Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  giugno 19 Giovedì calendario

HOLLANDE CONVINTO A DIRE SÌ ORA PUNTA ALL’ECONOMIA CON IL SOCIALISTA MOSCOVICI


PARIGI — Alla fine anche François Hollande si è convinto che Jean-Claude Juncker potrebbe essere una buona soluzione per la Francia, che ha bisogno ancor più dell’Italia di flessibilità nell’applicazione del patto di Stabilità.
All’inizio del negoziato, Parigi era piuttosto dalla parte di Londra nel considerare che il lussemburghese Juncker fosse un nome usurato da vent’anni di politica europea e dalla debole legittimazione democratica, ma alla fine il premier britannico David Cameron è rimasto solo.
All’indomani del catastrofico voto del 25 maggio, che ha visto il Front National imporsi come il primo partito di Francia con 10 punti di vantaggio sui socialisti al governo, Hollande aveva cercato di convincere la cancelliera Merkel a considerare l’ipotesi Pierre Moscovici, l’ex ministro degli Affari europei e poi ministro delle Finanze. Il presidente aveva evocato la necessità di dare un segnale ai francesi, il cui euroscetticismo sarebbe forse stato attenuato dal vedere un connazionale alla testa della Commissione. Ma Merkel non è stata al gioco, e piuttosto di accettare il socialista Moscovici ha rilanciato con un altro nome francese, l’attuale direttrice del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, a sua volta ex ministra delle Finanze ma durante la presidenza Sarkozy.
Un’idea non apprezzata da Hollande, che ha finito per accettare Juncker. Due giorni fa lo ha riconosciuto lo stesso Moscovici: «Sarà lui il presidente della Commissione». La Francia punta adesso a riorganizzare il lavoro della Commissione in aree tematiche, nelle quali integrare anche la presidenza dell’Eurogruppo: come sorta di super-commissario agli Affari economici, premio di consolazione, ecco tornare il nome di Pierre Moscovici.