Silvio Buzzanca, la Repubblica 14/6/2014, 14 giugno 2014
GRASSO: “TOGLIERE I VITALIZI AI SENATORI CONDANNATI” COME BERLUSCONI E DELL’UTRI
ROMA.
Pietro Grasso vuole cancellare, e in fretta, il vitalizio che Palazzo Madama paga ad alcuni ex senatori finiti nei guai con la giustizia. Il presidente del Senato ieri ha infatti scritto sul suo sito Facebook: «Lo avevo detto in Sicilia sabato scorso: stop ai vitalizi per i senatori condannati per i reati che secondo la Legge Severino comportano l’incandidabilità e la decadenza (ad esempio corruzione, mafia, reati contro la pubblica amministrazione)». La tagliola dovrebbe così cadere sul vitalizio di “pesci grossi” come Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri, Giuseppe Ciarrapico e Vittorio Cecchi Gori. E lo perderebbero in futuro, raggiunta l’età, anche altri uomini politici noti alle cronache come Luigi Lusi o Sergio De Gregorio. Grasso ricorda che «già mercoledì scorso, durante il primo Ufficio di Presidenza del Senato, ho dato seguito a quell’annuncio chiedendo ufficialmente ai Questori di istituire le necessarie pratiche per ottenere questo risultato». Dunque la procedura si è messa in moto e ora il presidente del Senato spera di fare in fretta. E annuncia che «nella prossima riunione approfondiremo tutti gli aspetti della proposta: spero di potervi presto comunicare l’approvazione di questo provvedimento che ritengo essere ineludibile. Dobbiamo, nel minor tempo possibile, passare dalle parole ai fatti».
La decisione di Grasso è stata comunicata proprio mentre davanti all’altro ramo del Parlamento, a Piazza Montecitorio, era in corso un flash mob organizzato dall’imprenditore siciliano Pietro Franzetti, che in pochi giorni ha raccolto sul sito Change.org 137.000 firme per chiedere la revoca del vitalizio ai politici condannati per mafia. Una spinta ulteriore a fare presto. E il Pd è pronto ad agire subito. «Per il nostro gruppo - spiega la senatrice Maria Spilabotte - è vitale che l’Ufficio di Presidenza del Senato deliberi al più presto il taglio dei vitalizi dei senatori condannati per mafia».
In piazza con Franzetti c’era anche il grillino Riccardo Nuti. Il Movimento cinque stelle sta conducendo un battaglia sul tema dei vitalizi e su quelli delle regioni in particolare. I grillini chiedono al governo di intervenire per “tagliare” da Roma i soldi che a livello regionale ancora intascano politici condannati per mafia. La questione è stata trattata di recente alla Camera grazie ad una interrogazione urgente dello stesso Nuti alla quale il sottosegretario Ivan Scalfarotto ha risposto che «la questione è all’attenzione del governo».
Sulla scia del Senato, come accaduto spesso, anche la Camera potrebbe decidere di intervenire e “tagliare” il vitalizio ai deputati condannati per i reati previsti dalla legge Severino e dunque per condanne superiori ai due anni. E la vittima più illustre al momento sarebbe Amedeo Matacena, latitante a Dubai. E altre figure di attualità come Gianstefano Frigerio, indagato adesso nella vicenda Expo, ma già condannato ai tempi di Mani pulite. Ma se fossero approvate le proposte di estendere il “taglio” ad altri reati, nel mirino si ritroverebbero altri nomi molti noti alla cronaca. Rischierebbero figure di primo piano della Prima Repubblica come Arnaldo Forlani, Gianni De Michelis e Giorgio La Malfa. Oltre a figure note come Cesare Previti e meno come i berlusconiani Salvatore Sciascia e Massimo Maria Berruti.
Silvio Buzzanca, la Repubblica 14/6/2014