Andrea Biondi e Simone Filippetti, Il Sole 24 Ore 21/6/2014, 21 giugno 2014
MEDIASET, SFIDA CON MURDOCH E TELEFONICA
L’estate della pay-tv per Mediaset si gioca su due fronti. Rupert Murdoch, a sorpresa, lancia un affondo in Italia che suona come una sfida al Biscione. Biscione impegnato anche su un altro tavolo: un possibile accordo con Telefonica in Spagna per Digital+. Lo «Squalo» australiano, magnate dei media e «re» del satellite Sky, entra nel digitale terrestre, finora terreno di Mediaset. Una mossa spiazzante, una sorta di dichiarazione di guerra, destinata a scompaginare gli equilibri della pay-tv. E la pay-tv è il nodo anche in Spagna, per il gruppo guidato da PierSilvio Berlusconi. A Madrid, invece, si azzera tutto e si riparte daccapo sulla spinosa questione della pay-tv D+. Sulla piattaforma digitale, Mediaset (per ora) non vende più e Telefonica aspetta. Si proroga di due settimane la decisione. Un rinvio che, a detta dell’agenzia Radiocor, servirà per mettere in piedi un nuovo accordo. La sensazione è che nessuno dei due voglia rinunciare a D+. Da una parte Telefonica ha tentato Mediaset con un’offerta (355 milioni di euro) troppo ghiotta per essere rifiutata: gli spagnoli vogliono liquidare gli italiani e non avere in mezzo azonisti di minoranza. Dall’altra, Mediaset non vuole più mollare la presa sul suo 22% di D+ (come pareva fino a due giorni fa): vendere significherebbe dire addio, oltre che alla Spagna, anche al ben più ambizioso progetto di una pay-tv pan-europea, un polo tv Italia-Spagna con cui ingolosire Al Jazeera, la ricca tv araba interessata a sbarcare in Europa.
Ieri doveva essere il giorno della verità, dopo due mesi di schermaglie, su D+. Il gruppo di Cologno Monzese avrebbe dovuto dire cosa intendeva fare: vendere, rimanere oppure rilanciare. Mediaset era di fronte a un bivio: accettare la generosa offerta spagnola (che avrebbe regalato un tesoretto da oltre 600 milioni in tre mesi). Un rilancio su D+, d’altronde, sarebbe troppo oneroso (anche perché D+ ha bisogno di una ristrutturazione i cui costi sono stimati in un miliardo). Ma alla fine hanno evidentemente prevalso i dubbi industriali. E si va ai supplementari.
Questo mentre Murdoch sigla un accordo che rappresenta un autentico spartiacque e un sicuro grattacapo in più per Mediaset. Secondo Bloomberg, infatti, Sky Italia si prepara a sbarcare in forza sul digitale terrestre. Il tutto in virtù di un accordo raggiunto a maggio con Timb, l’operatore di rete di Telecom Italia, che con i suoi multiplex permetterebbe a Sky di avere la capacità trasmissiva per 5 canali sul digitale. In base all’agreement tra Sky e Timb - della durata di 5-6 anni - la pay tv della galassia Murdoch potrebbe avviare le trasmissioni in un periodo compreso fra il 1° ottobre 2014 e il 30 giugno 2015. Secondo l’agenzia Radiocor a regime il contratto sarebbe superiore ai 20 milioni di euro.
Certo è che Sky è intenzionata a entrare con decisione nell’arena competitiva del digitale terrestre, che in Italia ha in Mediaset Premium il player di riferimento. E lo fa d’intesa con un partner, Telecom, con il quale Sky sta costruendo rapporti sempre più stretti. Lo dimostra senz’altro l’accordo per veicolare contenuti Sky nel 2015, attraverso la rete Telecom.
Altrettanto evidente però è la coincidenza temporale con l’avvicinarsi della giornata decisiva (che dovrebbe essere lunedì) per l’asta da parte della Lega di Serie A dei diritti tv per i campionati 2015-2018. Sky Italia ha presentato un’offerta non solo per il satellite ma anche (e con cifre più alte) per il Dtt. E la tv di Murdoch ha presentato le offerte maggiori sia per il pacchetto A (le 8 migliori squadre via satellite) con 355 milioni, sia per quello B (le 8 migliori squadre via Dtt) con 420 milioni. Mediaset avrebbe viceversa presentato l’offerta più alta per il pacchetto D (le altre 12 squadre, ma in esclusiva) con oltre 300 milioni. In caso di aggiudicazione a Sky dei due pacchetti più pregiati (che per ora non è scontata), il dubbio riguardava la possibilità tecnica di trasmettere sul Dtt. Ieri è arrivata la risposta. Ecco i canali su cui trasmettere.
Andrea Biondi e Simone Filippetti, Il Sole 24 Ore 21/6/2014