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 2014  giugno 21 Sabato calendario

PANIZ: “È COLPA DI GHEDINI”

[Intervista] –

Maurizio Paniz, fedele alla linea. Oggi avvocato di Valter Lavitola, ieri parlamentare berlusconiano, non mette in discussione l’affetto per il vecchio leader. Nemmeno quando è proprio Silvio a rimproverarlo in modo plateale: secondo il Corriere della Sera giovedì, durante l’udienza di Napoli, l’ex premier l’avrebbe messo a tacere con un “aspetta, lasciami finire”. Paniz smentisce: “Quelle parole Berlusconi non le ha mai pronunciate. Sono frutto della malizia della giornalista del Corriere”.
In compenso ha detto che la magistratura è “incotrollata, incontrollabile e irresponsabile”.
La mia cultura personale mi impedisce di sposare questo tipo di considerazioni. Ho molto rispetto della magistratura e mi trovo benissimo al tribunale di Napoli, sono molto corretti.
Non sarà mica Silvio, in questo periodo, a essere “incontrollabile”?
Ma no, io l’ho trovato molto sereno. La sua deposizione fino a quel momento era stata ineccepibile: aveva risposto a tutte le domande. Poi si è innervosito e ha reagito con un’espressione che fa parte del suo modo di essere e di pensare.
È un periodaccio. La condanna, Cesano Boscone, il flop elettorale, Lavitola, Ruby...
Vede, penso che in tutte le cose ci sia un inizio e una fine. Mi dispiace quando un uomo non raccoglie i frutti del suo impegno: Berlusconi per l’Italia ha dato tutto.
Quanto è struggente il suo declino visto da lontano, fuori dal Parlamento?
Sono stato onorato di essere un parlamentare di Forza Italia e del Pdl (per tre legislature, ndr). Poi qualcuno ha ritenuto che non fossi più utile alla causa.
Chi?
L’onorevole Ghedini.
Lo stesso con cui le tocca dividere l’aula del Tribunale di Napoli. Riesce a mantenere la calma?
Io non mi scompongo per niente, sono tranquillissimo. Ma penso che uno dei pochi errori di Berlusconi sia stato circondarsi delle persone sbagliate. Ghedini faceva bene l’avvocato: quel lavoro bastava e avanzava.
(Inizia la partita dell’Italia, Paniz freme e dà appuntamento all’intervallo. Dopo 45 minuti è di nuovo al telefono: “Balotelli ha mancato una rete mastodontica, ma io toglierei Motta. Verratti? No, metterei Cassano”)
Dicevamo: Silvio si divide tra i malati di Alzheimer e l’appello per sfruttamento della prostituzione...
Ripeto, la vita è fatta così: alti e bassi. Ma non tutto è perduto.
C’è ancora speranza?
Basta inventarsi un leader. Come Marina, per esempio.
Con lei tornerebbe a candidarsi?
Se ci fossero le giuste condizioni potrei anche “ridiscendere in campo”. Toh, guardi, sta entrando proprio Cassano.

To. Ro., Il Fatto Quotidiano 21/6/2014