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 2014  giugno 16 Lunedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - PRESO L’ASSASSINO DI YARA


repubblica.it ore 21.52
MILANO - Si chiama Massimo Giuseppe Bossetti. È un muratore incensurato, è di Clusone ma abita a Mapello (Bergamo) e secondo gli inquirenti sarebbe l’assassino di Yara Gambirasio. Non c’è più l’"ignoto 1": è stato identificato. Il gip ha convalidato il fermo eseguito nel pomeriggio. E, come aveva dimostrato l’inchiesta basata sul Dna, ma anche sulle indagini classiche, è il figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, autista di autobus, morto nel ’99. Il presunto assassino è sposato, ha tre figli, e anche una sorella gemella. Davanti agli inquirenti, ha spiegato il suo legale fuori dalla caserma di Bergamo, Bossetti si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma, secondo indiscrezioni, avrebbe sostanzialmente respinto le accuse dicendosi "sereno". Poi il trasferimento in carcere. All’uscita dalla caserma dove è stato interrogato, una folla di persone ha inveito contro di lui, mentre applaudiva le forze dell’ordine.

CHI E’ MASSIMO BOSSETTI, IL PRESUNTO ASSASSINO DI YARA
Omicidio Yara Gambirasio: le foto del presunto assassino
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La caccia all’uomo. Il cerchio ha iniziato a chiudersi quando sulla madre dell’uomo, che aveva avuto una relazione con Guerinoni, è stato fatto il tampone, e gli esami del Dna sono stati ripetuti due volte. Avuta la certezza che lei fosse la madre di "Ignoto 1" e Guerinoni il padre, poche ore fa è stato prelevato l’uomo, di 44 anni, e il suo Dna è ritenuto sovrapponibile a quello trovato sul corpo di Yara il 27 febbraio, e cioè tre mesi dopo la sua scomparsa. Gli investigatori, attraverso l’acquisizione di decine di testimonianze, hanno cercato di individuare la donna che avrebbe avuto una relazione con l’uomo e, infine, l’hanno trovata.

DALLA SCOMPARSA A OGGI: LE TAPPE DEL CASO YARA

Non solo Dna. Ma contro Bossetti non ci sarebbe solo la prova del Dna. Il muratore 44enne, infatti, già rientrava in un gruppo di sospetti per gli inquirenti. In particolare, sempre secondo quanto si è appreso, nel provvedimento di fermo si contesterebbe il fatto che il cellulare di Bossetti è risultato tra quelli che avevano impegnato la cella della zona dove è stato trovato il cadavere, e nell’ora in cui sarebbe avvenuto l’omicidio. Quindi l’uomo, secondo l’accusa, si trovava in quella zona mentre Yara veniva ammazzata. Ma non solo. Perché la professione di Bossetti ha aumentato i sospetti su di lui. Questo a causa delle polveri di calce trovate sul corpo e, soprattutto, nelle vie respiratorie di Yara.

Questione di tempo. Era il 26 novembre del 2010 quando Yara sparì, in una sera fredda, dalla palestra di Brembate, alla fine di un corso di ginnastica. Era questione di tempo e di fortuna, perché il resto - la professionalità, la grinta, il "non mollare mai" - c’erano sin dall’inizio, come ha sottolineato anche il ministro Alfano: "Le forze dell’ordine, d’intesa con la magistratura, hanno individuato l’assassino di Yara Gambirasio. E’ una persona della stessa provincia dove viveva la vittima".

LA PROVA DEL DNA CHE HA INCASTRATO IL KILLER

Alfano: "Grazie a tutti". "Secondo quanto rilevato dal profilo genetico in possesso degli inquirenti l’assassino della piccola Yara è una persona del luogo, dunque della provincia di Bergamo", ha continuato Alfano. "Nelle prossime ore, saranno forniti maggiori dettagli. Ringraziamo tutti, ognuno nel proprio ruolo, per l’impegno massimo, l’alta professionalità e la passione investiti nella difficile ricerca di questo efferato assassino che finalmente non è più senza volto. L’italia è un paese dove chi uccide e chi delinque viene arrestato e finisce in galera. Questo è il destino che attende i criminali". Anche il premier Matteo Renzi si è complimentato con il capo della Polizia, Alessandro Pansa, e con il comandante generale dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli.

Il sindaco: "Siamo felici". "Se è vero siamo felici, era un atto dovuto alla famiglia e a tutta la comunità". Lo ha detto all’Ansa il sindaco di Brembate Sopra alla notizia del fermo di un presunto responsabile per l’omicidio di Yara Gambirasio. "Da quando è scomparsa da casa, a Brembate, e da quando è stata trovata uccisa a Chignolo d’Isola (Bergamo), attendevamo questo momento. Ringrazio tutti quelli che hanno messo tante risorse in campo per arrivare a questo risultato".
Fermato il presunto killer di Yara, la caserma dove è interrogato
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Dal Circeo a Yara. Tra i dettagli di questa storia, una coincidenza. Il questore di Bergamo è Dino Finolli, che quando era a Milano catturò i neofascisti romani Izzo e Ghira, detti allora i "mostri del Circeo", autori di una violenza sessuale con omicidio che sconvolse l’Italia, proprio come successo per l’omicidio della tredicenne ginnasta di Brembate. Il 30 maggio scorso le era stato intitolato un piccolo monumento, circa 150 chili in plexiglass che ricordano la sagoma fisica della tredicenne e riporta alcune frasi lasciate nel libro che la commemorava, lasciato su un altare della chiesa parrocchiale. E si legge una frase tratta dal vangelo di Giovanni: "Perché abbia la vita in pienezza", con la data di nascita e morte. Aveva tagliato il nastro il fratello Gioele, c’erano tutti i familiari, con il parroco, don Corinno Scotti. Tutti erano certi che l’assassino, prima o poi, sarebbe stato catturato.
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Il caso. La tredicenne di Brembate di Sopra era sparita nel nulla il 26 novembre 2010 dopo essersi incamminata dalla palestra del paese per tornare verso casa. A ritrovare il corpo della giovane, il 26 febbraio 2011, era stato un aeromodellista il cui modellino finì proprio accanto al cadavere di Yara, in un campo di Chignolo d’Isola, a una decina di chilometri dal luogo della scomparsa. Da quel giorno polizia e carabinieri, coordinati dalla Procura di Bergamo, hanno cercato invano di risalire all’autore dell’omicidio, poi individuato, grazie al Dna, in un ignoto figlio illegittimo di Guerinoni, senza volto. In questi anni sono stati prelevati 18mila campioni di Dna, ma non avevano portato a niente. Oggi, poi, l’annuncio di Alfano.

