Ilario Fiore, Il Tempo 20/6/2014, 20 giugno 2014
MITICO VIAGGIO DEL NAUTILUS SOTTO LE ACQUE DEL POLO NORD
Washington, 8 agosto - Una nuova meravigliosa impresa, di quelle che fanno apparire, con l’immensità degli orizzonti che aprono alle conoscenze umane, ben misere e risibili le querele che dividono i popoli, e le contese per frontiere destinate a scomparire, e per risorse economiche e strumenti di potenza che una intuizione del genio puo rendere vani, si è compiuta nei giorni scorsi, all’insaputa del mondo, nelle profondità dei lontanissimi mari sotto i ghiacci della banchisa polare. Il sottomarino atomico «Nautilus», della Marina degli Stati Uniti, ha compiuto il prima viaggio sottomarino transpolare della storia, attraversando in immersione l’intera calotta polare artica, e il Polo, operando per la prima volta il collegamento, al disotto dei ghiacci, tra toccano Pacifico e l’Oceano Atlantico, ed aprendo in tal modo una nuova strada marittima tra i due emisferi.
L’annunzio è stato dato, con eccezionale solennità, dallo stesso Presidente degli Stati Uniti, nel corso di una conferenza stampa appositamente convocata alla Casa Bianca, e preannunciata, non senza il malizioso intendimento di destare con una, pennellata di mistero, una certa, eccitata curiosità, soltanto col vago accenno a «comunicazioni di particolare importanza» che Eisenhower avrebbe fatto.
La, sala delle conferenze stampa alla Casa Bianca era letteralmente gremita di gente quando, esattamente alle 13,30 1ocali, corrispondenti alle 18,30 in Italia, il Presidente Eisenhower vi ha fatto il suo ingresso, ed ha preso posto nella sua poltrona, a lato alla grande bandiera stellata.
Attendendo l’ingresso del Presidente. i giornalisti avevano notato la presenza di alcune personalità che normalmente non intervengono alle conferenze stampa della Casa Bianca, tra le quali il Segretario di stato alla Marina Tina Thomas. Tra gli altri, un giovane ufficiale, irreprensibile nella sua divisa bianca, aveva destato qualche curiosita. Chi è? Aveva domandato un corrispondente straniero. «Il capitano Nemo» gli aveva risposto con un sorriso significativo i1 funzionario interpellato.
IL CAPITANO NEMO
Era in effetti il capitano Anderson, il comandante del sottomarino che, traducendo in realtà le fantasie di Verne, realizza il miracolo di navigazioni subacquee pressoché illimitate, ed annovera nella perfezione delle sue attrezzature apparecchi altrettanto miracolosi di quelli che il romanziere immaginoso aveva allineato nella sua nave sottomarina.
È stato il capitano Anderson l’eroe della giornata. Quando il Presidente Eisenwhower con parole di estrema semplicità, ma con voce commossa, ha dato l’annunzio della straordinaria impresa che l’ufficiale e i suoi uomini, con i mezzi di suprema perfezione che la scienza e la tecnica americana ha messo a loro disposizione, hanno compiuto, è stato un miracolo se il rigoroso protocollo che ore presiede a questi incontri tra il Presidente degli Stati Uniti e i giornalisti non è stato violato, lasciando libero sfogo al generale entusiasmo.
Il comandante del Nautilus appariva un po’ stanco e disorientato di fronte a tutto quel solenne apparato predisposto per rendergli onore. Aduso ai silenzi, ai misteri, alle meditazioni di una vita che trascorre per giorni e giorni negli abissi delle profondità marine, era evidentemente impressionato di trovarsi, nella Casa Bianca, a lato del Presidente degli Stati Uniti, di fronte ai rappresentanti dell’opinione pubblica di tutto il mondo.
Il Presidente ha dato lettura della motivazione con la quale viene concessa al capitano Anderson una delle più lalte onorificenze militari americane: la Legion of Merit, che in questa occasione è stata attribuita per la prima volta a premio di un’impresa compiuta, in tempo di pace.
«Sotto la sua intrepida guida - diceva la motivazione il Nautilus ha aperto per primo una via, sottomarina tra l’emisfero orientale e quello occidentale. Questa impresa segna una tappa importante per ulteriori esplorazioni e per il possibile uso di questa via, da parte di sommergibili da carico azionati da energia nucleare, intesa come una rotta marittima commerciale tra i principali oceani del mondo».
«Le mie più vive congratulazioni» ha poi detto Eisenhower ad Anderson appuntandogli sul petto la medaglia della Legion of Merit, e lo ha invitato a estendere le sue congratulazioni a tutti i membri dell’equipaggio.
Allineati dietro il Presidente, mentre consegnava l’alta decorazione, erano il Segretario di Stato alla Marina, il comandante delle Forze navali dell’Atlantico ammiraglio Jerault Wright, ed altri ammiragli e generali.
Una citazione analoga, che sottolinea l’importanza del primo viaggio sottomarino sotto la calotta polare, è stata concessa, ha annunciato il Presidente, a tutti gli uomini dell’equipaggio del Nautilus, i quali da ora in poi potranno fregiarsi di uno speciale distintivo con una «N» d’oro.
È difficile dire se per il comandante Anderson sia stata piu faticosa impresa dirigere la navigazione della sua nave sottomarina nelle profondità dell’Oceano Artico, sotto i ghiacci del Polo, oppure affrontare le domande di tutti quei giornalisti adunati nati nella grande sala della Casa Bianca, ai quali lo stesso Presidente aveva dato licenza di intervistarlo.
Dalle sue concise dichiarazioni e dalle notizie che il portavoce della Casa Bianca Hagerty ha consentito a for nire, la grande avventura, del Nautilus ha potuto essere ricostruita nelle sue fasi principali. Ma chi potrà mai narrare i sentimenti, le ansie, le passioni di quei centoundici uomini rinchiusi nella loro casa di acciaio, con la singolare, drammatica sensazione di tutta quella, massa di ghiaccio che si trovava non soltanto in cima alla terra, ma librata sulle loro teste, e che riempiva di opprimenti, inanimati paesaggi bianchi lo schermo della televisione, unico tramite tra loro e cìo che esisteva al di fuori della nave in fondo al mare?
Anderson ha narrato come la crociera del «Nautilus» sia stata preparata nel massimo segreto sin dal gennaio scorso e preceduta da esplorazioni che avevano condotto il sommergibile a poco più di duecento chilometri dal Polo. Oltre ai normali strumenti, il Nautilus aveva un sistema di navigazione per inerzia che ha funzionato a perfezione. Dieci apparati sonori consentivano di individuare le masse di ghiaccio esistenti al disopra, quando esso navigava in immersione, e altri tre apparati consentivano la, misurazione della profondità del mare sottostante. Strumenti di precisione consentivano rilevamenti del fondo dell’Oceano, dello spessore del ghiaccio, delle correnti, e i dati raccolti nel corso della crociera sono di tale importanza da costituire, in qualche caso, vere e proprie scoperte (...).
Ilario Fiore