Marco Zulberti, Corriere della Sera 15/6/2014, 15 giugno 2014
DEBITI PUBBLICO, PUNTO DI NON RITORNO SE LONDRA SI PREPARA AD ALZARE I TASSI
Il sincronismo tra l’annuncio del nuovo massimo raggiunto dal debito pubblico italiano, salito a 2.146 miliardi di euro, ben 70 miliardi in più rispetto a inizio anno, e l’annuncio da parte della Banca d’Inghilterra di prepararsi ad un nuovo rialzo del tasso di sconto, oggi allo 0.5, fanno temere che se non verranno prese rapidamente decisioni decisive in campo economico, il livello del debito stia raggiungendo un punto di non ritorno, oltre il quale l’Italia sarà chiamata, nel medio termine, a una sua ristrutturazione.
Nonostante le prime riforme e i tagli alla spesa pubblica introdotti prima dal governo Monti, e ora dal governo Renzi, il debito pubblico invece che rallentare ha addirittura accelerato la sua dinamica negativa alimentando l’idea che una larga parte dell’economia privata italiana gravasse a leva, sulla stessa spesa pubblica. E cioè che le imprese private lavorassero in percentuali molto significative per commesse pubbliche dello Stato o degli enti locali. Per questo il ciclo economico è drammaticamente fermo, perché era alimentato dal debito. Di fronte a questi ultimi dati vi è il serio il sospetto che questa dipendenza sia ancora più forte, per cui paradossalmente, tagliando ulteriore spesa, le cose peggioreranno ancora.
In una stagione che comincia a intravedere una potenziale crescita dei tassi nell’area del dollaro e della sterlina — in settimana aveva alzato i tassi anche la Nuova Zelanda —, sorge un problema fondamentale: se la stagnazione economica continuasse con un debito cresciuto di 475 miliardi dal 2008, l’Italia potrebbe trovarsi impreparata e vivere un altro momento drammatico, con un debito che oggi è sproporzionato rispetto alla capacità industriale e produttiva del Paese. Dopo le mosse di Mario Draghi nell’aver favorito un accordo europeo per sostenere la crescita, il governo italiano non può più perdersi in scontri sulla legge elettorale o sull’eleggibilità del Senato ma, considerando uno scenario di crescita e di tassi sul debito in crescita, agire con grande attenzione, valutando questa particolare distorsione e dipendenza dell’economia privata da quella pubblica.