Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  giugno 21 Sabato calendario

SVELATI I SEGRETI DI UN CAPOLAVORO


Quando Napoleone e Hitler l’hanno portato via, e forse non c’è stato altro capolavoro rubato da entrambi, ignoravano che, nella realtà, stavano trafugando un’opera all’80 per cento ridipinta, chissà da chi e chissà perché, ad inizio Seicento. L’Agnello mistico di Hubert e Jan Van Eyck, un impressionante polittico di 20 pannelli (tra la fronte ed il retro), largo quasi quattro metri ed alto due e mezzo, soltanto adesso svela i suoi segreti, 590 anni dopo che è stato creato: un restauro lungo cinque anni che forse non finirà nemmeno nel 2017, un milione e mezzo di spesa, sta raccontandone parecchi dettagli finora ignoti, e chissà se riuscirà anche a dissolvere alcuni tra i numerosi misteri che ancora circondano quest’opera «immensamente preziosa e stupendamente bella», come disse subito Albrecht Dürer.
LA SORPRESA
«Abbiamo cominciato dagli otto pannelli del retro, quelli che si vedevano quando il polittico è chiuso», racconta a Gand Livia Depuydt-Elbaum, responsabile del progetto; lo dice in un laboratorio sorto apposta al museo delle Belle arti, dietro un vetro perché chiunque possa ammirare, e perché il capolavoro (sempre esposto in cattedrale quanto non è in restauro) non avrebbe mai potuto abbandonare la città. «E abbiamo trovato subito due grandissime sorprese. Che i quattro quinti erano stati ridipinti; e che, sotto, c’era ancora la pittura originale». Lo hanno appurato con dei sistemi assolutamente innovativi, messi a punto da due università: a Gand, un microscopio a tre dimensioni, 2.500 ingrandimenti; ad Anversa, una fluorescenza a raggi X. Quindi, pulitura certosina, bisturi e microscopio. Dieci restauratori al lavoro, dietro questa vetrata che desta le curiosità infinite.
LE SCOPERTE
«Scoperte eccezionali, assolutamente spettacolari». Si erano perduti i mille preziosismi dell’arte di Van Eyck. I dipinti, ora, non sono più appiattiti: possiedono effetti e volumi impressionanti. «È stato il primo a suggerire l’illusione di un mondo a tre dimensioni su una superficie piatta, che di dimensioni ne possedeva solanto due». Lo spazio nero dietro alla donatrice, oggi mostra l’angolo di un muro; ma perfino una tela di ragno: che vorrà dire? Le statue dei due San Giovanni denunciano la loro filiazione da quelle antiche in marmo. Le architetture e le pieghe delle vesti restituiscono profondità alle scene; il tutto è sensibilmente più chiaro e luminoso. «Rinasce la qualità, che adesso dimostra di essere stata unica, almeno a quei tempi». La policromia, ed è rarissimo, è saltata di nuovo fuori anche nelle cornici, che sembravano di legno bruno, assai scuro; invece no: volevano rassomigliare al marmo, e far risaltare ancora di più la composizione.
TANTO TRAVAGLIO
«Le ridipinture storiche, di solito non si rimuovono; però in questo caso, la comprovata esistenza, senza lacune, di ciò che i due Van Eyck avevano creato, ha suggerito questa eccezione; e possiamo dire che sta dando i propri frutti, assai rigogliosi». Attorno al progetto, uno tra i maggiori restauri in corso nel mondo, sono nate altre imprese: una indagine su 13 dipinti di Van Eyck in otto musei europei (in Italia ci sono solo, a Torino, i fogli delle giovanili Ore), e su quattro nei due belgi: si chiama Verona, ma è solo un acronimo; il sito dell’istituto di restauro belga, responsabile dell’impresa, con immagini strepitose: finora ha caricato cento miliardi di pixel. Per un capolavoro dell’arte ovunque e di sempre, colpito in passato da mille traversie. I furti di Napoleone e Hitler; parti vendute a un mercante e destinate al re di Prussia; altre ruberie (e una tavola non è più stata ritrovata), accuse d’oscenità e rimozione dei nudi di Adamo e Eva. Ma ora, un restauri dei più “monstre” mai intrapresi. Svelerà anche i misteri? Perché attorno all’Agnello mistico, polittico un tempo aperto solo nelle festività, ne restano ancora tanti.