Aldo Grasso, Corriere della Sera 17/6/2014, 17 giugno 2014
BANALITÀ IDEOLOGICHE NEL MONDO DI GLOB
Immaginando che «Glob. Diversamente italiani» fosse una trasmissione che si occupa anche di comunicazione, mi apprestavo a trovare parole diversamente critiche per il congedo (Rai3, domenica, ore 23.10). In fondo Enrico Bertolino, pur con i suoi impacci a vestire i panni del conduttore, è uno che ringrazia per i commenti e le critiche (così almeno cinguetta).
Poi, però, nell’ultima puntata della stagione arriva Lorella Zanardo con le sue prediche sullo sfruttamento dell’immagine delle donne. Nessuno lo nega, ma mi piacerebbe che gli autori, i collaboratori, le «firme» di «Glob» risentissero alla moviola il discorso della Zanardo: un cumulo di compiaciute ovvietà incarnate da una prosopopea senza limiti, come fosse la prima a scoprire «il punto di vista della telecamera». Ora, se applicassimo il metodo Zanardo a «Glob» scopriremmo che anche le apparizioni di Brenda Lodigiani o di Alice Mangione, nel momento in cui interpretano personaggi di contorno rispetto a Bertolino, mettono in luce l’uso distorto della donna in tv.
Mi chiedo come autori del calibro di Marco Posani, Dario Baudini, Luca Bottura, Luca Monarca, Enrico Nocera, Antonio De Luca, Stefano Redaelli possano aver avuto un cedimento simile e aver lasciato spazio alle banalità ideologiche di una diversamente competente. Mah!
Grande spazio alla promozione del secondo film di Mirca Viola, Cam Girl , storia di quattro ragazze che si spogliano in cambio di soldi, coperte dall’anonimato della Rete. In realtà, non si è parlato della qualità del film (ma «Glob» non è un programma sulla comunicazione?), bensì del dramma sociale che si cela dietro questo fenomeno: «ragazze della porta accanto» che, in mancanza di reali prospettive economiche, decidono di entrare nelle case dei clienti attraverso una webcam mostrandosi a perfetti sconosciuti diversamente vestite.