Omero Ciai, la Repubblica 18/6/2014, 18 giugno 2014
MALEDIZIONE TANGO BOND ARGENTINA A RISCHIO DEFAULT COLPA DEGLI HEDGE FUND
La vittoria legale degli hedge funds, decretata dalla decisione della Corte suprema degli Stati Uniti di convalidare la sentenza emessa più di un anno fa dal giudice di New York Thomas Griesa, colloca l’Argentina in uno scenario difficilissimo. «Tra la spada e la parete», dicono malinconicamente gli analisti finanziari. Perché adesso il rischio reale di un nuovo default è improvvisamente dietro l’angolo, ne è convinta Standard & Poor’s che ha abbassato il rating a CCC. Non per la cifra che Buenos Aires deve ai fondi d’investimento che hanno vinto la causa, ma per le conseguenze probabili del loro successo in tribunale. Sia se decide di pagare, sia se decide di non farlo. Quando nel 2001 il Paese sudamericano andò in bancarotta, e dichiarò che non avrebbe onorato i debiti con le banche e con i privati che possedevano i suoi bond, l’ammontare del buco era pari a circa 102 miliardi di dollari. Negli anni successivi la maggior parte dei creditori, il 93%, accettarono, in due diverse ristrutturazioni del debito argentino, nuovi bond che tagliavano drasticamente, fra il 60 e il 70%, il valore di quelli che avevano in mano. Altri, invece, andarono in tribunale. Anzi nei primi mesi della crisi del default, e per questo motivo il governo argentino parla oggi di «estorsione», alcuni fondi d’investimento rastrellarono sul mercato quei bond, ormai carta straccia, comprandoli ad un valore pari a meno di un terzo rispetto a quello nominale, ora rappresentano appena lo 0,45% dei possessori ma entro due settimane dovrebbero incassare 1,5 miliardi di dollari.
Il problema è che se Buenos Aires lo fa potrebbe aprire una falla dalle conseguenze pesanti. Soprattutto per i ricorsi degli altri che non hanno accettato el canje , il concambio dei bond. Sono circa il 7% per un valore totale pari a 15 miliardi di dollari. Ma saranno guai anche se Buenos Aires non paga. Alla fine di giugno infatti scade una delle rate del debito ristrutturato. Gli hedge funds vittoriosi hanno già chiesto alla giustizia americana che i pagamenti vengano embargati e trasferiti a loro come acconto del credito dovuto. Come si fa? Facilissimo, visto che la titolarità dei nuovi bond che l’Argentina deve onorare sta per la maggior parte in banche americane. E se, come stabilisce la sentenza, quei pagamenti fossero sequestrati l’Argentina entrerebbe automaticamente in un default tecnico. Un bel pasticcio dal quale evidentemente si può provare ad uscire solo aprendo una trattativa diretta con gli hedge funds. Ipotesi che l’altra notte la presidente Cristina Kirchner ha escluso confermando la linea dura del suo governo. Ma già ieri in molti, anche nel suo partito, le chiedevano un atteggiamento più morbido dopo un lunedì nero per la Borsa, lo spread, e i risparmi. Ed è possibile che nelle prossime ore il ministro dell’Economia, il giovane Axel Kiciloff, accenni
almeno un cambio di rotta.
Ciai, la Repubblica 18/6/2014