il Fondo Monetario internazionale (la troika) intervenuti per salvare il Paese dalla bancarotta: dalle privatizzazioni devono essere recuperati non meno di 22,3 milioni di euro e il tutto entro il 2020.
Così fa impressione l’elenco dei «beni» censiti che dovrebbero essere posti in vendita: 38 aeroporti, dodici porti, la compagnia elettrica, quella del gas, le ferrovie, le poste, l’Hellenic Petroleum, quattro centri termali, 700 km di autostrade, un centinaio di porti turistici, hotel, un castello neogotico da 2.000 mq sull’isola di Corfù e centinaia di ettari in prossimità di spiagge magnifiche. Lo scrive il quotidiano francese Liberation, ma è tutto verificabile sul sito dell’Ente ellenico per la valorizzazione delle proprietà dello Stato (Taiped).
Ma è un percorso non poi così facile. Vi sono vincoli sociali con cui misurarsi, perché la privatizzazione di alcuni servizi può mettere a rischio l’interesse pubblico, come quello della fornitura dell’acqua. Lo si è visto con il tentativo di cessione alla società francese Suez della «compagnia d’acqua di Atene». È stata bloccata dal veto del Consiglio di Stato, perché la logica del profitto potrebbe mettere in discussione la qualità e la continuità di quanto è stato sino ad oggi assicurato agli utenti. Una decisione che potrebbe mettere in forse la già avviata privatizzazione dell’acquedotto di Salonicco, la seconda città della Grecia.
Tra i dossier caldi vi sono la gestione privata del porto del Pireo, dell’aeroporto d’Atene e del monopolio dell’elettricità. Se nei mesi scorsi vi sono stati investitori stranieri – come la russa Gazprom interessata ad acquisire la compagnia del gas Depa – che hanno fatto marcia indietro, chi appare ben determinato a stringere accordi commerciali con la Grecia, è la Cina. Una volontà riconfermata nei giorni scorsi dal primo ministro cinese Li Keqiang in visita al suo omologo greco, Samaras. Sul tavolo, tra l’altro, il controllo da parte di Pechino del porto del Pireo, il più importante della Grecia e tra i primi cento per traffico di container al mondo. La società cinese Cosco (leader mondiale della logistica e del trasporto su navi di container) già dal 2010 ha la concessione per 35 anni di due dei tre terminal merci del porto. Un controllo totale sarebbe strategico per la grande potenza asiatica. Le ragioni le ha spiegate lo stesso premier cinese. «Il porto del Pireo può diventare la porta di ingresso della Cina in Europa. È come la perla del Mediterraneo». «È uno dei porti più competitivi al mondo» ha aggiunto Li Keqiang, che insieme a Samaras ha inaugurato un collegamento su rotaie che trasporterà le merci dai terminal Cosco all’Europa centrale. «L’80% degli scambi import-export fra la Cina e l’Europa si svolge via mare e l’utilizzo del Pireo – ha osservato – ha ridotto da 11 a sette giorni la durata dei viaggi attraverso il canale di Suez». L’altro punto sottolineato è stato il numero di posti di lavoro per la popolazione greca creati dal «progetto Cosco». Ma non si ferma al Pireo l’interesse di Pechino alla Grecia. Nel corso degli incontri tra le due delegazioni sono stati firmati 19 accordi commerciali per 6,5 miliardi di dollari e altri investimenti sono previsti. Quelli siglati vanno dalle partecipazioni alle attività portuali e cantieristiche elleniche a quelle sulla flotta commerciale greca che da sola rappresenta circa un quinto di quella mondiale. Altre intese riguardano le telecomunicazioni e addirittura una partecipazione nella quota della società di produzione greca dell’olio di oliva.
Questi accordi, per Pechino all’insegna della filosofia del «mutuo vantaggio», potrebbero rappresentare una boccata d’ossigeno per l’economia della Grecia che ha un grande bisogno di attirare investimenti stranieri. «La Grecia è ora affidabile e rappresenta una destinazione di investimento molto attraente», ha detto Samaras. «Grazie ai sacrifici del popolo greco e grazie al sostegno dei nostri amici e partner, la Grecia oggi sta riemergendo dopo la dolorosa crisi degli ultimi cinque anni», ha aggiunto. E Li Keqiang ha sottolineato come la Cina abbia avuto fiducia nelle possibilità della Grecia di superare la crisi del debito pubblico per assicurare che «Pechino è pronta a partecipare all’asta di nuovi titoli di Stato greci», restando «un investitore responsabile e sul lungo periodo».
#iostoconlunita