VARIE 15/6/2014 (Dagospia), 15 giugno 2014
APPUNTI PER GAZZETTA - GRILLO È PRONTO A PARLARE CON RENZI
ROMA - Riforma elettorale: l’apertura del Movimento 5 Stelle al governo arriva di domenica mattina via web, coglie tutti di sorpresa e dà il via a un botta e risposta animato tra movimento e Pd sulla necessità, o meno, di (ri)utilizzare la diretta streaming già sperimentata in passato per ’documentare’, anche stavolta, i risultati del confronto. "Se Matteo Renzi ritiene che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, il cui esito dovrà comunque essere ratificato dagli iscritti al M5S, Renzi batta un colpo. Il M5S risponderà". Lo scrivono Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sul blog, auspicando un incontro con il premier sulla legge elettorale.
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ROMA - Riforma elettorale: l’apertura del Movimento 5 Stelle al governo arriva di domenica mattina via web, coglie tutti di sorpresa e dà il via a un botta e risposta animato tra movimento e Pd sulla necessità, o meno, di (ri)utilizzare la diretta streaming già sperimentata in passato per ’documentare’, anche stavolta, i risultati del confronto. "Se Matteo Renzi ritiene che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, il cui esito dovrà comunque essere ratificato dagli iscritti al M5S, Renzi batta un colpo. Il M5S risponderà". Lo scrivono Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sul blog, auspicando un incontro con il premier sulla legge elettorale.
GUARDA Il videoconfronto: come cambia lo streaming
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Il capo del governo, intanto, all’indomani dell’assemblea nazionale del partito, sta trascorrendo una giornata di riposo con la famiglia a Pontassieve (Firenze). Ai cronisti che lo hanno aspettato al termine della messa domenicale (e comunque dopo la pubblicazione del post sul blog), Renzi ha risposto: "Non parlo di niente". A distanza, però, i moderati tenteranno di metterlo in guardia: stai attento, gli dicono da Scelta civica, "Grillo vuole la palude".
La svolta dal fronte Cinque stelle con l’apertura al dialogo sulla riforma elettorale è spiegata da Grillo e Casaleggio principalmente con la legittimazione popolare avuta da Renzi in seguito al voto europeo.
Legge elettorale: Renzi, batti un colpo: http://www.beppegrillo.it/2014/06/legge_elettorale_renzi_batti_un_colpo.html?utm_source=blog_grillo_it&utm_medium=twitter&utm_campaign=followme …
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ROMA - Riforma elettorale: l’apertura del Movimento 5 Stelle al governo arriva di domenica mattina via web, coglie tutti di sorpresa e dà il via a un botta e risposta animato tra movimento e Pd sulla necessità, o meno, di (ri)utilizzare la diretta streaming già sperimentata in passato per ’documentare’, anche stavolta, i risultati del confronto. "Se Matteo Renzi ritiene che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, il cui esito dovrà comunque essere ratificato dagli iscritti al M5S, Renzi batta un colpo. Il M5S risponderà". Lo scrivono Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sul blog, auspicando un incontro con il premier sulla legge elettorale.
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Il capo del governo, intanto, all’indomani dell’assemblea nazionale del partito, sta trascorrendo una giornata di riposo con la famiglia a Pontassieve (Firenze). Ai cronisti che lo hanno aspettato al termine della messa domenicale (e comunque dopo la pubblicazione del post sul blog), Renzi ha risposto: "Non parlo di niente". A distanza, però, i moderati tenteranno di metterlo in guardia: stai attento, gli dicono da Scelta civica, "Grillo vuole la palude".
La svolta dal fronte Cinque stelle con l’apertura al dialogo sulla riforma elettorale è spiegata da Grillo e Casaleggio principalmente con la legittimazione popolare avuta da Renzi in seguito al voto europeo.
La gente lo ha votato - è il senso - dobbiamo parlare con lui. Una svolta che farà dire all’ex senatore pentastellato, Luis Alberto Orellana: "Questa apertura al dialogo corrisponde a quanto da me richiesto più e più volte quando ero nel M5S. Dopo l’espulsione, gli insulti e le minacce di morte, ecco la conferma di essere stato sempre nel giusto".
