Robert Aumann, Domenicale – Il Sole 24 Ore 15/6/2014, 15 giugno 2014
SE VUOI LA PACE PREPARA LA GUERRA
La Guerra fredda fu una cosa estremamente seria. Mi ricordo molto bene l’episodio della crisi dei missili di Cuba nel 1962 e la sensazione vivida che nel giro di una, massimo due settimane, il mondo sarebbe finito. Sono assolutamente d’accordo con quanto Thomas Schelling (con cui Aumann ha condiviso il premio Nobel per l’economia nel 2005, ndr) ebbe a dire nel suo discorso durante la cena in onore dei premi Nobel e cioè che il più importante evento del XX secolo è stato quello che non accadde, intendendo, con questa espressione, non solo lo scoppio di una guerra nucleare, ma anche il fatto che per sessant’anni siamo riusciti a evitare che anche una sola arma nucleare venisse mai utilizzata in un conflitto.
La mia impressione è che la portata di questo evento e le sue cause profonde non siano ancora state ben comprese dall’opinione pubblica. E uno degli aspetti, in particolare, che non mi pare siano stati compresi è che gli armamenti sono strumenti di deterrenza. Le armi sono progettate per non dover essere utilizzate. Funzionano solo se non vengono usate. Questo è un fatto che sia io sia Schelling avevamo compreso bene e che abbiamo cercato di far comprendere a chi doveva prendere le decisioni. In quegli anni, specialmente negli Stati Uniti, il movimento pacifista, che lottava per la messa al bando degli armamenti nucleari, per il disarmo unilaterale era estremamente popolare. Io ero e continuo a essere convinto che la decisione di ridurre gli armamenti in maniera unilaterale da parte degli Stati Uniti non avrebbe fatto altro che rendere lo scoppio della terza guerra mondiale ancora più probabile. Se la guerra non scoppiò fu proprio perché entrambe le parti avevano le armi nucleari, non grazie alla loro riduzione.
Se vuoi imparare a giocare una buona partita di calcio, che fai? Cerchi di imparare la strategia vincente dai migliori giocatori sulla piazza. Se vuoi imparare a fare la pace, allo stesso modo, dobbiamo cercare di imparare da coloro che sono riusciti a ottenerla e a preservarla meglio di chiunque altro. E in questo senso i campioni del mondo della pace sono stati gli antichi romani. Roma, che ha prodotto la pax romana, un periodo di pace prolungata andata avanti per 238 anni. Alla base della loro strategia c’era un atteggiamento che è descritto da un famoso adagio: si vis pacem, para bellum, se vuoi la pace sii pronto a combattere. E per essere pronti a combattere sono necessari gli aerei, i carri armati, i soldati, ma soprattutto è necessaria la determinazione. Un atteggiamento che ci spinge a cercare la pace, perché noi vogliamo la pace, ma anche a essere pronti a rispondere con determinazione e certezza a ogni attacco; e per questo, allora, non saremo costretti a combattere. Ecco dunque perché le armi saranno davvero efficaci solo quando sarà inutile e superfluo utilizzarle.
Robert Aumann, Domenicale – Il Sole 24 Ore 15/6/2014