Corriere della Sera 22/6/2014, 22 giugno 2014
L’INDIA CANCELLA L’INGLESE DAI DOCUMENTI UFFICIALI
Le lingue riconosciute in India sono ventidue. Lo dice la Costituzione. Un pluralismo persino eccessivo, secondo alcuni. Ma a oltre sessant’anni dalla fine della dominazione britannica l’inglese resta ancora la lingua franca di questo immenso Paese. Forse, ancora per poco. Il primo ministro Narendra Modi, infatti, ha deciso di sostituirlo con l’hindi in tutti i documenti ufficiali. Una scelta dal sapore politico. Forse una vendetta contro i media anglofoni che durante la campagna elettorale avrebbero sostenuto il Partito del Congresso, rivale di Modi. La scelta di azzerare l’inglese sarebbe ancora più drastica se, come ha promesso il primo ministro, il prossimo passo fosse di imporre l’uso dell’idioma hindi anche sui social network. La scelta sta già provocando reazioni e polemiche. L’inglese, di fatto, è la lingua ufficiale dell’India. Tutti i funzionari pubblici lo usano da sempre senza percepirlo come un retaggio dell’antica dominazione. Senza tener conto di quello che succederà anche a livello logistico. Il rischio, almeno nei primi tempi, è quello di una paralisi dell’intera macchina burocratica. I funzionari saranno costretti a usare la scrittura devanagari , derivata dall’antico sanscrito. L’iniziativa, secondo le prime anticipazioni, riguarderà solamente alcune zone dell’India settentrionale. Sono già nati gruppi di pressione per costringere Modi a una marcia indietro almeno per quanto riguarda i social network. In altri Paesi dell’ex impero britannico, come il Sudafrica, l’inglese è stato mantenuto come lingua ufficiale, insieme ad altri idiomi.