Grazia Longo, La Stampa 17/6/2014, 17 giugno 2014
LA DOPPIA VITA DI ESTER UNA FAMIGLIA PERFETTA IN PEZZI DOPO 40 ANNI
Chissà quante volte avrà tremato, in cuor suo, all’idea di essere scoperta. Quel giorno è arrivato. Ed è stato devastante. Ieri, Ester Arzuffi, 67 anni, ha dovuto rendere conto a suo marito e al mondo che il suo primogenito - nato insieme a una gemella - non solo è frutto di un tradimento, ma è anche il presunto assassino della povera Yara.
Neppure la trama degli scandalosi Peyton Place o Twin Peaks può eguagliare gli scampoli di vita vera di quest’angolo della Bergamasca, dove i protagonisti del dramma di una tredicenne, con il sorriso incorniciato della macchinetta per i denti, sono nati e cresciuti in una ragnatela di misteri.
Era sposata già da tre anni Ester Arzuffi, quando ha conosciuto e amato Giuseppe Guerinoni, l’autista di autobus di Gorno padre dei suoi due gemelli. Il maschio porta proprio il nome del padre naturale, Massimo Giuseppe, la femmina si chiama Laura Letizia. Per una vita i gemelli sono vissuti nella convinzione che il loro papà fosse Giovanni Bossetti, marito della loro mamma.
Non era così. Sposata a 19 anni, operaia in una cooperativa che gestiva una mensa, Ester conobbe sull’autobus Giuseppe Guerinoni. Un colpo di fulmine. Un amore travolgente. Una passione che ha dato i suoi frutti. Il 28 ottobre 1970 nascono Massimo Giuseppe e Laura Letizia, appunto. Ester aveva 23 anni, Guerinoni (sposato e con figli) 34.
I rispettivi coniugi restano all’oscuro di tutto - decine di volte la vedova dell’autista di Gorno ha dichiarato che il marito non l’avrebbe mai potuta tradire - e le vite proseguono nel lento tran tran quotidiano della provincia.
Ester e Giovanni Bossetti vivono a Terno d’Isola e cinque anni dopo, siamo nel 1975, la famiglia si allarga. I gemelli hanno quello che per molto, moltissimo tempo riterranno un fratello e non un fratellastro: Fabio Bossetti. Tre bambini che, diventando adulti, condividono anche sfera professionale. Il presunto assassino, muratore, è titolare di una piccola attività. La gemella aiuta il marito in un’impresa edile e l’ultimogenito, Fabio, è il proprietario di una ditta di impianti elettrici.
La famiglia vive non molto distante da Gorno e da Brembate. Ester, insomma, non aveva percorso molta strada dal luogo in cui era nata, in provincia di Bergamo a Villa D’ogna, vicino Clusone. Quella Clusone che nelle prime ore dopo il clamoroso arresto di ieri pomeriggio sembrava la città in cui abita il presunto assassino. Un errore dovuto non solo alla vicinanza dei vari personaggi di questo dramma, ma anche ai vari trasferimenti di Massimo Giuseppe Bosetti.
Attualmente risiede a Mapello, per un certo tempo è stato domiciliato a Terno d’Isola, ma quel che conta sopra ogni cosa, in passato ha abitato proprio a Brembate. Sua moglie è una casalinga e si occupa dei loro tre figli: un ragazzino di 13 anni e due bambine di 10 e 7 anni.
Qualcuno dei tre frequentava la stessa palestra di Yara Gambirasio? È lì che il muratore l’ha incontrata? I carabinieri hanno interrogato fino a tarda notte moltissime persone. A partire proprio da sua madre. Perché è evidente che, se in tanti erano all’oscuro dell’inconfessabile mistero, se in tanti si sentivano distanti anni luce dall’orribile delitto di Yara, loro no. È davvero assai inverosimile immaginare che madre e figlio non si siano mai parlati in questi ultimi due anni? Da quando, cioè, è diventata di dominio pubblico la questione del Dna e del figlio illegittimo dell’autista di Gorno?
Grazia Longo, La Stampa 17/6/2014