Ferdinando Baron e Giacomo Valtolina, Corriere della Sera 18/6/2014, 18 giugno 2014
IL PUBBLICITARIO CAMPIONE DI KUNG FU ATTIRATO DAI FOLLI
MILANO — «Mi piacciono gli artisti come Van Gogh, un maledetto pazzo morto disperato a soli 37 anni» scriveva su Facebook tre mesi fa Davide Frigatti, ragazzo di 33 anni che, ieri, è diventato un omicida. Con la vita che volta drammaticamente pagina, accompagnata da un grido da esaltato, quel «sono un uomo libero, sono un uomo libero» che ieri pomeriggio rimbombava tra le vie dell’hinterland milanese.
Davide è uno sportivo, innanzitutto. Un campione di kung fu, appassionato di pallone, un corridore e un nuotatore. Il «palestrato» killer fantasma che, quasi senza essere visto, ha ucciso una persona a coltellate e ne ha ferite due gravemente. Ma Davide è anche l’uomo che cammina nudo per i vialoni in preda a un delirio di onnipotenza. Un ragazzo che postava riflessioni e pensieri sulla bacheca del social network, affascinato dalla follia, dai personaggi storici sensibili a povertà e miseria, amante dei buoni vini e della pesca. Un «creativo», come si definisce professionalmente, che stava cercando a fatica di entrare nel mondo del lavoro, in prova per un’agenzia pubblicitaria del centro. Le pause pranzo al sole, sotto all’Arco della Pace, le ha immortalate con il telefonino, così come digitava i commenti dopo ogni partita della Juventus. Un ragazzo che viveva con i genitori: la zia lo definisce «normale», non si dà pace, le si è «raggelato il sangue» alla notizia. Un ragazzo «normale» che da ieri è semplicemente l’assassino che ha fatto rivivere ai milanesi lo spettro di Mada Kabobo e il suo piccone.
Tra i pochi testimoni del suo percorso di morte, c’erano alcuni ragazzini, smartphone in mano, l’hanno ripreso. Ridendo lo inquadrano, quasi cantano con lui, ignari del sangue versato. Non sanno che sarebbe stato arrestato come un animale rabbioso pochi minuti più tardi. Dopo aver lasciato Francesco S. — ora in gravissime condizioni al San Gerardo di Monza — a terra in mezzo al suo sangue, sull’oleoso suolo del distributore della Shell a Sesto San Giovanni, trovato da una donna. E dopo aver sgozzato Franco Mercadante, 62 anni, fuori dal suo autolavaggio a Cinisello Balsamo. «Lavoro con lui da quattro anni — ha raccontato un dipendente — stavo lavando i camion quando mi hanno chiamato. Ho cercato il capo e l’ho trovato a terra». Con lui c’era anche la donna che aiutava il titolare nella contabilità. «Lo chiamavo e lo cercavo e lui non rispondeva. Poi l’ho trovato a terra». Chiusi nel dolore la moglie e i figli. La cognata ha urlato contro le telecamere: «Sgozzato per quattro soldi...!». Ancora non sapeva che i soldi non c’entrano nulla, nella vicenda di Davide. Lo sportivo cresciuto, come dice lui ancora su Facebook, dietro ai banchi dell’«università della Strada».