LEGGI Progetto M5S tra proporzionale corretto e preferenze / L’Italicum
Ma il voto del 25 maggio ha detto anche altro. Perché è stata proprio la portata di quel voto popolare a innescare il dibattito all’interno del M5S: l’emergere di posizioni critiche rispetto alla strategia isolazionista e ai toni urlati della comunicazione hanno allontanato parte di quanti, alle politiche 2013, avevano scelto il movimento nella speranza di un cambiamento democratico che partisse dal basso e impedito la conquista di nuove fette di elettorato. L’apertura a Renzi, dunque, è figlia anche di un cambio di passo quasi obbligato dopo l’esito del voto europeo, che ha posto la sconfitta (in termini percentuali) del M5S sull’altro piatto della bilancia rispetto a quello su cui si trova la larga vittoria del Pd.
Di ’ripensamenti’, peraltro, nelle ultime 48 ore devono essercene stati svariati ai piani alti del M5S. La tregua con il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, sabato, è stato il segnale di una riconsiderazione della strategia muscolare seguita finora rispetto all’ala ’dialogante’. Ma certo, nessuno poteva pensare in un cambio di passo così rapido sul terreno della riforma elettorale.
"Sono avvenute due cose che hanno cambiato lo scenario - scrivono sul blog Grillo e Casaleggio -: il M5S ha una legge approvata dai suoi iscritti (e non discussa a porte chiuse in un ufficio del Pd in via del Nazareno) e Renzi è stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd. Quindi qualcosa, anzi molto, è cambiato".
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ROMA - Riforma elettorale: l’apertura del Movimento 5 Stelle al governo arriva di domenica mattina via web, coglie tutti di sorpresa e dà il via a un botta e risposta animato tra movimento e Pd sulla necessità, o meno, di (ri)utilizzare la diretta streaming già sperimentata in passato per ’documentare’, anche stavolta, i risultati del confronto. "Se Matteo Renzi ritiene che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, il cui esito dovrà comunque essere ratificato dagli iscritti al M5S, Renzi batta un colpo. Il M5S risponderà". Lo scrivono Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sul blog, auspicando un incontro con il premier sulla legge elettorale.
GUARDA Il videoconfronto: come cambia lo streaming
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Il capo del governo, intanto, all’indomani dell’assemblea nazionale del partito, sta trascorrendo una giornata di riposo con la famiglia a Pontassieve (Firenze). Ai cronisti che lo hanno aspettato al termine della messa domenicale (e comunque dopo la pubblicazione del post sul blog), Renzi ha risposto: "Non parlo di niente". A distanza, però, i moderati tenteranno di metterlo in guardia: stai attento, gli dicono da Scelta civica, "Grillo vuole la palude".
La svolta dal fronte Cinque stelle con l’apertura al dialogo sulla riforma elettorale è spiegata da Grillo e Casaleggio principalmente con la legittimazione popolare avuta da Renzi in seguito al voto europeo.
La gente lo ha votato - è il senso - dobbiamo parlare con lui. Una svolta che farà dire all’ex senatore pentastellato, Luis Alberto Orellana: "Questa apertura al dialogo corrisponde a quanto da me richiesto più e più volte quando ero nel M5S. Dopo l’espulsione, gli insulti e le minacce di morte, ecco la conferma di essere stato sempre nel giusto".
LEGGI Progetto M5S tra proporzionale corretto e preferenze / L’Italicum
Ma il voto del 25 maggio ha detto anche altro. Perché è stata proprio la portata di quel voto popolare a innescare il dibattito all’interno del M5S: l’emergere di posizioni critiche rispetto alla strategia isolazionista e ai toni urlati della comunicazione hanno allontanato parte di quanti, alle politiche 2013, avevano scelto il movimento nella speranza di un cambiamento democratico che partisse dal basso e impedito la conquista di nuove fette di elettorato. L’apertura a Renzi, dunque, è figlia anche di un cambio di passo quasi obbligato dopo l’esito del voto europeo, che ha posto la sconfitta (in termini percentuali) del M5S sull’altro piatto della bilancia rispetto a quello su cui si trova la larga vittoria del Pd.