CHI È
MILANO - "Un bravo ragazzo, un muratore in proprio che conduceva una vita tranquilla. Così i vicini di casa di Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto assassino di Yara Gambirasio fermato oggi, descrivono l’uomo che vive in una frazione di Mapello, in provincia di Bergamo, assieme alla moglie e alle due figlie piccole (Bossetti ha anche un terzo figlio, più grande). "Non è di qua", tengono a sottolineare i vicini, "è arrivato qui e si è sposato con una ragazza del posto. Speriamo solo che non sia vero", concludono.
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"Perdona sempre chi ti ha fatto del male". Biondo, in forma, con una famiglia all’apparenza perfetta e la passione per cani e gatti. E’ quello che emerge dal profilo di Facebook di Bossetti, individuato grazie al confronto del Dna con le tracce trovate sul corpo della tredicenne di Brembate di Sopra. Nell’ultimo aggiornamento di due settimane fa visibile a tutti Bossetti mostra tutto il suo amore per gli animali: "Se porgi la mano a un animale lui avrà un solo modo per dirti grazie: semplicemente ti amerà". E poi: "Perdona sempre chi ti ha fatto del male... passaci sopra" questa scritta allegata alla foto di un mezzo che asfalta una strada da cui spuntano i piedi di qualcuno.

Famiglia e cucciolate. Nella sua galleria fotografica tante foto dei figli: un maschio (il maggiore) e due femmine. Una foto ritrae tutta la famiglia al mare: i figli tutti biondi e con gli occhi chiari come il padre, e la moglie che li abbraccia, teneramente ("i miei veri amori", diceva lui). Ma moltissime sono anche le istantanee con gli animali che la famiglia Bossetti ha in casa: gatti, chihuahua, cucciolate, gatti di ogni tipo. Una persona, insomma, apparentemente insospettabile.


Mapello è un paese sconvolto dalla notizia del fermo del presunto assassino di Yara Gambirasio, dopo tre anni di indagini. I residenti della zona si dicono sconvolti. "Conosco la famiglia, siamo increduli, davvero non ci credo’’, così una vicina di casa del presunto killer
(di Silvia Valenti)

ore 20.00
"E’ una persona del posto". Era questione di tempo e di fortuna, perché il resto - la professionalità, la grinta, il "non mollare mai" - c’erano sin dall’inizio. Era il 26 novembre del 2010 quando Yara sparì, in una sera fredda, dalla palestra di Brembate di Sopra. Ma oggi il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha annunciato a Roma che l’assassino della ragazza è stato individuato: "Le forze dell’ordine, d’intesa con la magistratura, hanno individuato l’assassino di Yara Gambirasio. E’ una persona della stessa provincia dove viveva la vittima".
LA PROVA DEL DNA CHE HA INCASTRATO IL KILLER
Alfano: "Grazie a tutti". "Secondo quanto rilevato dal profilo genetico in possesso degli inquirenti l’assassino della piccola Yara è una persona del luogo, dunque della provincia di Bergamo", ha continuato Alfano. "Nelle prossime ore, saranno forniti maggiori dettagli. Ringraziamo tutti, ognuno nel proprio ruolo, per l’impegno massimo, l’alta professionalità e la passione investiti nella difficile ricerca di questo efferato assassino che finalmente non è più senza volto".
"Restituiteci la nostra Yara"
Il sindaco: "Siamo felici". "Se è vero siamo felici, era un atto dovuto alla famiglia e a tutta la comunità". Lo ha detto all’Ansa il sindaco di Brembate Sopra alla notizia del fermo di un presunto responsabile per l’omicidio di Yara Gambirasio. "Da quando è scomparsa da casa, a Brembate, e da quando è stata trovata uccisa a Chignolo Po (Bergamo), attendevamo questo momento. Ringrazio tutti quelli che hanno messo tante risorse in campo per arrivare a questo risultato".
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Il caso. La tredicenne di Brembate di Sopra era sparita nel nulla il 26 novembre 2010 dopo essersi incamminata dalla palestra del paese per tornare verso casa. A ritrovare il corpo della giovane, il 26 febbraio 2011, era stato un aeromodellista il cui modellino finì proprio accanto al cadavere di Yara, in un campo di Chignolo d’Isola, a una decina di chilometri dal luogo della scomparsa. Da quel giorno polizia e carabinieri, coordinati dalla Procura di Bergamo, hanno cercato invano di risalire all’autore dell’omicidio, poi individuato, grazie al Dna, in un ignoto figlio illegittimo di Guerinoni, senza volto. Oggi, poi, l’annuncio di Alfano.