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 2014  giugno 18 Mercoledì calendario

BOLDRINI A SCUOLA DALLO PSICOLOGO. PER PROVARE A ESSERE PIÙ SIMPATICA


Come ha fatto Laura Boldrini a diventare il presidente della Camera forse più antipatico di tutta la storia del Parlamento? La domanda, dopo quasi un anno e mezzo a Montecitorio, deve essersela posta anche lei se è vera la notizia, pubblicata dall’«Huffington Post», che l’ex portavoce dell’Alto commissariato per i Rifugiati dell’Onu si è rinchiusa nei giorni scorsi in un resort con uno psicologo per capire che cosa c’è che non va nella sua immagine. E soprattutto per avere consigli su come cambiare.
Secondo quanto scrive il sito, Laura Boldrini avrebbe prenotato nei giorni scorsi un agriturismo in Umbria, nel castello di Titignano, all’interno di un borgo medievale che si affaccia sul Tevere nel tratto fra Orte e Orvieto. Insieme a lei il suo staff, uno psicologo che in questo periodo sembra sia uno dei più «gettonati, Massimo Recalcati, di scuola lacaniana, il giornalista Gad Lerner e Elena Montecchi, sessantenne reggiana, dalemiana della prima ora, parlamentare dal 1986 al 2006 e con qualche incarico al governo con Prodi e, appunto, con Massimo d’Alema. A loro avrebbe affidato il compito di capire e, se possibile, migliorare il suo approccio con politici e giornalisti. Perché in effetti la presidente della Camera non gode affatto di buona stampa e soprattutto nessun partito gli lesina critiche.
L’ultima figuraccia risale a una settimana fa quando ha pubblicato la smentita di una notizia che si è poi trasformata in un boomerang. Boldrini era stata criticata perché spende un milione di euro all’anno solo per la segreteria che si occupa dei social media. Tutto falso aveva chiarito la Presidente della Camera, quei soldi servono per l’intero mio staff. Ma in rete avevano fatto due conti ed erano immediatamente arrivati commenti velenosi: un milione all’anno vuol dire 78 mila euro al mese da dividere per i suoi sette collaboratori. Troppo, decisamente troppo, in periodo di spending review.
Poi ci sono gli scontri, ripetuti, con il MoVimento 5 Stelle, il partito che forse più di tutti mal sopporta Laura Boldrini. Ogni volta che i grillini protestano, la presidente della Camera li riprende, li incalza, li espelle. Interventi giusti ma probabilmente è il modo di interpretare il suo ruolo che fa innervosire. Ripetuti gli scontri anche con il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta che sembra aver preso gusto a farle perdere la pazienza. L’ultimo diverbio è avvenuto il 16 aprile durante la discussione nella riunione dei capigruppo sul Documento di Economia e Finanza del governo. Dopo una serie di botta e risposta proprio con Brunetta, Laura Boldrini si è alzata e se ne è andata. «La sua decisione – avevano spiegato più tardi dal suo staff – è maturata non sui contenuti quanto per i toni, la forma, gli accenti usati da Brunetta, specie perché non è la prima volta. È stato irriguardoso e irrispettoso verso la presidenza e verso la capigruppo». Basterà lo psicologo?
Pa. Zap.