Caterina Maniaci, Libero 21/6/2014, 21 giugno 2014
RENZI DÀ 80 EURO A NOI E 240 AI GALEOTTI
ROMA Risarcimenti ai detenuti che hanno vissuto o vivono in celle e spazi al di sotto dei tre metri, dunque in condizioni definibili disumane e per questo hanno fatto ricorso alla Corte dei diritti dell’uomo a Strasburgo: il Consiglio dei ministri ha dato il via libero al decreto d’urgenza che li sancisce. E stabilisce il prezzo per risarcire: 8 euro al giorno, che in un mese fanno 240 euro. La misura rientra fra quelle che il Consiglio d’Europa ha vagliato e approvato a inizio giugno, quando ha esaminato le misure messe in campo contro il sovraffollamento per rispondere alle richieste imposte dalla stessa Corte di Strasburgo, dopo la condanna pronunciata nei confronti dell’Italia nel gennaio 2013, per quella è conosciuta come la «sentenza Torregiani», in violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani.
Il testo, su proposta del premier Matteo Renzi e del ministro della Giustizia Andrea Orlando, prevede per le persone ancora detenute uno sconto di pena pari a un giorno ogni dieci vissuto in celle troppo piccole, mentre per chi è già uscito dal carcere un risarcimento di 8 euro per ogni giornata di detenzione trascorsa in condizioni non conformi alle indicazioni della Corte dei diritti dell’Uomo e tali da determinare, appunto, il «trattamento disumano e degradante». Solo i ricorrenti hanno diritto ai benefici del decreto. I ricorrenti a Strasburgo sono stati circa 6.000. Di questi ricorsi, ne sono stati accolti circa la metà: 3.000. Tutti loro, a seconda se ex o attuali carcerati, avranno diritto agli 8 euro al giorno o allo sconto della pena. Difficile stabilire la permanenza media in carcere. La copertura massima prevista dal provvedimento è di 10 milioni di euro. Non potranno aggiungersi altri ricorsi degli ex detenuti, perché hanno 6 mesi di tempo per farlo una volta scarcerati, e 6 mesi fa le carceri italiane erano tornate in regola sotto il profilo del sovraffollamento, secondo quando afferma il governo. Potrebbero ricorrere i detenuti ancora carcerati, ma sono ritenuti numeri esigui. Non è semplice neppure fare un calcolo su quanto potrebbe costare alle casse dello Stato l’applicazione del decreto. Ma per restare nel calcolo delle ipotesi, secondo i dati ufficiali, i detenuti in «eccedenza» sono circa 12.000, 1.000 giorni (2-3 anni di permanenza media), per un totale di 12 milioni di mon-
te giorni. Che moltiplicato per 8 euro al giorno fa 96 milioni di euro.
Il governo ribatte che se non fosse stato individuato questo che viene definito «rimedio interno» e Strasburgo avesse dovuto procedere in maniera autonoma, la cifra da pagare sarebbe stata doppia. Basti ricordare che i giudici europei hanno condannato l’Italia al pagamento nei confronti dei 7 ricorrenti con la sentenza Torreggiani, di somme comprese tra i 10.600 e i 23.500 euro, cifra quest’ultima quantificata per un periodo di detenzione di 3 anni e 3 mesi. Da ricordare che la sentenza riguarda sette ricorsi depositati tra il 2009 e il 2010 da altrettanti detenuti, tre italiani, due marocchini, uno ivoriano e uno albanese, che lamentavano di aver subito un trattamento inumano e degradante. Erano stati detenuti in celle di nove metri quadrati, da condividere con altre due persone, per periodi che andavano da 14 a 54 mesi, tra il 2006 e il 2011.
Per fare capire meglio, l’iter per rientrare nel complesso meccanismo del risarcimento prevede che il detenuto che ritiene di vivere in condizioni disumane presenta il suo reclamo al magistrato di sorveglianza; se non viene accolto il detenuto lo presenta al Tribunale di sorveglianza; si passa poi alla Cassazione. Infine il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’Uomo.
Il sovraffollamento dei penitenziari è purtroppo un dato di fatto: 145,4 numero di detenuti reclusi in Italia a fronte di 100 posti «regolari»: la media europea è di 98 reclusi ogni 100 posti ufficialmente previsti. In Europa soltanto in Serbia la situazione è peggiore. Stando agli ultimi dati del Dap (il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria)attualmente sono presenti in Italia 60.167 carcerati a fronte di una capienza a pieno regime di 48.309 posti «a norma». Si deduce che i detenuti in eccesso nelle nostre carceri siano 11.858, come indicato sopra, nel nostro calcolo ipotetico.
Una domanda si impone: questo decreto migliorerà o meno la situazione? A ben guardare, probabilmente no, visto che concretamente non si incide sul problema del sovraffollamento carcerario, mentre potrebbe causare un ulteriore «ingorgo giudiziario»: è facile ipotizzare, infatti, che i magistrati di sorveglianza saranno sommersi di reclami da parte dei detenuti che vorranno far partire l’iter del ricorso, con ulteriori ritardi, per non dire paralisi, del sistema giudiziario.