Francesco Bei, la Repubblica 18/6/2014, 18 giugno 2014
RUSH FINALE DEL PREMIER “SERVE IL SÌ DEL SENATO ENTRO LA FINE DI GIUGNO” I DUBBI DI BERLUSCONI
In vista di quello che Renzi definisce «il rush finale» nella prima commissione di palazzo Madama.
Ci sono tutti nello studio al primo piano: dal ministro Boschi ai capigruppo Zanda e Speranza, la presidente Finocchiaro, i sottosegretari Delrio, Lotti, Pizzetti, i vice di Renzi, Guerini e Serracchiani, oltre al presidente delle regioni Vasco Errani.
Si passano al vaglio tutti gli emendamenti che (forse venerdì) i relatori presenteranno al testo base. Questioni tecniche ma anche politiche, visto che ogni virgola deve tenere conto dell’intesa con Forza Italia e con la Lega. Il problema «ancora aperto», come ammette una fonte al termine della riunione, è come eleggere i futuri senatori. Che debba essere un’elezione di secondo grado, ovvero non diretta, è un principio pacifico per tutti i contraenti del patto. Ma sul «come» esistono molte strade diverse. Renzi insiste perché i senatori siano scelti tra i consiglieri regionali, la Lega è contraria e teme una eccessiva rappresentanza del Pd. Ci sarebbe anche un problema legato agli attuali senatori, Calderoli e gli altri, che per rientrare a palazzo Madama non vorrebbero essere costretti a misurarsi in elezioni regionali.
Durante il summit il ministro Boschi stupisce tutti presentandosi con delle slide che riguardano il voto europeo. Nelle simulazioni, sulla base dei risultati conseguiti il 25 maggio, si fanno i calcoli sul peso di ciascuna forza politica con le varie leggi elettorali: l’Italicum, il Consultellum, ma anche la legge dei 5Stelle. Segno che a palazzo Chigi «l’opzione zero», il ritorno alle urne, viene sempre presa in considerazione in caso di «impaludamento» sulle riforme. Per misurare la reale volontà di chiudere un accordo, nelle prossime ore Renzi consulterà anche Ncd e Scelta civica, poi si preparerà all’appuntamento più difficile, quello con i grillini. E la novità emersa dalla riunione è che, a differenza di quanto aveva commentato a caldo, il premier starebbe pensando di spiazzare tutti e presentarsi di persona al confronto in streaming. Proprio per chiedere ai “portavoce” 5stelle di impegnarsi intanto sulle riforme costituzionali.
Quanto all’incontro con Berlusconi, ancora non è stato fissato. Oggi Forza Italia presenterà la sua proposta di referendum sul presidenzialismo, ma ieri sia Augusto Minzolini che Maurizio Gasparri hanno fatto sapere che non ritireranno i loro emendamenti “presidenzialisti” in commissione. Quindi il Pd dovrà bocciarli, a meno che la presidente Finocchiaro non li dovesse ritenere inammissibili per materia. Ma la realtà è che Berlusconi in questo momento a tutto pensa tranne che alle riforme. Sull’ex Cavaliere incombe infatti l’apertura del processo d’appello per Ruby e la sua angoscia cresce con l’approssimarsi di venerdì. In un corridoio di palazzo Madama ieri ne discutevano ad alta voce i senatori Mario Mauro (ex Pdl) con il forzista Minzolini e l’alfaniano Viceconte. Minzolini: «Venerdì è il giorno clou». Mauro: «È un processo sulle carte, potrebbe durare anche un giorno solo». Viceconte: «Nella migliore delle ipotesi entro luglio lo condannano».
Intanto nel Pd si calmano le acque. I 14 dissidenti hanno deciso di rientrare nei ranghi dopo averne discusso con il capogruppo Zanda. Ma se la questione Mineo-Chiti ormai è superata, con l’accettazione della loro sostituzione in commissione, resta aperto il tema degli emendamenti non concordati. «Noi li ripresentiamo pari pari in aula», annuncia Paolo Corsini. L’altra questione calda è il caso Mauro. Oggi a palazzo Madama ci sarà la riunione della giunta per il regolamento che dovrà esprimersi sul ricorso presentato dal senatore di Popolari per l’Italia. Sulla carta la giunta è spaccata a metà e potrebbe essere decisivo il voto del presidente Grasso. Un caso molto delicato, che potrebbe costituire un precedente discutibile. Per questo ieri sera si parlava di un rinvio della riunione.
Francesco Bei, la Repubblica 18/6/2014