Il Sole 24 Ore 18/6/2014, 18 giugno 2014
DOMANDE
& RISPOSTE –
GLI SCENARI POSSIBILI PER I DETENTORI DI BOND –
1 L’oggetto della disputa
Qual era il contenzioso all’esame della Corte suprema americana e che cos’ha deciso?
Tutto nasce dal default sovrano argentino da quasi 100 miliardi di dollari nel 2001. Nel 2005 e nel 2010 Buenos Aires ha offerto un concambio, con i nuovi bond quotati intorno a 30 centesimi, dunque con una perdita secca del 70% per gli investitori. L’offerta ha comunque avuto oltre il 90% di adesioni. Da allora l’Argentina ha iniziato a pagare cedole sui nuovi bond ma non sui vecchi. Alcuni fondi americani che non avevano aderito al concambio hanno presentato ricorso agli organi giudiziari Usa chiedendo il rimborso delle obbligazioni. Dopo vari gradi di giudizio, la Corte ha dato ragione ai fondi e obbligato il Governo argentino a pagare oltre 1,3 miliardi di dollari prima del prossimo rimborso dei nuovi bond, previsto per il 30 giugno.
2 Le conseguenze per gli investitori
In che maniera la decisione della Corte Usa può influenzare i detentori di bond argentini?
In teoria i risparmiatori italiani che non hanno aderito al concambio (sono poco meno di 50mila) potrebbero trarre giovamento dalla sentenza americana, perché accoglie il principio secondo cui gli «holdout» devono essere rimborsati.
Quanto agli italiani che invece hanno aderito alla ristrutturazione (sono circa 400mila) e che in questi anni hanno ricevuto regolarmente le cedole dello Stato argentino, la sentenza americana può rappresentare nel breve termine un ostacolo, perché vieta il rimborso dei bond ristrutturati se prima non verranno pagati gli «holdout». Infine, il rimborso di tutti gli holdout costerebbe 15 miliardi di dollari e rischierebbe di innescare un nuovo default dello Stato argentino, con danni per tutti.
Il Sole 24 Ore 18/6/2014