Maria Serena Natale, Corriere della Sera 17/6/2014, 17 giugno 2014
CENE, BANCHIERI, SPIE IL COMPLOTTO CHE SCUOTE VARSAVIA
Una registrazione segreta, voci di colpo di Stato, un piano per destabilizzare il bastione antirusso in Europa sullo sfondo della crisi ucraina. La spy story comincia sulla riva sinistra della Vistola, in un raffinato ristorante del quartiere finanziario di Varsavia abituale punto di ritrovo per personalità che non vogliono dare nell’occhio, «Il gufo e i suoi amici».
È una sera del luglio 2013, il governatore della Banca centrale polacca Marek Belka — ex premier, ex ministro delle Finanze ed ex direttore del ramo europeo del Fondo monetario internazionale — incontra il responsabile dell’Interno Bartlomiej Sienkiewicz. Si parla di tenuta del governo e ombre sugli equilibri finanziari del Paese che è il motore del Centro-Est e la sesta economia Ue. Volano parole pesanti su alcuni esponenti del Consiglio di politica monetaria, l’organo della Banca centrale che fissa i tassi d’interesse ed è presieduto dallo stesso Belka. La conversazione è intercettata.
Giugno 2014, il popolare settimanale Wprost pubblica stralci del colloquio dai quali emerge un’offerta di sostegno al governo avanzata da Belka in cambio del siluramento del ministro delle Finanze Jacek Rostowski, da sostituire con «una figura tecnica e apolitica». Con il maxi rimpasto dello scorso novembre il dicastero è stato affidato all’outsider Mateusz Szczurek, economista del gruppo olandese Inga.
Nella conferenza stampa convocata per stroncare sul nascere il tentativo dell’opposizione di aprire una crisi, il primo ministro Donald Tusk è passato al contrattacco. Affiancato dal procuratore generale Andrzej Seremet, Tusk ha difeso Belka e Sienkiewicz escludendo qualsiasi violazione della legge e denunciando «il primo tentativo di far cadere il governo con mezzi illegali dalla fine del comunismo». L’indipendenza della Banca centrale è un principio sancito dalla Costituzione polacca, che prevede però anche l’obbligo di cooperare con il governo per sostenere la crescita economica. La Procura ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per identificare esecutori e mandanti di un’intercettazione illegale che tocca un nervo scoperto. Colpendo il ministro dell’Interno, responsabile dei servizi segreti, la fuga di notizie ha infatti evidenziato una voragine nella rete del controspionaggio. Tutto in pieno braccio di ferro sul gas tra Russia e Ucraina, nel mezzo dell’offensiva diplomatica lanciata da Tusk per convincere gli alleati europei a ridurre la dipendenza energetica da Mosca. Ieri l’autorevole quotidiano Gazeta Wyborcza avanzava il sospetto che dietro la soffiata ci fossero i servizi russi.
E i mercati s’innervosiscono. La valuta polacca, lo zloty, ha perso lo 0,5% segnando il record negativo degli ultimi tre mesi. In attesa della pubblicazione dello sbobinato integrale Diritto e giustizia, il partito d’opposizione guidato da Jaroslaw Kaczynski e arrivato primo alle Europee, ha chiesto le dimissioni dell’esecutivo. Belka si è scusato, ma solo «per il linguaggio un po’ rude».