Maria Teresa Cometto, Corriere Economia 23/6/2014, 23 giugno 2014
VICE, L’EX PUNK HA UNO SQUALO PER AMICO
Da teenager era un punk con una vita spericolata e più di un amico morto per overdose . Ora guida un gruppo di media online valutato 2 miliardi di dollari. È la storia di Shane Smith, il 44enne canadese che 20 anni fa aveva fondato la rivista musicale alternativa Vice (letteralmente «vizio, cattiva abitudine») e adesso è corteggiato dai maggiori protagonisti americani del mondo dell’editoria, della televisione e di Internet.
Suo socio è già Rupert Murdoch — azionista al 5% dall’anno scorso — e in questi giorni, secondo indiscrezioni di mercato, Time Warner sta trattando l’acquisto del 30% della sua società per una valutazione complessiva di poco inferiore ai 2,5 miliardi di dollari della capitalizzazione di Borsa di Time Inc., la casa editrice delle riviste Time , People e Sports Illustrated diventata indipendente lo scorso 6 giugno. Dismessa la carta stampata, Time Warner si sta concentrando sulla produzione di film con il marchio Warner Bros e la gestione di canali tv come Cnn e Hbo. Proprio quest’ultimo canale premium ospita già un programma settimanale di news creato da Vice : «storie sorprendenti e all’avanguardia da tutto il mondo», come promette la pubblicità della serie, alla sua seconda stagione.
Prospettive allettanti
A Time Warner, alla 21st Century Fox di Murdoch e a tutti gli altri gruppi che corteggiano Smith — da Hearst a Condé Nast, da Bertelsmann fino a Google — interessano i 20-30enni seguaci di Vice : la cosiddetta generazione Y, cruciale per il business della pubblicità perché dopo il tramonto dei baby boomer rappresenta la fascia di pubblico più numerosa e con più soldi da spendere. «Chi ha sentito parlare di Vice Media ? Selvaggio, interessante sforzo di coinvolgere i millenial che non leggono né guardano i vecchi media. Successo globale», aveva scritto su Twitter Murdoch appena dopo aver visitato il suo quartier generale a Williamsburg, l’area più «alternativa« di Brooklyn, New York. Barbuto e tatuato come si conviene in quel quartiere, Smith ha raccontato al Financial Times di aver portato «lo Squalo» in un bar e averlo fatto ubriacare con la tequila, un particolare non sorprendente vista la fama di forte bevitore e crapulone che accompagna il fondatore di Vice . Poi ha accettato di avere 21st Century Fox come socio al 5% in cambio di un investimento da 70 milioni di dollari.
Nato a Ottawa nel 1970, figlio di un programmatore di computer e di una assistente di studio legale, Smith si è laureato in Scienze politiche alla Carleton university della capitale canadese. La sua passione fin da ragazzo è stata il giornalismo: a 19 anni è andato in Yugoslavia dov’era scoppiata la guerra «per avere un po’ d’avventura e poterne scrivere» e da lì si è spostato in Bulgaria, dove oltre a lavorare da freelance per il Budapest Sun e per Reuters arrotondava speculando sulle valute. Tornato in Canada, nel ’94 ha fondato a Montreal la rivista Vice con due amici, Suroosh Alvi — che è tuttora suo partner — e Gavin McInnes, che ha lasciato il gruppo nel 2007 per «differenze creative».
Carta e web
Dalla carta al web, e dal Canada a New York dove si è trasferito nel 2001, Smith ha avuto l’istinto giusto di puntare subito sui video e di farlo con uno stile giornalistico da lui definito «di immersione»: lui e i suoi colleghi raccontano le storie in prima persona, con un approccio diretto ed emotivo molto diverso dal tradizionale reportage distaccato e «obbiettivo». Nella prima puntata della serie su Hbo andata in onda l’anno scorso, per esempio, lo stesso Smith va in Afghanistan a intervistare ragazzini reclutati dai talebani per diventare bombaroli suicidi con la promessa di andare in paradiso e arricchire le loro famiglie, e alla fine lo si vede commosso con le lacrime agli occhi. Surreale, controverso e seguitissimo online è stato lo scoop sul campione di basket Dennis Rodman che ha giocato con i Globe Trotters in Corea del Nord incontrando il dittatore Kim Jong Un.
A consigliare Smith sulla strategia video dal 2007 sono due amici e partner molto esperti nel settore: Tom Freston, ex capo di Viacom e sviluppatore del canale tv giovanile Mtv; e il regista Spike Jonze, famoso per la serie Jackass . Così Vice è stata scelta da Google nel 2012 come uno dei primi canali tv di YouTube e oggi le sue produzioni sono fra le più popolari del sito.
Il gruppo Vice sta continuando a crescere: opera in 36 Paesi compresa l’Italia; impiega oltre 800 dipendenti e 3 mila collaboratori, con un’età media di 25 anni fra i giornalisti; ha anche un’agenzia pubblicitaria interna che lavora con clienti del calibro di Vodafone, Nike, Intel. Quest’ultima è lo sponsor unico di uno dei nove canali verticali del gruppo, Creators Project , dedicato all’arte. Smith dichiara di essere in attivo e di voler raggiungere 500 milioni di fatturato quest’anno, con un margine di profitto del 25%. «Voglio che Vice sia la prossima Mtv, Espn e Cnn tutt’insieme e dieci volte tanto», ha detto in più occasioni Smith. Se va in porto l’affare con Time Warner è sulla buona strada.