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 2014  giugno 18 Mercoledì calendario

Un puzzle di parentele venuto a galla pian piano, tassello per tassello, rivelazione dopo rivelazione in quell’angolo di provincia profonda che è Brembate di Sopra

Un puzzle di parentele venuto a galla pian piano, tassello per tassello, rivelazione dopo rivelazione in quell’angolo di provincia profonda che è Brembate di Sopra. Quattro anni di indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio hanno portato alla riscrittura dell’albero genealogico di Massimo Giuseppe Bossetti e alla nascita di una storia nella storia nel giallo che da 4 anni ammanta il paesino della bergamasca (leggi). Un vortice di colpi di scena culminato ieri, con la rivelazione dell’identità del presunto assassino della 13enne (leggi). Il perno attorno al quale ruota tutto è lei, la signora Ester Arzuffi, 67 anni, madre dell’uomo su cui gli inquirenti hanno apposto l’etichetta di “killer”. Madre che per 44 anni e fino a ieri ha tenuto nascosto un segreto: in base ai test del Dna su cui l’accusa poggia tutto il proprio castello accusatorio (leggi), suo figlio Massimo non è figlio del suo consorte, ma di Giuseppe Guerinoni, autista di autobus di Gorno morto nel 1999. Le due vicende, quella giudiziaria e quella familiare, corrono in parallelo e portano a galla pezzo a pezzo i segreti della famiglia Bossetti. O meglio, delle tre famiglie di Massimo Giuseppe Bossetti: quella di origine, quella dell’uomo che gli inquirenti indicano come suo vero padre e quella costruita con sua moglie Marita. Aveva poco più di 20 anni ed era già sposata, Ester, quando si innamorò di Guerinoni. Un colpo di fulmine che diede i suoi frutti il 28 ottobre 1970: due gemelli, Ester li chiamò Massimo Giuseppe (come il suo ignaro marito) e Laura Letizia, vissuti per una vita credendo che Giovanni Bossetti, l’uomo che avevano da sempre chiamato “papà” fosse il loro vero padre. Ester sapeva che Massimo era braccato, l’aveva saputo fin dallo scorso 10 aprile (leggi), giorno in cui gli inquirenti avevano annunciato che il padre di “Ignoto 1″ (nome con cui per anni è stato indicato il killer) era il suo Giuseppe. E lì aveva anche capito che suo figlio, il suo Massimo, poteva essere l’assassino di Yara. Ma non ha detto nulla. Avrebbe detto solo “Se è stato lui, deve pagare” raggiunta dalla notizia del fermo (leggi). Per il resto continua ancora a negare: anche oggi, ha spiegato un’amica della donna, “continuava a dirci che è vero che ha fatto il test del Dna, ma sostiene che il figlio sia di suo marito Giovanni”. Un vortice di rivelazioni, quello che fa da corollario alla vicenda, in cui finiscono tutti i componenti della famiglia Bossetti. Il presunto killer, in primis, che il 10 aprile scoprì di non essere figlio dell’uomo che gli ha dato il cognome, ma di un camionista della zona di cui porta il secondo nome, riesumato perché il suo dna era compatibile con quello di “Ignoto 1″. Anche Giovanni, Bossetti senior, ieri ha scoperto la tragica verità: Massimo non è suo figlio ma di un uomo con cui sua moglie aveva avuto una storia d’amore più di 44 anni fa, e per di più potrebbe essere il feroce assassino che ha tolto la vita ad una bambina di 13 anni. Nel turbine è finita anche Laura Letizia, sorella di Massimo: ieri è venuta a sapere che suo fratello potrebbe essere un mostro (leggi) e che entrambi non sono figli dell’uomo che fino a ieri hanno chiamato “padre”. Destino analogo anche per Fabio, il fratellino minore: per lui i legami familiari si sgretolano alla scoperta che i suoi due fratelli sono in realtà fratellastri e uno di loro è accusato di un delitto atroce. E poi c’è lei, Marita, moglie di Massimo: l’uomo da cui ha avuto tre figli è lo stesso che potrebbe avere avuto il coraggio di togliere la vita a una bimba di 13 anni spinto da un’abominevole passione. L’intreccio impietoso di destini, degno di una tragedia greca, ha colpito anche la famiglia Guerinoni che, come ha spiegato chi ha potuto parlarci, è “distrutta, triturata” da questa vicenda. Così vengono descritti Laura Guerinoni, la moglie di Giuseppe, e i suoi tre figli, nati appunto dal matrimonio tra lei e l’autista. La anziana donna ha sempre respinto con forza l’idea che il marito, già sposato e con figli all’epoca, avesse potuto frequentare un’altra donna e avere addirittura un figlio da lei. E ora anche i tre figli di Laura forse dovranno fare i conti con l’idea di avere un fratello che non hanno mai conosciuto e che ora è in carcere accusato di aver ucciso Yara. E ancora, seguendo sempre i risultati delle analisi alla base dell’inchiesta, i veri nonni dei tre figli del presunto assassino (di 13, 10 e 7 anni) non sarebbero i Bossetti, ma i Guerinoni.