Sofia Gorgoni, Il Tempo 16/6/2014, 16 giugno 2014
CONSIGLI WEB PER MORIRE D’ANORESSIA
Fai aerobica fino a sentirti venire meno. Lega un elastico attorno al polso e fallo schioccare ogni volta che vorresti mangiare. Pulisci qualcosa di schifoso, fai addominali e datti pugni nello stomaco quando hai fame. Mangia soltanto nuda di fronte a uno specchio. Racconta che mangi da un’amica e invece vai a camminare. Sputa il cibo di nascosto, quando sei costretta a mangiare. Preparati una lista di scuse per cui non puoi mangiare. Mantieni la postura eretta, brucia il 10 % di kcal. Fai 6 piccoli pasti al giorno. Prendi 2 mele, e dividile così da avere 6 pasti. In questo modo ingannerai il tuo corpo. Assumi pillole contro il bruciore di stomaco se hai molta fame. Quando hai i crampi, arricciati come una palla, bevi acqua fredda e resisti. Pesati sempre prima e dopo aver mangiato. Salva i soldi che avresti speso per un pasto in un barattolo e guarda ogni giorno come aumentano. Fai il bagno in acqua ghiacciata per 15-30 minuti, la tua temperatura corporea si abbasserà e brucerai sulle 200 calorie per far salire di nuovo la temperatura ad un livello normale. Queste sono solo alcune delle regole «pro ana», circolano liberamente sul web e alimentano fitte comunità di malate che si fanno forza a vicenda per vincere lo stimolo della fame. Sui blog pro-ana (pro anoressia), la malattia viene decantata come una divinità: la «dea Ana».
Le ragazze/i si scambiano consigli sulla perdita sfrenata di peso, su come calcolare le chilocalorie del cibo, come eliminarlo o nascondere i sintomi del disturbo. Il loro simbolo distintivo è un braccialetto di colore rosso, che inizialmente serviva a ricordare alle persone che non erano sole, incoraggiandole a guarire, adesso, invece, rappresenta un segno di riconoscimento e appartenenza alla comunità pro ana, è lì per ricordare a coloro che lo indossano di non mangiare. Sono innumerevoli i blog e i siti, molti in inglese, dove si inneggia a «una filosofia di vita», che porta alla morte. L’idea è che l’anoressia sia una scelta legittima, ma non lo è.
Alcuni ragazzi hanno anche creato dei forum di discussione, protetti da password, dove pubblicano le loro foto e seguono i progressi del loro dimagrimento. I modelli da cui traggono ispirazione sono le star del cinema e della tv, tutte magrissime: Marie-Kate eAshley Olsen, Kate Moss, Nicole Richie, Kate Bosworth, Keira Knightley. Inneggiano alla magrezza e sui loro corpi si fanno strada i danni all’intestino e all’apparato digerente, alle gengive e ai denti, alla pelle, alle mani, ai capelli, allo stomaco, al fegato, ai reni, all’apparato riproduttivo, scompaiono le mestruazioni. L’elenco continua con i dolorosi rituali di pene autoinflitte: la concentrazione diventa impossibile, le ossa diventano fragili e stanche, la temperatura del corpo cambia, vengono meno minerali vitali, come il potassio. Si arriva così alle emorragie interne, agli scompensi elettrolitici e, a volte, all’arresto cardiaco. I braccialetti rossi si comprano online, spesso per meno di 20 euro. Li trovi sui siti molto frequentati da adolescenti con disturbi alimentari, vengono spediti in tutto il mondo. Ci sono anche molte ragazze italiane tra gli acquirenti. In una recente fiction italiana di successo «Braccialetti rossi», tra gli altri temi, si parla anche dell’anoressia che, insieme alla bulimia, riguarda ormai 2,2 milioni di ragazze nel nostro Paese. Dopo la fiction, i braccialetti sarebbero tornati in voga tra le anoressiche. Chi ha iniziato a vomitare indossa il braccialetto di colore viola o blu. Sara (nome di fantasia), per esempio è bulimica, parla di quando si lascia andare e annega tutta le sua depressione. Scrive sul suo blog: «Ogni volta che entro in supermercato è la fine per me, inizio ad avere una crisi d’astinenza pari al sintomo «sono a ruota» di un drogato: inizio a tremare, guardo in giro, guardo ogni tipo di scaffale, prendo un prodotto dopo l’altro guardandomi in giro come se fossi una ladra. Fare la "spesa" diventa poi come un’abbuffata, si riempie il carrello in pochissimi minuti e senza sapere cosa realmente si è acquistato». Poi corre a casa a compiere il suo rituale di sopravvivenza. Soffoca l’ansia con il cibo. Poi, due dita in gola e si sente nuovamente libera da quel cibo di cui è schiava.
In tutto il mondo per controllare il proprio peso si spendono ogni anno circa 200 miliardi di dollari. È un mercato ricchissimo quello dei prodotti dietetici. Un mondo senza regole e aperto a truffe, frodi e mistificazioni. Nell’era del dieting, dove lo stare a dieta è diventato uno stile di vita, i rischi sono alti. I disturbi dell’alimentazione sono in aumento. Il 2% delle donne dai 18 ai 24 anni soffre di anoressia, il 4,5% di bulimia e il 6,2% di vari disturbi alimentari. Crescono anche i casi precoci della malattia con ragazzine sempre più piccole assillate dalla linea, spesso figlie di mamme a dieta o esposte a pressioni per essere sempre più magri, soprattutto attraverso internet.
Sofia Gorgoni