Franco Bechis, Libero 19/6/2014, 19 giugno 2014
IL TRUCCO SALVA-PAGA DEI DIRIGENTI DI CAMERA E SENATO
La promessa l’aveva fatta più di un mese fa - il9maggio il vicepresidente della Camera dei deputati, la renziana Marina Sereni. Naturalmente con un tweet, che è il linguaggio della nuova casta al potere: «Rassicuro @matteorenzi, anche le Camere avranno il tetto agli stipendi dei dipendenti. Nessuno può tirarsi indietro». Nel suo blog la Sereni aggiungeva: «La Camera sta lavorando esattamente nella direzione indicata dal Governo in merito alla introduzione di un tetto massimo agli stipendi». La vicepresidente renziana presiede alla Camera il Cap comitato affari del personale ed ha condotto le trattative con i dipendenti dell’organo costituzionale tenendo i rapporti con i colleghi del Senato. Lunedì le due delegazioni degli uffici di presidenza del Parlamento si sono incontrate e hanno partorito un accordobeffa, destinato a prendere in giro un po’ tutti. Le squadre messe in campo da Piero Grasso e Laura Boldrini hanno infatti stabilito quel tetto massimo di 240 mila euro lordi annui che Renzi ha stabilito per decreto per tutti i dipendenti pubblici.
LA BOZZA RISERVATA
La cifra è scritta nera su bianco nella bozza riservata di accordo fra Camera e Senato che Libero ha potuto vedere. Ma è una cifra con il trucco. Il tetto di 240 mila euro infatti è stato posto «alle retribuzioni dei consiglieri parlamentari» e «al netto dei contributi previdenziali». Una distinzione questa che fa salire e di molto la retribuzione lorda di ciascuno. In media di 40 mila euro l’anno. Quindi il tetto medio sarà di 280 e non di 240 mila euro solo per l’esclusione dei contributi previdenziali dal taglio. La scelta è stata fatta per mantenere a tutti i dipendenti il trattamento pensionistico cui avrebbero avuto diritto con lo stipendio fin qui percepito. Per il segretario generale di Camera e Senato quegli oneri previdenziali ad esempio oggi ammontano a oltre 70 mila euro. Quindi per loro il tetto solo con questa aggiunta sarebbe di oltre 310 mila euro. Per i vicesegretari generali della Camera invece oggi gli oneri previdenziali ammontano a oltre 53 mila euro. Il tetto per loro quindi sale con questa voce a 293 mila euro.
E così via anche per tutte le altre categorie di dipendenti. Oggi per i consiglieri parlamentari lo stipendio complessivo supera i 240 mila euro oltre i 20 anni di anzianità. In questo caso gli oneri previdenziali superano i 40 mila euro, e quindi di fatto da qui in su il taglio sarà molto relativo. Sotto questa fascia ai consiglieri cambierà poco o nulla. Per i documentaristi, i ragionieri e i tecnici lo stipendio base avrà un tetto di 165 mila euro lordi: taglia gli stipendi a chi ha più di 20 anni di servizio, ma si salvano gli oneri previdenziali (27 mila euro a 20 anni, 37 mila euro a 30 anni, 40 mila euro a35 e 42 mila euro dopo il 40 ̊ anno. Per i segretari il tetto sarà di 115 mila euro lordi (anche qui vale solo per chi ha più di 20 anni di servizio, ma si salvano oneri previdenziali che oscillano fra 18 e 27 mila euro). Per i collaboratori tecnici tetto a 105.500 euro (scendono stipendi di chi ha 20 anni e più di servizio, ma si salva parte previdenziale che oscilla fra 18 a 27 mila euro). Infine tetto pure per assistenti e operatori tecnici: 98.500 euro, che sforbicia sopra i 20 anni di servizio ma conserva contributi previdenziali extra che variano fra 16 e 24 mila euro.
BEFFA SU BEFFA
Beffa su beffa, ai tetti e ai contributi previdenziali che li gonfiano devono aggiungersi «indennità di funzione» che per il segretario generale sarà di 60 mila euro lordi (il tetto per lui quindi sale oltre 370 mila euro annui), per i vi-
cesegretario generali di 30 mila euro lordi (tetto quindi a 323 mila euro annui), per i consiglieri capo servizio 20 mila euro lordi e per i consiglieri capo ufficio segreteria generale di 15 mila euro annui.
Ultimo particolare, il taglietto agli stipendi avrà la formula di un «contributo straordinario di solidarietà» (che quindi ha forma temporanea) e sarà diluito in 4 anni, fra il 2014 e il 2017. Il segretario generale della Camera così passerà ora da 478 mila euro lordi annui a a 453 mila euro lordi, cosa assai diversa dai tetti stabiliti da Renzi.