Alessandra Muglia, Corriere della Sera 17/6/2014, 17 giugno 2014
«CONOSCI IL CORANO?». IL MASSACRO DI «INFEDELI» E TURISTI IN KENYA
Doveva essere una domenica sera leggera, di tifo e Mondiali in tv, la gente stipata nei locali per guardare Francia-Honduras. Ma il fischio d’inizio partita è stato preceduto da una sequenza sterminata di colpi che hanno portato terrore e morte in una cittadina di 25 mila abitanti sulla costa orientale del Kenya, lasciandone a terra diverse decine. Alle 20.30 locali (le nostre 19.30), una cinquantina di Shebab, gli integralisti islamici somali, sono entrati in azione. Armati fino ai denti, sventolando la loro bandiera e al grido di «Allah Akbar», hanno seminato panico e sangue a Mpeketoni, località sulla strada per l’isola di Lamu, nota meta turistica distante 30 chilometri. Ma l’obiettivo dei terroristi non erano soltanto i turisti: nell’attacco il commando ha condotto rastrellamenti casa per casa a caccia dei non musulmani, uccidendo chi non sapeva recitare versi del Corano, come già successo nell’attentato al mall di Nairobi a settembre.
«Sono entrati in casa nostra e ci hanno chiesto se eravamo musulmani. Mio marito ha risposto che eravamo cristiani e gli hanno sparato alla testa e al petto» ha raccontato all’Ap Anne Gathigi. Un altro abitante del villaggio, John Waweru, ha riferito che i suoi due fratelli sono stati uccisi perché non parlavano il somalo.
I terroristi hanno separato gli uomini da donne e bambini, che sono stati risparmiati. Al Breeze View Hotel hanno ordinato alle donne di guardarli mentre uccidevano i loro uomini dicendo che era quello che facevano in Somalia le truppe keniote. Nella rivendicazione dell’attentato, gli Shebab lo ribadiscono: reagiamo alla «repressione brutale del governo contro i musulmani in Kenya» (dove sono una minoranza) e «all’occupazione da parte dell’esercito del Kenya delle terre musulmane in Somalia». Il riferimento è all’offensiva militare condotta da Nairobi in Somalia nel 2011 per aiutare Mogadiscio a contrastare i terroristi legati ad Al Qaeda, operazione decisa dopo una serie di rapimenti di turisti stranieri nella regione di Lamu.
Quello di ieri è stato un assalto in grande stile. Primo bersaglio il commissariato, dove i miliziani si sono riforniti di armi. Poi, sparando raffiche di mitra da due minibus, hanno seminato il panico nelle strade e attaccato due alberghi, una banca e diversi uffici pubblici. Una strage: almeno 48 i morti ma i feriti sono centinaia.
Dopo l’ultimo di una serie di attentati nel distretto, le autorità parlano di «sabotaggio economico» in un’area dove il turismo rappresenta un’entrata importante ma in calo sensibile in seguito ai ripetuti allarmi terrorismo diramati dalle ambasciate straniere.
L’incursione è andata avanti per ore. Soltanto alle prime luci dell’alba la situazione a Mpeketoni si è calmata, i terroristi dileguati nella foresta, molti edifici ancora fumanti.
«A dieci mesi dall’assalto al centro commerciale Westgate il Kenya è di nuovo sotto choc — ha riferito padre Daniel Mkado, missionario della Consolata e direttore dell’agenzia di stampa Cisa —. Il disorientamento e la paura sono alimentati dalle modalità dell’assalto: a Mpeketoni un commando composto da una cinquantina di uomini ha potuto uccidere e devastare per ore prima che le forze dell’ordine potessero reagire».