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 2014  giugno 14 Sabato calendario

PERISCOPIO


Come possono coesistere, senza entrare in rotta di collisione, il PdR (il Popolo di Renzi) e il Pda (il Popolo dell’apparato)? Claudio Cerasa. Il Foglio.



(mfimage) Salvini vuole che in serie A giochino solo tre stranieri per squadra. Possono anche essere tutti e tre italiani. Il Rompispread. MF.



Volevano uscire in 13 anche dai Popolari per l’Italia in solidarietà con Mario Mauro. Già, ma dove cazzo ne trovano 13? Maurizio Crippa. Il Foglio.



Caso Mose. Bossi: «La Lega non sembra coinvolta». O forse non gli dicono più le cose? Spinoza. il Fatto.



Il sindaco Pd uscente di Livorno, Cosimi, con somma ineleganza ha attribuito al Pd il tracollo del partito nella elezione municipale, ma per cinque anni aveva governato con pigrizia e arroganza in una costante guerra fratricida con l’apparato locale del Pd. Paolo Virzì, regista, livornese. il Fatto.



Matteo Orfini (Pd) è nato quando c’erano già i telefoni, sia pure a gettoni; i tram, seppure elettrici; la televisione, sia pure in bianco e nero. Non c’era più Togliatti, pazienza. Intanto si spreca nei suoi tuìt, blog e facebook nella convinzione che, questo sì, sarebbe stato, ad avercelo, il socialismo ideale: D’Alema + l’elettrificazione del paese + il web. Bisogna contentarsi e farsi forza: dal partito al Party, da Concetto Marchesi a Baricco, dal Pci al Pd, dal Migliore al Bullo. Stefano Di Michele. Il Foglio.



Prima ancora che parlassero i difensori del sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, era sceso in campo l’avvocato d’ufficio Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente dell’Anci, noto per il fiuto da rabdomante: «Chiunque conosca Giorgio Orsoni e la sua storia personale e professionale, non può dubitare della sua correttezza e onestà». Tre giorni dopo, Orsoni apparve davanti al Gip per l’interrogatorio di garanzia e lì (assicurano i legali) rilasciò «dichiarazioni molto lucide, tranquille e serene con le quali ha dichiarato che non riconosce alcun addebito di responsabilità e si propone di dimostrarlo attraverso indagini difensive e integrazioni della documentazione della Procura». Dopodiché, oplà: nel breve volgere di un paio di giorni, il sindaco estraneo e sereno, anzi Serenissimo, rinuncia alle indagini difensive e anche alle integrazioni, confessa il finanziamento illecito e chiede alla Procura di patteggiare una pena di 4 mesi di reclusione e 15 mila euro di multa in cambio della scarcerazione e della revoca della sospensione dalla carica in base alla legge Severino. Così Orsoni torna a fare il sindaco, perché Venezia ha ancora tanto bisogno di lui. La sua tesi è che, sì, a pensarci bene, quei soldi illeciti per diventare sindaco li ha ricevuti ma obtorto collo, perché costretto dal Pd (al quale non è neppure iscritto). Marco Travaglio. il Fatto.



Bernardo Caprotti, patron di Esselunga, meriterebbe un monumento equestre già da vivo. Trovatemi un altro droghiere (a lui piace definirsi così) che con 140 negozi, per quanto grandi, riesca a dare lavoro a più di 20 mila dipendenti, a fatturare quasi 7 miliardi di euro l’anno e a fare 360 milioni di utili. Caprotti ha sempre ragione, in tutto e per tutto, specie quando litiga con i sindacati, quando censura le storture italiane con inserzioni a pagamento sui giornali, quando denuncia la concorrenza sleale delle coop nel libro Falce e carrello. Non è possibile che, per costruire i suoi supermercati nei comuni controllati dai rossi, abbia dovuto aspettare anche 30 o 40 anni dall’acquisto dei terreni, prima di ottenere le licenze. Gli invidio il self-control: al posto suo io avrei imbracciato un kalashnikov. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi, Marsilio.



Non è giusto che i cacciatori possano entrare in terreni altrui. Si tratta di una legge voluta con finalità belliche dal Duce, il quale sosteneva che un cacciatore vale 10 soldati. Palmiro Togliatti, ministro della giustizia nel 1956, la mantenne in odio alla proprietà privata. La caccia invece deve essere riservata solo ai proprietari delle terre dove si caccia. È dal 1956 che rimbosco le mie tenute con essenze gradite ai cinghiali e ai caprioli. Le pare che abbia speso un capitale per favorire gentaglia che spara a qualsiasi cosa le capiti a tiro? Includo, nella categoria dei bracconieri, molte guardie giurate volontarie che ammazzano volentieri anche gli istrici. Piero Cilotti. Il Giornale.



Nel libro Le ortensie di Felisberto Hernàndez (La Nuova frontiera) c’è la storia di un bancario che chiede di essere retrocesso a usciere. Per sbarcare il lunario, un pianista fallito fa il rappresentante di calze e impietosisce i merciai piangendo a comando. Un uomo racconta di un misterioso viaggio nel passato che forse è stato solo un sogno. E ancora, il caso di una donna avvelenata e uno scrittore a corto di trame. Una delle sei mogli di Hernàndez, apparentemente all’insaputa del marito, fu colonnello del Kgb e finì implicata sia nell’assassinio di Trotzky sia nel fallimento della spedizione anticastrista della Baia dei Porci. Di lui Garcia Màrquez ha detto: «Se non avessi letto i racconti di Hernàndez non sarei lo scrittore che sono oggi». Il Foglio.



I sacchi usati da Piera Graffer per le sue composizioni sono pieni di timbri, secondo i luoghi esotici dai quali provenivano le derrate che contenevano. Senza contorno regolare, questi sacchi hanno solo un carattere evocativo, letterario: sono sacchi da non buttare, pieni di vento, di cose inutili, ricordi e passioni lontane. Un magazzino di cose ormai archiviate. La Vergangenheit. Il trascorso. Luigi Serravalli, critico d’arte e scrittore.



Come ragazzo non ho hobby per cui mi piace veder partire i treni-cuccetta. Non ne perdo uno. Tra le otto di sera e mezzanotte è un continuo guardare treni-cuccetta per Rotterdam, la Dalmazia ecc. Milano Centrale ha anche un curioso primato: il treno-cuccetta che dura meno come tragitto. Parte alle 21,30 dalla Centrale e arriva a Milano Lambrate alle 21,40. Poi torna indietro. Così per tutta la notte. Parliamoci chiaro: per chi non ha 200 euro per dormire in un hotel attorno alla Stazione centrale, conviene. Con un euro di biglietto te la cavi. C’è anche il vagone ristorante a centro treno. Al self service puoi prendere quello che vuoi. Alla cassiera, di solito, si usa dire: «Paga il Comune». Maurizio Milani. Il Giornale.



Una volta, a letto, le donne le portavo io. Oggi mi portano loro, in barella, al pronto soccorso. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 14/6/2014