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 2014  giugno 16 Lunedì calendario

“OGGI PIOVERÀ, DOMANI CHISSÀ” IL COMPLEANNO DEL METEO


In Inghilterra, si sa, il tempo è piuttosto bizzarro. E’ dunque logico che la prima stazione meteorologica sia nata a Londra, esattamente 150 anni fa. In questi giorni si celebra la ricorrenza, con un po’ di orgoglio e qualche sarcasmo: da allora, nessun londinese ha notato grandi passi avanti nell’esattezza delle previsioni.
Il primo ufficio meteo della storia fu affidato dalla Royal Society a Robert FitzRoy, discendente di Carlo II e famoso per essere stato il comandante che invitò Charles Darwin a bordo del «Beagle» per il viaggio di 5 anni fino alle Galapagos.
Devoto fondamentalista della Bibbia, FitzRoy non perdonò mai a se stesso di avere contribuito al libro nato da quella spedizione, l’«Origine delle specie», che metteva in dubbio la Creazione. Se avesse immaginato quello che passava per la testa di Darwin, lo avrebbe sicuramente abbandonato per sempre in un’isola ricoperta di guano.
Nessun uomo ha contribuito con tanta passione e competenza allo sviluppo delle previsioni meteo come FitzRoy. I marinai capivano da millenni quando stava per avvicinarsi una tempesta, ma la Royal Society voleva verificare se non fosse possibile prevederne l’arrivo con maggiore anticipo, per evitare di perdere vite di marinai, naviglio e merci preziose. Nacque così il dipartimento del Meteorological Statist to the Board of Trade, con in tutto tre dipendenti: era il primo ufficio meteo del mondo.
FitzRoy si servì di due strumenti disponibili e ormai collaudati: il telegrafo e il barometro. Collegò fra di loro 15 stazioni a terra, che trasmettevano a ore fisse la situazione meteo, la temperatura e la pressione atmosferica della rispettiva zona e riportò i risultati sulle sue carte nautiche, prevedendo il percorso delle perturbazioni e il tempo che avrebbero impiegato ad arrivare in ogni luogo attraversato. Chiese anche a una ottantina di comandanti di riferire le condizioni meteo che avevano incontrato durante i loro viaggi, per poterne disegnare una mappa globale. Inventò un nuovo tipo di barometro e ne fece collocare uno in ogni porto, compresi i piccoli villaggi dei pescatori, corredato da un manuale per interpretarne le variazioni. Quando si prevedeva tempesta, ottenne che sui moli venissero innalzati segnali che vietavano l’uscita in mare delle imbarcazioni.
«Qualunque persona dotata di una media cultura - scrisse nel libro “Weather book, a manual of pratical meteorology” - con un barometro, due o tre termometri e una attenta osservazione non solo degli strumenti, ma anche del cielo, può fare previsioni e diventare un meteorologo». Già dal settembre del 1860 fu in grado di redigere un regolare bollettino meteo quotidiano e di tenere poi una rubrica di previsioni sul «Times», oggetto di battute e barzellette esattamente come oggi. Divenne molto popolare tra i pescatori, che prima di uscire in mare volevano sapere «che cosa aveva detto FitzRoy», e molto odiato dalle compagnie di pesca, costrette a fermare spesso l’attività perché i marinai rifiutavano di uscire quando si prevedeva burrasca.
I suoi sistemi di rilevazione, accurati e meticolosi, furono usati per un secolo prima di essere soppiantati dai satelliti e dalla tecnologia. Nel viaggio sul «Beagle» nacque una grande amicizia con Darwin, bruscamente interrotta alla pubblicazione dell’«Origine delle specie». Nel 1860, durante il famoso dibattito di Oxford tra evoluzionisti e creazionisti, FitzRoy interruppe la discussione e mettendosi una Bibbia sulla testa come un antico profeta gridò: «Ascoltate la parola di Dio, non quella degli uomini». Morì suicida nel 1865, povero e solo, nel rimpianto e nell’imbarazzato sollievo della Royal Society.

Vittorio Sabadin, La Stampa 16/6/2014