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 2014  giugno 17 Martedì calendario

IL PREMIER E LE RAGIONI DI UNA SINTONIA


La luna di miele tra Renzi e l’imprenditoria veneta continua. Dopo il voto alle Europee arrivano gli applausi all’assemblea di Confindustria di Vicenza e Verona. Con il premier che riconosce esplicitamente il valore dell’antropologia positiva in salsa Nord Est.
GAMBELLARA (Vicenza) — Da boy scout gli devono avere insegnato che il toro è sempre meglio prenderlo dalle corna e così Matteo Renzi, invitato alla prima assemblea congiunta degli industriali di Vicenza e Verona, non solo non ha eluso il tema-chiave del fisco ma ne ha fatto il centro del suo intervento. La frase-calembour che sarà ricordata a lungo da queste parti è: «L’Agenzia delle Entrate deve essere il consulente delle aziende. Più che Stato di polizia facciamo pulizia». Poco prima il presidente della Confindustria veronese, Giulio Pedrollo, aveva definito l’insostenibile pressione fiscale italiana come «un esproprio legalizzato». E il premier si è messo in sintonia con lui e la platea dei 3 mila industriali presenti nel grande capannone dell’azienda Perlini, portando a casa un numero imprecisato di applausi. La luna di miele tra Renzi e l’imprenditoria veneta continua, dopo il voto alle europee ieri se ne è avuta una nuova conferma, anche se è stato lo stesso premier a introdurre nel clima dei festeggiamenti un elemento di realismo: «So che molti di voi hanno votato Pd non perché ci considerate bravi, non mi illudo. L’avete fatto con l’animo di chi dice “proviamo pure questa, Renzi è l’ultima spiaggia”». Se il Pil italiano fatica a rimettersi in moto, a sentire i discorsi fatti sul palco da Pedrollo e dal suo collega vicentino Giuseppe Zigliotto, il Veneto qualche deciso passo in avanti già l’ha fatto. Le ore di cassa integrazione sono state dimezzate, a Vicenza gli indicatori della produzione nel primo trimestre 2014 hanno fatto segnare addirittura +2,5%, a Verona il tasso di disoccupazione è addirittura a livelli tedeschi ovvero sotto il 6%. «Vada avanti, presidente — ha detto Pedrollo — non ascolti le corporazioni e conti pure su Confindustria. Non si preoccupi se nel breve dovesse perdere consenso perché se farà le riforme lo riavrà con gli interessi». Per favorire il business e aiutare la ripresa gli industriali veneti vorrebbero fortemente la Tav tra Milano e Venezia e Zigliotto si è spinto a proporre a Renzi un patto: «Voi ci tagliate le tasse del 30% e noi aumentiamo gli investimenti del 50%». In un ambiente così orientato all’ottimismo Renzi è stato attentissimo a non passare il segno. A non apparire come un venditore di pentole. «Non vi posso dire che abbasserò le tasse ma posso promettervi che ne renderò più semplice il pagamento. Perché sulla Tasi ad oggi ci ho capito poco anch’io». Assieme a norme più snelle il premier ha indicato come prioritario «un rovesciamento culturale» che non porti più a considerare «il cittadino come un evasore fiscale» solo perché magari fa un errore formale compilando la dichiarazione dei redditi. Musica per le orecchie degli industriali veronesi e vicentini che non hanno avuto remore a sottolineare il proprio consenso. Sulle infrastrutture il premier ha promesso un decreto sblocca Italia entro il 30 luglio, ha invitato la platea a non contrapporre la Tav del Nord Est a quella che dovrà collegare Napoli e Bari («abbiamo bisogno di un Sud che riprenda a correre») e comunque ha fatto capire di essere favorevole ad investimento di modernizzazione della linea ferroviaria tra la Lombardia e il Veneto. Nelle prime file ad ascoltare Renzi c’era l’euro-deputata Alessandra Moretti indicata dalla vox populi come la carta che il Pd potrebbe giocare nel 2015 per strappare la Regione alla Lega. Il sindaco di Verona, il leghista Flavio Tosi, invece non si è fatto vedere. La politica in senso stretto però è rimasta fuori dall’assemblea e l’esplosione del caso Mose non è sembrata preoccupare più di tanto né gli speaker né la platea. La convinzione comune dei 3 mila imprenditori che hanno affollato il capannone di Gambellara è quella di rappresentare «il Veneto di mercato» che chiede allo Stato poche regole e meno tasse ed è dispostissimo a fare il suo mestiere. A far ripartire gli investimenti e a dare occupazione. Renzi lo ha captato e in un passaggio ha riconosciuto esplicitamente il valore dell’antropologia positiva in salsa Nord Est. «Voi fate impresa non solo per gli sghèi altrimenti avreste chiuso le aziende e investito nella finanza. Siete qui perché creare aziende è un elemento che trascina la vostra comunità». E così, almeno per una sera, la polemica sul ruolo dei corpi intermedi è rimasta a Roma.