Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  giugno 16 Lunedì calendario

FIAT CHRYSLER, SÌ ALLA FUSIONE LA NUOVA FCA SBARCA A WALL STREET


MILANO — Ci siamo. È arrivato l’atto formale che dà il via libera alla nascita di Fiat Chrysler Automobiles. Ieri il consiglio di amministrazione del Lingotto ha approvato il progetto di fusione per incorporazione di Fiat nella sua controllata interamente posseduta da Fiat Investments N.V., la società costituita in Olanda, che al termine dell’operazione si chiamerà Fiat Chrysler Automobiles (Fca) e diventerà la holding del gruppo.
Per il via libera definitivo, però, è necessaria l’approvazione da parte degli azionisti: entro fine luglio sarà convocata a Torino un’assemblea straordinaria. La data ufficiale, come ha promesso a Venezia Sergio Marchionne, sarà annunciata la prossima settimana. L’ultima tappa di questo percorso, che trasforma il Lingotto in un gruppo mondiale con base legale in Olanda e residenza fiscale in Gran Bretagna, si concluderà con l’approdo a Wall Street (le azioni di Fca saranno quotate anche sul Mercato telematico azionario della Borsa di Milano). I dettagli erano già noti dal 29 gennaio, quando il consiglio aveva dato il proprio assenso alla road map di riorganizzazione del gruppo, dopo l’acquisto da parte di Fiat della restante partecipazione in Chrysler. Ieri però c’è stato il via libera formale. La nuova struttura, che include il progetto di fusione, «ha lo scopo – spiega il Lingotto - di dotare Fca di un profilo societario, di investimento e di mercato coerente con il nuovo assetto del gruppo risultante dalla piena integrazione di Fiat e Chrysler». Il consiglio ieri ha anche approvato l’acquisizione dalla controllata Fiat Group Automobiles (Fga) dell’intera partecipazione in Fiat North America, la controllata che possiede Chrysler, con l’obiettivo «di semplificare la struttura societaria del gruppo». Ha inoltre deliberato l’emissione di uno o più bond destinati a investitori istituzionali per un ammontare complessivo fino a 4 miliardi, da collocare entro il 2015. Serviranno a gestire il debito consolidato e a sostituire alcune emissioni che sono in scadenza.
Cosa accadrà agli azionisti? I vecchi titoli Fiat saranno sostituiti da quelli di Fca, che adotterà anche un meccanismo di voto speciale per premiare i soci stabili e l’investimento di lungo periodo: gli azionisti che partecipano alla fusione e i nuovi azionisti che terranno le azioni Fca per un periodo di tre anni potranno esercitare due voti per ciascuna azione ordinaria di Fca che detengano. Insomma, peseranno il doppio in assemblea. In questo modo viene anche messa al sicuro la maggioranza Exor, che attualmente ha il 30%. In caso di diluizione del capitale ordinario il gruppo Agnelli continuerà a esercitare il controllo della società. Per chi non vorrà partecipare alla fusione c’è il diritto di recesso.
Dal consiglio di Fiat è uscito Gian Maria Gros Pietro, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo. Al suo posto dal 23 giungo entra Glenn Earle, che è stato partner di Goldman Sachs e chief operating officer di Goldman Sachs International. Le dimissioni di Gros Pietro sono dovute alla prossima entrata in vigore della «Capital Requirements Directive IV», le norme europee che limitano il numero delle posizioni in organi amministrativi di altre società che possono essere ricoperte da membri di organi di gestione di gruppi bancari.