Di ’ripensamenti’, peraltro, nelle ultime 48 ore devono essercene stati svariati ai piani alti del M5S. La tregua con il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, sabato, è stato il segnale di una riconsiderazione della strategia muscolare seguita finora rispetto all’ala ’dialogante’. Ma certo, nessuno poteva pensare in un cambio di passo così rapido sul terreno della riforma elettorale.
"Sono avvenute due cose che hanno cambiato lo scenario - scrivono sul blog Grillo e Casaleggio -: il M5S ha una legge approvata dai suoi iscritti (e non discussa a porte chiuse in un ufficio del Pd in via del Nazareno) e Renzi è stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd. Quindi qualcosa, anzi molto, è cambiato".
LEGGI Base M5S: "...finalmente" / Tra i militanti Pd prevale sospetto
"La legge M5S è di impronta proporzionale - ricordano Grillo e Casaleggio -, non è stata scritta su misura per farci vincere come è stato per l’Italicum, scritto per farci perdere. E ora? Se Renzi ritiene che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, il cui esito dovrà comunque essere ratificato dagli iscritti al M5S, Renzi batta un colpo. Il M5S risponderà".
"All’incontro eventuale con il Pd, che speriamo ci sia, - anticipano Grillo e Casaleggio -parteciperanno i due capigruppo M5S di Camera e Senato, oltre a Danilo Toninelli, estensore tra altri della versione definitiva della legge e Luigi Di Maio come massima rappresentanza istituzionale in parlamento nel suo ruolo di vicepresidente della Camera". Proprio Di Maio, qualche minuto più tardi, commenterà ai microfoni di SkyTg24: stando "alle dichiarazioni degli ultimi giorni è chiaro che l’Italicum vogliono cambiarlo al Senato" e in questo modo "il patto del Nazareno è sempre più debole e noi siamo a un bivio, ovvero la legge elettorale deve farla Silvio Berlusconi o il Movimento 5 Stelle? E’ Berlusconi l’ago della bilancia? Vogliamo esserlo noi l’ago della bilancia". E poi: "Aspettiamo una risposta, diamo il tempo al governo di trascorrere la domenica, poi vediamo domani cosa succede". Ma su un eventuale faccia a faccia tra Grillo e Renzi trasmesso in streaming, Di Maio annuncia, di fatto, un’altra novità: "Non credo sia essenziale".
GUARDA Incontro Renzi-Grillo dura 10 minuti / Con Bersani nel 2013
La prima reazione arriva, in tarda mattinata, dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, che a L’Intervista di Maria Latella su Sky ha detto: "Se davvero siamo di fronte a un’apertura sincera, sarebbe impossbile sottrarsi al confronto. Se Grillo ha deciso di scongelare i suoi voti e di metterli veramente a disposizione di una discussione sul merito dei cambiamenti necessari per questo Paese, bisogna andare a vedere le carte, verificare fin dove vuole arrivare e sperare che non sia un bluff".
Gli fa eco, ma via Twitter, l’ex sindaco di Bari, oggi segretario del Pd pugliese, Michele Emiliano.
Michele Emiliano @micheleemiliano
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Da 2 anni chiedo al #M5S un dialogo e finalmente #casaleggio e #grillo chiedono di incontrare @matteorenzi per legge elettorale: sono felice
12:35 PM - 15 Jun 2014
Passano le ore, ed è il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, a raccogliere la palla lanciata dal movimento: "Pronti a confrontarci con tutti, nel rispetto delle posizioni diverse". Un semaforo verde che riguarda non solo il M5S ma anche la Lega. Non a caso, Guerini sottolinea: "Prendiamo atto con soddisfazione che Grillo e Matteo Salvini (segretario del Carroccio, ndr) stanno tornando sui loro passi, cercando il confronto con il Pd. Questo è un segno evidente della centralità politica del nostro partito, forte del risultato elettorale e di un’agenda radicale di riforme che gli italiani aspettano".
