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 2014  giugno 19 Giovedì calendario

FED, YELLEN FA ANCORA LA COLOMBA


Janet Yellen non segue la strada intrapresa dal collega della Banca d’Inghilterra, Mark Carney: nessun atteggiamento più restrittivo nella conferenza stampa di ieri successiva alla riunione del comitato di politica monetaria della Federal Reserve (Fomc), che ha deciso di lasciare i tassi d’interesse tra lo 0 e lo 0,25% e una nuova riduzione di 10 miliardi degli acquisti di asset, scesi così a 35 miliardi di dollari al mese.
E così le attese dei mercati non sono cambiate: il rialzo del costo del denaro avverrà a metà dell’anno prossimo. Sollevati dallo scampato pericolo, gli indici di Wall Street sono tornati positivi. Il Dow Jones ha chiuso in rialzo dello 0,6% a 16.906 punti e lo S&P500 dello 0,8% a 1.957, mentre il cambio euro/dollaro è rimasto stabile a 1,356 e il rendimento del T-Bond decennale è sceso al 2,60% dal 2,65% della vigilia. L’unica vera novità riguarda le stime di crescita degli Usa per quest’anno, che la Fed ha tagliato brutalmente al 2,1-2,3% dal 2,8-3% previsto a marzo. Allo stesso tempo, ha confermato le stime per il 2015 e il 2016, rispettivamente al +3-3,2% e al +2,5-3%. La Yellen ha quindi fatto capire di non essere preoccupata dagli ultimi dati sull’inflazione e ha ribadito che non alzerà i tassi d’interesse per un «considerevole periodo di tempo» una volta finito il piano di acquisto di asset. Piano che, continuando al ritmo annuale, si chiuderà a ottobre.
Qualche esperto ha osservato che in realtà resterebbero ancora 5 miliardi di acquisti al mese, e quindi per azzerarli la Fed dovrebbe operare un taglio di 15 miliardi e non dei soliti 10 miliardi a meno che non voglia prolungare il piano, sia pur ridotto ai minimi termini, fino a dicembre, cosa che dovrebbe spostare ancora più in là il rialzo dei tassi, alla fine dell’anno prossimo Si può essere sicuri che l’esito della riunione del Fomc di ottobre sarà il tormentone dell’estate. La Yellen è stata rassicurante anche quando le è stato chiesto se le attuali valutazioni di borsa non sono troppo elevate rispetto alla norma, rispondendo: «In generale, continuo a non vederle così». Una sorta di via libera a nuovi rialzi delle borse, visto che per la presidentessa della Fed la bolla non c’è. Poiché sul fronte americano i mercati hanno avuto quello che volevano, con la Yellen che non ha cambiato il suo atteggiamento da colomba, l’allarme torna sulla Bce. Secondo indiscrezioni oggi il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) dovrebbe tornare a fare pressioni sulla Bce, chiedendo che adotti misure di allentamento monetario simili a quelle della Federal Reserve, inclusi acquisti «su larga scala» di titoli di Stato. Questo è infatti scritto nella bozza delle conclusioni degli ispettori Fmi contenute nella loro valutazione annuale dello stato di salute dell’economia di Eurolandia. Pur dando il benvenuto alle recenti misure volute dal presidente Mario Draghi, che per la prima volta ha portato in negativo i tassi sui depositi delle banche presso l’Eurotower, l’istituto di Washington guidato da Christine Lagarde è preoccupato del rischio deflazione nell’Eurozona. L’allarme dovrebbe essere lanciato oggi da Lussemburgo dove, davanti ai ministri delle Finanze europei, la Lagarde spiegherà che «l’inflazione è bassa in modo preoccupante, inclusi i Paesi core». L’idea è che se prezzi al consumo continuano a salire lentamente, la Bce dovrebbe inseguire la strada già percorsa da Fed, Banca del Giappone e Banca d’Inghilterra.

Marcello Bussi, MilanoFinanza 19/6/2014