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 2014  giugno 16 Lunedì calendario

BRIGITTE BARDOT

[Intervista] –

PARIGI
B.B. ormai è morta. Era solo un’immagine. Adesso sono un’altra persona. Adesso voglio dare il meglio della mia esperienza e di me stessa agli animali». Così dice Brigitte Bardot a “Repubblica” a poche settimane dal suo ottantesimo compleanno. «A casa mia sono circondata da una cinquantina tra maiali, capre, pecore, cavalli, pony, cinghiali, asini, oche, anatre, galline, gatti e ovviamente cani. Sono i miei compagni di vita», confessa dal suo eremo alla Madrague la star francese. Che qui racconta degli antichi tempi con Alain Delon, di quando «il cinema faceva sognare» e di quanto è peggiorata Saint Tropez, di un’artrosi che la rende quasi immobile e del suo impegno ventiquattr’ore al giorno per la sua fondazione: «Per il mio compleanno vorrei che il governo facesse una legge contro la macellazione rituale. Spero che i festeggiamenti servano soprattutto a far conoscere le mie battaglie». Insomma, B.B. forse non esiste più, ma non ha perso la sua verve: «Invecchiare? L’unico vantaggio è che non muori giovane «No, grazie. Le celebrazioni pubbliche non m’interessano. Sto bene tra cani, gatti e cavalli. Nella vita non bisogna aver bisogno di nessuno». I festeggiamenti sono cominciati in anticipo. Libri, documentari, mostre, speciali televisivi. La Francia si appresta a ricordare una bellezza abbagliante avvolta ormai nell’oscurità. Brigitte Bardot compirà 80 anni il prossimo 28 settembre. Chiusa nel suo eremo di Saint-Tropez, la tenuta della Madrague diventata una sorta di arca di Noé, l’attrice non si mostra in pubblico da tempo. «Tutti vogliono farmi parlare di BB. Ma BB è morta. Sono un’altra persona» racconta Bardot, icona della rivoluzione sessuale, suo malgrado leggenda fragile e tormentata che ha tentato più volte il suicidio.
È ferocemente ostile a qualsiasi approccio, si concede con difficoltà, risponde in poche parole, con la stessa insolenza che ha sedotto il mondo, usando anche un po’ di italiano. «Baci e tanti auguri» saluta al termine di un’intervista fatta per telefono. Creatura divina, così come ce l’ha consegnata Roger Vadim, primo amore di una lunga lista, dagli attori Jean-Louis Trintignant, Samy Frey, Jacques Charrier, al miliardario Gunther Sachs, a Serge Gainsbourg che le ha dedicato Je t’aime... moi non plus. Il titolo che a pensarci bene contiene anche il suo lungo viale del tramonto. Era il simbolo della donna libera. Oggi sembra un animale ferito, con una rabbia dentro che sfoga in prese di posizione spesso controverse, dall’Islam all’immigrazione. «Potrei uscire dal mio isolamento solo per loro, i miei adorati animali».
C’è un regalo che vorrebbe per questo compleanno?
«L’unica cosa che desidero è una legge per vietare la macellazione rituale, impedendo che gli animali siano uccisi senza essere prima storditi. È una barbarie inaccettabile. Solo il governo potrebbe darmi questo regalo. Ma so già che non lo farà».
Compiere 80 anni significa qualcosa?
«Ho dato gioventù e bellezza agli uomini,. Adesso voglio dare il meglio della mia esperienza e di me stessa agli animali. Ho donato tutto quello che avevo alla mia fondazione. Spero che questo compleanno non serva a inutili festeggiamenti ma a far conoscere le mie battaglie».
È difficile invecchiare?
«L’unico vantaggio è che non muori giovane».
Nel 1973, durante le riprese di un film di Nina Companeez, ha deciso di ritirarsi dal cinema. Perché?
«Una scelta istintiva. Sentivo che era arrivato il momento di dedicarmi agli animali».
La celebrità era diventata insopportabile, come nel film “Vita privata” di Louis Malle, in cui interpretava una diva braccata?
«Quello che ho vissuto è stato molto peggio. La realtà supera sempre la finzione».
Con chi vive alla Madrague?
«Sono circondata da una cinquantina di animali. Maiali, capre, pecore, cavalli, pony, cinghiali, asini, oche, anatre, galline, gatti e ovviamente cani. Sono i miei compagni di vita».
Come arrivano gli animali nel suo rifugio?
«Con le loro zampe, oppure scaricati da qualche camion. Spesso me li ritrovo davanti alla porta di casa. La mia fondazione va anche a cercarne molti per salvarli dal macello».
Le sue giornate sono sempre uguali?
«Ho molto lavoro da sbrigare per la mia fondazione. Ricevo decine di lettere da leggere e a cui rispondere. Passo il tempo a coccolare i miei animali, devo accudirli, nutrirli, rassicurarli. Il pomeriggio, ogni tanto, passeggio alla Garrigue (l’altra casa sulle alture di Saint-Tropez, ndr ) insieme a qualcuno che può camminare. Per me è sempre più difficile stare in piedi, ho una brutta artrosi alle anche. Sono praticamente immobilizzata».
Saint-Tropez sta organizzando grandi celebrazioni per il suo compleanno. Sarà presente?
«Quando sono venuta la prima volta era ancora un piccolo porto di pescatori, grazioso e tranquillo. Ho comprato la Madrague negli anni Sessanta e i miei genitori sono sepolti nel cimitero del paese. Sono legata a Saint-Tropez, dove c’è una vera douceur de vivre. Ma vivo lontano dalla folla. Evito di andarci perché è talmente cambiata che non l’amo più».
Che effetto le fa essere ricordata come sex symbol?
«Bell’omaggio, lo riconosco. Ma è solo un’immagine. Apparenza. Spero di essere ricordata come la ‘fatina degli animali’».
Le sue foto da attrice sono ancora usate per la moda, così come accade per Alain Delon. La stupisce?
«Io e Alain apparteniamo a una generazione luminosa, in cui il cinema faceva sognare. Siamo rimasti dei pionieri, dei modelli da seguire, malgrado le nostre fragilità e i nostri errori. È formidabile, ma anche molto triste per il presente».
Cosa rimpiange della sua carriera?
«Non, je ne regrette rien (non rimpiango nulla)».
Ma davvero le basta l’affetto degli animali?
«È un affetto incomparabile. Gli animali sono portatori di tutte le qualità che mancano agli uomini, senza averne i difetti».
Se dovesse rinascere, quale creatura vorrebbe essere?
«Un cavallo selvaggio, libero, capace di correre lontano dagli uomini».

Anais Ginori, la Repubblica 16/6/2014