Ma, a sorpresa, Guerini stoppa Di Maio sulla ’non essenzialità’ della diretta live e rilancia: "Visti i precedenti con i 5 Stelle, suggeriamo comunque l’adozione dello streaming per eventuali incontri futuri". A coniare l’hashtag #comesicambiapernonmorire (dalla canzone di Fiorella Mannoia), invece, è Stefano Bonaccini, responsabile Enti locali nella segreteria Pd, che sul nodo ’live’ interviene sui social.
Stefano Bonaccini @sbonaccini
Follow
Quindi quelli per cui era o solo in streaming o vale niente, adesso chiedono incontro ma senza streaming? #comesicambiapernonmorire
Cauta Debora Serracchiani, vicesegretario del Pd e presidente del Friuli Venezia Giulia, che dice: "L’annuncio di una apertura al dialogo da parte di Grillo non ci coglie impreparati, perché la nostra disponibilità a un confronto a tutto campo l’abbiamo dichiarata da molto tempo. Dopo l’annuncio però bisogna vedere come intende passare alla prova dei fatti".
A quanto riferiscono fonti grilline, sarà recapitata domani al premier una lettera, a firma dei due capigruppo del M5S di Senato e Camera, Maurizio Buccarella e Giuseppe Brescia, per formalizzare la richiesta di un incontro sulla riforma della legge elettorale.
Ad anticipare il via libera da parte del governo, tuttavia, poche ore dopo è Di Maio su Twitter, che sulla diretta streaming chiarisce: "Si farà".
Parole che vengono ritwittate anche da Grillo sul proprio profilo.
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politica
legge elettorale
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movimento 5 stelle
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patto del Nazareno
scelta civica
Protagonisti:
Gianroberto Casaleggio
Matteo Renzi
Beppe Grillo
Luigi Di Maio
Danilo Toninelli
Maurizio Martina
michele emiliano
Luis Alberto Orellana
federico pizzarotti
lorenzo guerini
Stefano Bonaccini
© Riproduzione riservata 15 giugno 2014
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Luigi Di Maio @luigidimaio
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Sono felice del fatto che il Governo abbia accolto la nostra proposta di incontro sulla legge elettorale. (lo streaming si farà).
4:22 PM - 15 Jun 2014
Parole che vengono ritwittate anche da Grillo sul proprio profilo.
LEGGE ELETTORALE DI GRILLO NELLA SINTESI DI REPUBBLICA.IT
UN sistema elettorale proporzionale "sensibilmente corretto" che provoca uno sbarramento "naturale" e "flessibile" anche grazie alla dimensione "intermedia" delle circoscrizioni, con la possibilità di esprimere preferenze ma anche "penalizzazioni" di candidati sgraditi. Per le preferenze, è consentito il panachage (vale a dire il voto disgiunto: si possono votare candidati di liste diverse da quella votata), mentre sono vietate (pena annullamento) le candidature plurime in più circoscrizioni o rami del parlamento.
LEGGI Grillo a sorpresa apre a Renzi sulla legge elettorale
E’ questa, a grandi linee, la proposta di riforma del M5S su cui oggi Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio invitano Matteo Renzi a "battere un colpo" per farne base comune di discussione. Un sistema votato punto per punto tramite una consultazione online e presentato in forma definitiva il 7 maggio scorso. La riforma, che prevede l’elezione sostanzialmente con lo stesso metodo sia della Camera che del Senato (pur se con alcuni "correttivi tecnici"), assicura, secondo i proponenti, anche la governabilità.
