Roberto Giardina, ItaliaOggi 17/6/2014, 17 giugno 2014
PER GLI OBESI NON C’È EUFEMISMO
da Berlino
Si è corretti con tutti, a parole almeno. Diversamente vedente, o diversamente abile, non basta un’ipocrisia a consolare. È più insultante dare del cretino a un cretino, Kretin in tedesco, che può essere una parola sfuggita in un momento di rabbia, o definirlo diversamente intelligente? Ironia a freddo e, secondo me, più offensiva.
Che significa extracomunitario? Lo è anche un miliardario elvetico. È vietato discriminare in base alla nazionalità, si deve affittare casa a chiunque lo desideri, purché paghi. Ma poi si finisce per scegliere i connazionali, basta non dirlo. In molti golf e tennis club di Berlino non vogliono accettare nuovi soci turchi: non li respingono, li mettono in lista d’attesa perché il circolo è al completo, da qui all’eternità.
Quando un secolo fa ero giovane cronista a Torino, i meridionali li chiamavano napoli, con la minuscola. A me no, perché non avevo e non ho accento. Mi sentivo come un negro bianco, e mi offendevo per solidarietà. Sarei un diversamente settentrionale? In fondo, da palermitano, lo sono in rapporto ai tunisini, che poi sarebbero i cartaginesi per cui facevo il tifo contro i romani quando ero alle medie.
Gli unici, mi sembra, non tutelati sono i grassi. Ciccioni, e basta. Non li ho mai sentiti definire diversamente snelli. Sono presi di mira nelle barzellette e nei film comici, da sempre. Ma nella coppia Stanlio e Ollio, il più intelligente era il grassone. Forse dipende dall’idea, sbagliata come dimostra la scienza medica, che si è «opulenti» per colpa propria. La taglia denuncerebbe il peccato di gola. Dipende dalla tua volontà riconquistare il fisico di un’indossatrice o di Buffon.
I grassi faticano più dei magri a fare carriera. Un corpo nervoso dimostrerebbe energia e determinazione. In base alle statistiche, qualche chilo in più si riflette in negativo sulla busta paga. Guadagnano di più quanti superano il metro e ottanta, anche se la statura non può essere imputata alle abitudini gastronomiche. Non c’è giustizia per i Dickerchen, ciccione nella lingua di Frau Angela. Il tribunale del lavoro di Darmstadt ha dato torto alla signora Andrea D., 42 anni e 42 di taglia, che non è stata assunta come direttrice di filiale da un ente pubblico nel settore sanitario, con la motivazione che fosse troppo abbondante. Giudicate voi: 83 chili per un metro e 73, diciamo una ventina di chili in eccesso in rapporto al peso ideale. Lei sarebbe più che qualificata per il posto, e si è ribellata. In tribunale si è presentata con una parrucca e paio di enormi occhiali neri per non farsi riconoscere in foto. Essere grassi è qualcosa di vergognoso?
La società si è difesa sostenendo che «chi è grasso rivela di non essere disciplinato, e quindi non ha le qualità richieste per un dirigente». Non ha aggiunto che, dato il settore, quello sanitario, sarebbe più opportuno avere un aspetto al di sopra di ogni sospetto. Altrimenti si dovrebbero espellere dall’ordine i medici obesi, o accaniti fumatori. Il legale di Frau Andrea ha presentato appello, e si finirà probabilmente alla Corte costituzionale. Il caso interessa i tedeschi: secondo le statistiche una metà è sovrappeso, e un terzo è obeso. Chi ingrassa, secondo la giurisprudenza, può anche essere licenziato: è avvenuto per poliziotti e vigili del fuoco, e per assistenti di volo. Le hostess e gli steward non possono avere la pancia. Sono state licenziate anche delle spogliarelliste troppo golose: non possono pretendere di essere diversamente sexy.
Un’eccezione si fa per i politici. Il legale di Frau Andrea potrebbe chiamare a testimoniare la signora Merkel: la Cancelliera non ha le misure di una mannequin, e nessuno tuttavia dubita delle sue qualità da dirigente. Come non dubitava di Helmut Kohl, 130 chili (secondo lui) per un metro e novanta, taglia quasi raggiunta dall’ex ministro degli esteri Joschka Fischer, o dei leader socialdemocratici, Gabriel, Steinmaier, o Steinbrück, che sarebbero scartati alla prima occhiata se volessero indossare la divisa. Ultimo particolare: il giudice che ha dato torto a Frau Andrea è una donna. Non so se sia un fatto rilevante, forse sono maligno, ma noi giornalisti siamo diversamente buoni, per dovere professionale.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 17/6/2014