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 2014  giugno 19 Giovedì calendario

IOVINE PARLA: “ECCO I GIUDICI AL SERVIZIO DI GOMORRA”


Napoli
Giudici a libro paga del clan. Una “struttura” per aggiustare i processi. Un avvocato scelto perché amico del magistrato che emetteva la sentenza. Di assoluzione. Antonio Iovine alza il tiro. Materiale esplosivo emerge da tre nuovi verbali del boss pentito del clan dei Casalesi. Iovine si autoaccusa di alcuni omicidi per i quali è stato condannato in primo grado a 30 anni e all’ergastolo e poi assolto in appello, e dice: “In tre processi il clan ha pagato per ottenere l’assoluzione. Dai 200 milioni delle vecchie lire a 250.000 euro”. Accuse tutte da verificare, da non prendere come vangelo. Indaga la Procura di Roma, competente per i magistrati di Napoli, che ha già ricevuto le carte provenienti dalla Dda partenopea e sentirà Iovine. L’ipotesi di reato è corruzione in atti giudiziari.
In tre deposizioni del 13, 26 e 28 maggio raccolti dai pm Antonello Ardituro e Cesare Sirignano e pieni di omissis, Iovine fa il nome del giudice Pietro Lignola, ex presidente della Corte d’Assise d’Appello di Napoli oggi in pensione, e dell’avvocato Sergio Cola, ex parlamentare di An. Tutto ruota intorno alla figura di Michele Santonastaso, l’avvocato storico del clan dei Casalesi, imputato insieme a Iovine e a Michele Zagaria al processo per le minacce allo scrittore Roberto Saviano e alla giornalista-senatrice Pd Rosaria Capacchione, al quale sono stati allegati i nuovi atti.
I tre verbali sono un crescendo rossiniano. Il 13 maggio Iovine dice: “Per il duplice omicidio Griffo-Stroffolino in cui era imputato anche Zagaria l’avvocato Santonastaso mi aveva fatto sapere che c’era la possibilità di ottenere una sentenza di assoluzione e per questo occorrevano 250.000 euro per corrompere i giudici. Non si trattava di un episodio isolato perché in altre due occasioni Santonastaso mi aveva chiesto soldi per corrompere giudici in cambio di una sentenza di assoluzione per due miei processi sempre in corte d’appello di Napoli e mi riferisco all’omicidio di Griffo Nicola e al duplice omicidio Scamperti per i quali mi chiese e ottenne 200 milioni (per il primo, ndr) e 200 mila euro”. Zagaria, sicuro che non sia stato l’intervento di Santonastaso a farlo assolvere, “mi fece sapere che non voleva pagare nemmeno una lira e da lì iniziò una sorta di freddezza tra noi due”.
Il 26 maggio Iovine inizia a fare i nomi: “Nell’occasione del primo processo Griffo (vittima di lupara bianca, ndr), Santonastaso mi suggeriva nel grado d’appello la nomina dell’avvocato Sergio Cola poiché aveva un rapporto con il presidente della Corte d’Assise d’Appello, Lignola. Comunque devo dire che Santonastaso era sempre poco chiaro affrontando gli argomenti sensibili con un modo particolare. La nomina di Cola era collegata al suo rapporto con il Presidente. Me lo suggerì e io lo nominai senza conoscerlo. Fatto sta che sono stato assolto e ho versato direttamente a Cola 100 milioni di lire oltre i 200 versati al Santonastaso. Il Santonastaso conosceva delle persone a Napoli che avrebbero influito sull’assegnazione della causa in grado di appello. I pagamenti sono sempre avvenuti dopo l’esito positivo del giudizio. In occasione della prima condanna Griffo, il legale mi disse che c’era bisogno di far assegnare il processo alla sezione del presidente Lignola, cosa che poi è avvenuta”.
“Nel caso dell’omicidio Scamperti – prosegue il pentito – (Santonastaso, ndr) mi fece capire che in primo grado a Santa Maria (Capua Vetere, ndr) non era possibile intervenire. Anche Francesco Bidognetti (altro superboss, ndr) ha avuto un risultato processuale favorevole. Per l’omicidio Scamberti nominai Martucci (l’avvocato Alfonso Martucci, morto nel 2008, eletto deputato nel 1992 nel Pli, ndr) indipendentemente dall’intervento di Santonastaso”.
Il 28 maggio Iovine conferma e aggiunge: “Mi si chiede di chiarire se l’avvocato (Santonastaso) si dichiarava ottimista da un punto di vista tecnico processuale ovvero se faceva riferimenti ad interventi che nulla avevano a che fare con le carte del processo. Le rispondo che il discorso era molto chiaro ed era collegato al fatto che mi consigliò la nomina di Cola facendo chiaramente riferimento alla sua amicizia con Lignola”. “I 100 milioni di lire che furono dati a Cola – precisa - furono richiesti direttamente dall’avvocato a mia moglie e avevano la natura di onorario, che sebbene io giudicassi esagerato, essendo stato assolto pagai senza problemi”. Storia analoga per il duplice omicidio di Ubaldo e Antonio Scamperti, avvenuto a San Tammaro nel 1985: “Quando venni a sapere che il processo era stato assegnato a Lignola, mi tranquillizzai molto… Fatto sta che in prossimità della conclusione del processo, Santonastaso mi fece sapere che era tutto a posto e mi chiedeva la disponibilità a dargli 200.000 euro. Io diedi il via libera ed effettivamente fui assolto”. Il pagamento avviene in due rate da 100.000 euro a distanza di una settimana. Iovine infine ritorna sul caso Griffo-Stroffolino e l’assoluzione di Zagaria. Modalità identiche, ma ora servono “250.000 euro”. Santonastaso avrebbe organizzato un incontro “presso un bar di Caserta con una persona che a suo dire era colui che si era interessato delle mie due precedenti assoluzioni e che avrebbe interceduto per Zagaria. Questo incontro ci fu e questa persona consegnò a mia moglie un bigliettino con un numero di telefono e l’indicazione della somma. Questa persona voleva che si chiamasse a questo numero per una conferma nel caso in cui Zagaria avesse dato l’ok definitivo”. La conferma arrivò. E pure l’assoluzione.

Vincenzo Iurillo, Il Fatto Quotidiano 19/6/2014