La riforma a Cinque Stelle prevede 42 circoscrizioni di grandezza intermedia con due schede elettorali, una per il voto di lista e una per il voto di preferenza. Voto che può essere, come si diceva, anche ’sfavorevole’ nel caso in cui il cittadino decida di penalizzare un candidato presente in una lista. In questo caso può cancellare il nome sgradito dalla lista votata, tracciando una riga sul suo nome (sono possibili fino a due voti negativi in alcune circoscrizioni) e determinando in questo modo la penalizzazione di un decimo di voto (o due decimi) per la lista votata.
La preferenza (da una a due a seconda dell’ampiezza della circoscrizione) si indica invece su una scheda a parte e può essere diretta anche al candidato di una lista diversa da quella votata (panachage). Il sistema votato dagli attivisti M5S prevede anche una soglia "naturale" di sbarramento che si calcola superiore al 5% nelle 33 circoscrizioni che assegnano il 60% dei seggi e inferiore al 5% nelle restanti circoscrizioni che assegnano il 40% dei seggi della Camera.
Le 42 circoscrizioni sono composte da 3 circoscrizioni (Milano, Roma, Napoli) che indicano da 32 a 42 seggi, dalla Valle d’Aosta che ha un seggio, dal Molise che ha tre seggi, da altre 13 circoscrizioni che hanno da 5 a 9 seggi, da 19 circoscrizioni che hanno da 21 a 24 seggi. Nella proposta M5s al fine di evitare liste troppo lunghe le circoscrizioni grandi vengono a loro volta suddivise al loro interno in collegi plurinominali da 9 a 13 seggi, in modo che ogni elettore possa esprimere una sola preferenza negativa ed una sola preferenza positiva.
Per il Senato (dovendo rispettare quanto previsto dall’articolo 57 della Costituzione) le circoscrizioni sono regionali ma con una ripartizione che coincide con quella della Camera e con l’applicazione dello stesso metodo di "correzione" del proporzionale usato per Montecitorio.
IL BLOG I GRILLO
"Correva il gennaio 2014. Renzie e i giornalai chiedevano a gran voce che il M5S andasse a "vedere le carte" della legge elettorale di Renzie, se no il Paese andava a sbattere. Altrimenti Renzie con chi altro poteva fare la legge se non con Berlusconi? E Berlusconi fu! Il pregiudicato sbattuto fuori dal Senato per merito esclusivo del M5S che chiese il voto palese e accelerò la discussione in aula, fu in seguito accolto in gran pompa da Napolitano al Quirinale come novello padre costituzionale. E chi altri poteva fare le riforme della P2 se non un condannato in via definitiva nonché ex iscritto alla P2 (tessera 1816, ndr)? La logica in questo è impeccabile.
Il M5S avviò a gennaio una discussione on line con gli iscritti, seguita da un voto, su ogni singolo punto possibile di una nuova legge elettorale con l’aiuto del professor Giannuli. La legge M5S è stata quindi depositata in Parlamento e siamo arrivati prima della legge elettorale di Renzie e Berlusconi, primi con il passo della tartaruga, ma della democrazia partecipata. Ricordate? Se non si faceva la legge entro il 25 gennaio non doveva cadere il mondo? Rileggetevi gli articoli dei quotidiani di allora. Pura comicità.
E ora? Ora sono avvenute due cose che hanno cambiato lo scenario: il M5S ha una legge approvata dai suoi iscritti (e non discussa a porte chiuse in un ufficio del Pd in via del Nazareno) e Renzi è stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd. Quindi qualcosa, anzi molto, è cambiato. La legge M5S è di impronta proporzionale, non è stata scritta su misura per farci vincere come è stato per l’Italicum, scritto per farci perdere. E ora? Se Renzi ritiene che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, il cui esito dovrà comunque essere ratificato dagli iscritti al M5S, Renzi batta un colpo. Il M5S risponderà. All’incontro eventuale con il Pd, che speriamo ci sia, parteciperanno i due capigruppo M5S di Camera e Senato, oltre a Danilo Toninelli, estensore tra altri della versione definitiva della legge e Luigi Di Maio come massima rappresentanza istituzionale in Parlamento nel suo ruolo di vicepresidente della Camera." Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio