Giuseppe D’Avanzo, Il Tempo 22/6/2014, 22 giugno 2014
L’AEROPORTO DI FIUMICINO DA IERI È APERTO AL TRAFFICO
Dopo dieci anni e mezzo di lavoro, di polemiche, di forzate interruzioni e di inutili lungaggini d’ogni genere, Roma ha il suo grande (tutto è relativo...) aeroporto intercontinentale, bene o male, funzionante. Ieri mattina, alla presenza del Vice Presidente del Consiglio sen. Piccioni, il Ministro dei LL.PP. Zaccagnini ha formalmente consegnato il nuovo aeroporto al Ministro della Difesa, in quanto almeno per il momento (come l’on. Andreotti ha tenuto a precisare) la responsabilità per l’Aviazione Civile rimane all’Aeronautica Militare la quale da oggi «gestisce» il nuovo aeroscafo.
Il primo aeroplano ad atterrare a Fiumicino, dopo la formale apertura al traffico,è stato il bimotore con cui l’on. Gronchi, alle 18,20, ha fatto ritorno da Napoli. Prima di lasciare il campo di aviazione, il Presidente della, Repubblica ha assistito allo scoprimento della grande statua di Leonardo da Vinci posta all’ingresso dell’aeroporto. Un «Leonardo da Vinci» i cui pugni apparentemente hanno proporzioni tali da poter essere più verosimilmente attribuiti a Joe Louis o a Carnera. Ma il fatto, dal punto di vista aeronautico, è del tutto insignificante.
Converrà invece ricordare che al nuovo aeroporto si accede dall’autostrada Roma-Ostia per la vecchia via della Scafa, la cui larghezza è stata più che triplicata. Superato il ponte sul Tevere la nuova arteria prosegue su un viadotto in cemento armato che supera il Canale navigabile, la via Portuense e la ferrovia Roma Fiumicino. Questa opera è ultimata e funzionante ed immette direttamente nell’area aeroportuale. È sperabile che in futuro le responsabili autorità abbiano cura di sviluppare l’arborico1tura nell’ampia zona, prevalentemente destinata a posteggi per auto, compresa fra la ferrovia, gli hangar, l’aerostazione e le caserme; malgrado il policromo effetto delle solite bandiere, ieri mattina, infatti, il comprensorio aveva un aspetto prettamente sahariano...
In attesa dell’arrivo dei due Ministri gli invitati hanno avuto agio di ficcare il naso un poco dovunque nel grande aeroporto. Moltissimi si sono sbizzarriti a percorrere le due piste nella speranza di poter vedere le famose spaccature che rivelerebbero una preoccupante tendenza delle piste stesse ad abbassarsi nel sottosuolo. Tuttavia pare che nessuno dei tanti volonterosi ricercatori sia riuscito a localizzare quelle «crepe» per la cui esistenza, qualcuno aveva detto nei giorni scorsi, l’aeroporto non sarebbe mai stato aperto al traffico.
E, quasi specificamente per provare il contrario, pochi minuti prima dell’inizio della cerimonia è atterrato sulla pista sospetta un campionario dei velivoli che costituiscono la flotta dell’«Alitalia», - compreso un quadrigetto «DC-8».
Quanto alle rimanenti opere aeroportuali, il complesso si può paragonare ad un principesco appartamento, il cui acquirente abbia voluto fare intonacare e arredare in fretta e furia una cameretta per dormire ed una per soggiornare, allo scopo di meglio controllare l’andamento del lavoro di rifinitura degli altri vani. Comunque i servizi indispensabili per una ridotta mole di traffico non mancano: la grande aerostazione per circa un terzo della capienza è in grado di funzionare, anche i servizi di polizia e di dogana sono stati organizzati, i Passistenza e il controllo al traffico nel circuito aeroportuale è disimpegnato da un complesso che fa capo ad una torre di controllo provvisoria: insomma esiste l’indispensabile per cominciare.
Dopo la benedizione, impartita dal Cardinale Tisserant, ha preso la parola il Ministro Zaccagnini, il quale ha riassunto le varie fasi dei lavori per la costruzione del complesso aeroportuale che finora è venuto a costare 31 miliardi di lire (per farlo funzionare al previsto ritmo di 400 movimenti al giorno, occorreranno altri cinque miliardi).
Ha poi parlato il Ministro della Difesa, l’on. Andreotti, dopo aver ringraziato il Ministro dei LLPP, e pronunciato espressioni di circostanza, ha fatto alcune iml portanti dichiarazioni che, per chiarezza cosi riassumiamo: forzando i tempi, sarebbe stato possibile fare in modo che, per le Olimpiadi, una notevole percentuale del traffico che fa capo a Ciampino fosse dirottato sul nuovo aeroporto. Il Ministro della Difesa ha preferito destinare a Fiumicino solo gli aerei dei voli «charter» (cioè linee non regolari) nei momenti di maggior traffico a Ciampino pergarantire la maggior sicurezza comportata da impianti più sperimentati e per non privare i romani di una delle due vie che collegano la Capitale alle sue spiagge più vicine, Ostia e Castelfusano.
Lascarsità, di collegamenti disponibili fra l’aeroporto e Roma, in caso di maggiore utilizzazione dell’aeroporto stesso, avrebbe congestionato preoccupantemente la Via del Mare. Fra qualche giorno è, comunque, previsto l’ arrivo dei primi aerei con passeggeri, provenienti dall’estero, sul nuovo aeroporto.
Superato il «rodaggio» iniziale, comportato dal traffico olimpionico straordinario, a cominciare dal 1° novembre p.v., con l’entrata in funzione degli orari aerei invernali, le compagnie aeree regolari cominceranno a trasferirsi a Fiumicino che, gradatamente, assorbirà grandissima parte del traffico di Ciampino; in concomitanza al progressivo aumento del traffico, verranno potenziati e sviluppati i vari servizi.
Il Ministro ha nuovamente sottolineato il problema dei collegamenti stradali, ha espresso la speranza, che sia presto realizzato anche l’annunciato raccordo ferroviario celere ed ha accennato ad un servizio di elicotteri che potrebbe fare scalo in un eliporto al Castro Pretorio; in attesa che l’Aviazione Civile abbia il suo definitivo ordinamento, l’aeronautica Militare continuerà ad addossarsi l’onere per l’esercenza dell’aeroporto. Si tratta di un onere che i militari son pronti a cedere ad un eventuale consorzio costituito fra gli enti locali.
Con sottile ironia, Andreotti ha detto che se si verificasse un’eventualità del genere lo Stato dovrà prepararsi a sovvenzionare detto ente per coprirne il deficit...
Dopo una breve visita all’aerostazione, le autorità, tra le quali ricordiamo il Sottosegretario Bovetti, i Capi di Stato Maggiore delle tre Armi, il Segretario Generale dell’Aeronautica e molti altri funzionari, alti ufficiali, dirigenti di compagnie aeree ed esponenti dell’industria hanno preso la strada di Roma.
Il Ministro Zaccagnini è tornato in città con un elicottero militare: è ancora l’unico modo per evitare la grottesca «maginot» di sensi unici e direzioni vietate, la quale a San Paolo ed all’EUR costituisce il maggior ostacolo ai collegamenti che, per il nuovo aeroporto, uniscono(o meglio, uniranno) Roma alle più lontane parti del mondo.
Giuseppe D’Avanzo