Fabrizio Ronconi, Style 17/6/2014, 17 giugno 2014
POMPEI, VILLA ADRIANA, CINECITTÀ UN DISASTRO? FACCIAMO SUL SERIO: DETRAZIONI FISCALI E LAVORO A GIOVANI INTRAPRENDENTI
[Dario Franceschini]
Colpiscono un paio di cose, sul blog di Dario Franceschini: le copertine dei suoi libri e il video di Barack Obama che visita il Colosseo. Abbiamo un ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo che scrive romanzi di successo e che è convinto di riuscire finalmente a trasformare il patrimonio culturale di questo Paese in una fonte di ricchezza. Rispetto ai suoi predecessori, un ministro rivoluzionario (del resto, sul finire degli anni Settanta era l’unico giovane democristiano a indossare l’eskimo; e quanto alla barba lunga da gruppettaro: quella, se l’è fatta ricrescere appena entrato a Palazzo Chigi).
Lei ha recentemente portato in Consiglio dei ministri un decreto per favorire il mecenatismo culturale: può spiegarci cos’è e come funziona il cosiddetto Art bonus?
Il decreto rappresenta un’autentica rivoluzione per ciò che riguarda il rapporto tra pubblico e privato nell’ambito della cultura e introduce un mezzo concreto e operativo per i mecenati che intendono sostenere il patrimonio culturale nazionale con donazioni liberali. Con il nuovo Art bonus sarà detraibile il 65 per cento delle erogazioni in favore di opere di restauro o di manutenzione di beni culturali, musei, siti archeologici, archivi, biblioteche e teatri pubblici e di fondazioni lirico sinfoniche. Con un tetto massimo del 15 per cento del reddito imponibile per le persone fisiche e gli enti non commerciali, del cinque per mille dei ricavi annui per le imprese. Il credito d’imposta totale sarà ripartito in tre quote annuali di pari importo, e per le imprese potrà essere anche utilizzato in compensazione dei debiti fiscali. Era da almeno 20 anni che si attendeva una norma di questa portata.
Nel campo della moda molte fondazioni investono in attività di tutela del patrimonio culturale italiano. Anche loro potranno beneficiare di queste agevolazioni?
Certo, e non le nascondo che nell’ideare il meccanismo dell’Art bonus ho tenuto conto anche delle virtuose esperienze di questi ultimi anni in cui diverse case di moda hanno deciso di contribuire al recupero di beni e monumenti in tutta Italia...
Pompei, intanto, continua a venir giù in un fumo di macerie. Una vergogna nazionale. E la situazione di altri siti archeologici, come ad esempio Villa Adriana a Tivoli, è spesso altrettanto drammatica.
Non sarei così severo su Pompei e...
Mi permetta d’insistere, ministro: Pompei è, letteralmente, una vergogna.
Guardi, su Pompei stiamo riponendo grandi attenzioni. In ogni caso, se da un lato ho voluto favorire fortemente l’impegno privato nel patrimonio culturale, dall’altro lato sono pienamente consapevole dell’insostituibile valore della missione pubblica della tutela. Per questo abbiamo appena approvato misure straordinarie proprio per Pompei e per la Reggia di Caserta, dove si potrà agire con poteri commissariali per superare le situazioni di degrado e di impasse istituzionale che da decenni non permettono di considerare questi siti come quello che sono: patrimonio dell’umanità.
E lo scempio di Villa Adriana?
Villa Adriana, altro sito Unesco romano, è inserita in un contesto compromesso, circondata da uno sviluppo industriale e urbanistico disordinato che dovrebbe conoscere presto un’altra operazione edilizia sulla quale gli organi del ministero stanno vigilando con la massima attenzione.
Il Louvre ha più visitatori di tutti i nostri musei statali messi assieme. Eravamo il Paese con più turisti al mondo; oggi siamo solo quinti in classifica, dietro a Francia, Stati Uniti, Spagna e Cina.
Il sistema museale francese è molto diverso da quello italiano. Da noi c’è una rete diffusa di tanti piccoli musei, in Francia c’è una maggiore centralizzazione. È in ogni caso sbagliato prendere il Louvre come metro di giudizio: stiamo parlando di un museo 15 volte più grande degli Uffizi. È chiaro che poi il numero dei visitatori non sia comparabile. Però è vero che siamo scivolati nelle classifiche internazionali del turismo: siamo al 26esimo posto in quanto a competitività del settore, al l0lesimo per l’uso delle nuove tecnologie. Questi sono dati che proprio non ci piacciono: ecco perché, oltre alle misure del decreto, abbiamo appena istituito il Laboratorio digitale che avrà il compito di monitorare le «best practices» del settore e fornire indicazioni per integrare i troppi livelli digitali della pubblica amministrazione. L’Italia ha il vantaggio di essere ancora la meta più desiderata dai turisti stranieri, dobbiamo lavorare perché questo desiderio diventi realtà.
Lei spesso ripete di voler arricchire l’offerta turistica del nostro Paese attraverso il contributo delle nuove generazioni. Qual è il suo progetto?
Favorire le progettualità e l’intraprendenza dei giovani che intendono impegnarsi nel settore turistico. Il decreto Art bonus permetterà di attuare un piano di assunzione straordinaria di giovani sotto i 30 anni nei luoghi della cultura e di dare in concessione gratuita, per sette anni, fari, stazioni ferroviarie o marittime, case cantoniere in disuso per incentivare l’imprenditorialità giovanile nel settore turistico.
Il cinema italiano sta vivendo una stagione positiva: prima l’Oscar a Paolo Sorrentino per La grande bellezza, poi il Grand Prix di Cannes ad Alice Rohrwacher per Le Meraviglie: il suo ministero, in concreto, cosa sta facendo per aiutare la nostra industria cinematografica?
Abbiamo esteso ulteriormente il tax credit per l’industria cinematografica, innalzando da cinque a dieci milioni il tetto delle detrazioni. Ciò attirerà le grandi produzioni internazionali e farà sì che Cinecittà sia un luogo non più di ricordi e di passato ma di un grande presente.
Ministro, lei sembra il più defilato dalla vita del partito e del governo. Eppure, nei mesi passati, è stato una figura centralissima nella vita politica dell’esecutivo, del Parlamento e dello stesso Pd, di cui fu anche il segretario…
Sa, fare con serietà il ministro della Cultura e del Turismo è un’impresa abbastanza totalizzante…
Forse è ancora opportuna una riflessione sulla straordinaria vittoria di Matteo Renzi alle scorse elezioni europee, con percentuali che nessuno mai prima aveva raggiunto: perché a lui è riuscita questa impresa politica?
Molto semplice: io credo che Renzi abbia autenticamente interpretato la forte volontà di concreto cambiamento del Paese. Il Pd è l’unico partito che ha avuto il coraggio di innovare profondamente il proprio pensiero politico. Gli italiani lo hanno capito e lo hanno premiato.
Questo governo quanto può durare?
Questo è un governo di legislatura, quindi il suo compito si esaurirà nel 2018 alla scadenza naturale delle Camere.
Lei è anche un romanziere di un certo successo: sta lavorando a qualcosa?
Sto scrivendo ma... Beh, insomma, facendo il ministro tanto tempo per stare lì a inventare trame non ne ho...