Marco Zatterin, La Stampa 20/6/2014, 20 giugno 2014
L’UE: “PIÙ FLESSIBILITÀ MA RISPETTATE LE REGOLE”
Nella seconda versione delle raccomandazioni economiche dell’Ue all’Italia, il «director’s cut» scritto per il Consiglio Ecofin, l’idea di uno sforzo aggiuntivo per tenere il bilancio sotto controllo trova una frasetta di rafforzamento: «Nel 2105 (occorre) rafforzare in modo significativo la strategia di bilancio per assicurare il rispetto con i requisiti della riduzione del debito in modo da raggiungere gli obiettivi di medio termine». E’ un appello a non divergere, a mantenere la rotta verso il pareggio strutturale. L’interpretazione è aperta, potrebbe anche essere un invito a non ritardare la marcia come chiesto da Roma. «La differenza è piccola, si può fare», spiegano fonti europee.
Il dibattito su come interpretare le regole e adattarle all’esigenza d’un rilancio della congiuntura resta aperto. Nella riunione dei ministri Economici dell’Eurozona, il nostro Pier Carlo Padoan assicura che «non abbiamo fatto richieste», ma «posto il problema di mettere sul campo tutti gli strumenti di cui l’Europa già dispone per accelerare crescita e occupazione». Il francese Michel Sapin è in linea. Dice che «le regole vanno rispettate, bisogna solo trovare il giusto ritmo di aggiustamento per ognuno».
Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, promette che ragioneremo sulla relazione fra consolidamento e riforme «nel momento in cui rivedremo regole in vigore sulla governance economica». L’olandese annuncia pure una riflessione sulla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, durante la presidenza italiana dell’Ue. Quanto alla disciplina di bilancio, essa «ha già in sé un grado significativo di flessibilità», insiste il commissario all’economia, Olli Rehn, all’ultima uscita in formazione Eurozona. Tuttavia, «Italia e Francia devono intensificare le riforme e risanare per ridurre deficit e debito». Pungenti le argomentazioni del Fmi nel su Rapporto sull’Eurozona. Il testo avverte dall’eccessivo ricorso al rigore, scrive che in caso di «sorprese molto negative sul fronte della crescita non devono far scattare nuovi sforzi di consolidamento». Passaggio importante, necessario «concentrarsi sulla crescita»(Con riferimento al caso italiano, «ci vorrebbero 20 anni per ridurre il debito, meglio pensare allo sviluppo») e «lottare sull’inflazione bassa in modo preoccupante». Se questa tendenza dovesse continuare «testardamente», ha detto il direttore del Fmi, Christine Lagarde, «la Bce dovrebbe considerare l’acquisto di asset sovrani su larga scala». Immediata la risposta. «Pronti a varare un programma per fronteggiare un’eventuale prolungata bassa inflazione», ha detto il vicepresidente di Francoforte, Constancio. E’ parso un assist.
Marco Zatterin, La Stampa 20/6/2014