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 2014  giugno 13 Venerdì calendario

ERMANNO RANDI UCCISO DAL SUO MIGLIORE AMICO


[2 novembre 1951]

Alla maniera dei film della malavita, che gli avevano dato i primi successi nella carriera, cinematografica, è stato ucciso ieri mattina l’attore Ermanno Randi, al secolo Armanno Rossi di 31 anni, nato a Bastia in Corsica, e abitante a Roma in via del Babuino 172. L’assassino è il commerciante di vini Giuseppe Maggiore di 32 anni, nato in Sicilia, in provincia di Palermo. Quest’ultimo abita a Roma in un grazioso appartamentino in via Apulia 2, una traversa di via Gallia al quartiere Appio.
La sanguinosa tragedia è accaduta ieri mattina, proprio nella casa del commerciante ove, da circa due anni, viveva anche il Randi. Alle 7 precise via Apulia,una stradina linda e solitaria, è stata risvegliata da sei detonazioni esplose una dopo l’altra. Una finestra dello stabile n. 2(unapalazzina a un solo piano,bianca e tagliata ad angoli retti)si spalancava di colpo e un giovane scarmlgliato, vestito solo con una canottiera di lana si affacciava gridando: «Mi uccidono, aiuto! aiuto!». Alcune persone, un vigile notturno e uno spazzino, si precipitavano verso la casa. I1 portoncino che conduce nelrappartamentino dove stava accadendo il dramma, era chiuso. I due uomini tentavano di abbatterlo senza però riuscirvi. Allora il giovane che aveva chiamato soccorso, facendo un estremo sforzo si trascinava sanguinante per le scale, raggiungeva la porta e, dopo averla aperta, si accasciava al suolo. Con una topolino che passava in quel momento, senza perdere un attimo di tempo, il poveretto veniva d’urgenza trasportato all’Ospedale di S. Giovanni. Subito dopo il vigile notturno saliva nell’appartamento dove trovava, steso sul pavimento e ferito al petto, un altro giovane che con un altro automezzo veniva anch’esso accompagnato all’ospedale.
Intanto il commissario svolgeva le indagini per identificare i protagonisti della tragedia, i quali risultavano essere, come già abbiamo detto in principio, Armanno Rossi, in arte Ermanno Randi e il commerciante Giuseppe Maggiore.
Al pronto soccorso del nosocomio Ermanno Randi veniva subito sottoposto ad intervento chirurgico, ma, le sue condizioni permanevano gravissime. Dei sei colpi sparatigli addosso dall’amico tre lo avevano raggiunto al petto perforandogli i polmoni, lo stato del commerciante invece non era affatto preoccupante. La pallottola che e-gli si era sparato addosso, con la sua, Beretta 7,65, non gli aveva leso alcun organo vitale e i sanitari lo giudicavano guaribile in 15 giorni.
Senza riprendere conoscenza, alle 9,30, Ermanno Randi spirava. Era, stato ucciso da un amico, mentre aveva indosso la sola canottiera: quanta analogia con il film «I fuori legge» da lui interpretato poco più di un anno fa in cui impersonava Giuliano. Nel frattempo lapolizia iniziava le indagini. Giuseppe Maggiore veniva interrogato e il suo primo pensiero era quello di sapere come stesse il suo amico. Randi era già morto e gli agenti gli dicevano invece, che stava migliorando. Anziché rispondere alle pressanti domande che gli venivano rivolte il commerciante dichiarava che tutto ciò che aveva da dire era contenuto in due lettere che egli aveva indosso al momento di essere ricoverato in ospedale e di cui si era impossessata la polizia: una diretta al Questore di Roma e l’altra ai familiari dell’attore Randi. Queste due lettere contengono la confessione di un tenebroso dramma, di oscuri rapporti iniziati circa due anni fa tra l’attore e il commerciante. Niente, in quelle due lettere, era scritto con il velo del pudore. Tutto era chiaro e risultava che Giuseppe Maggiori aveva sparato perché Ermanno non voleva più abitare con lui.
A questo punto occorre tornare indietro di qualche anno, quando Giuseppe Maggiore e Ermanno Randi si conobbero. Armanno Rossi allora era alle prime armi nella sua carriera di attore; una carriera che, pur senza successi clamorosi, aveva già dato in questi giorni al Randi una certa posizione tra gli attori giovani del cinema italiano. Non mancavano neppure molte ammiratrici. Ma allora, dicevamo, Armanno Rossi (non si chiamava ancora, Randi), aveva bisogno di amici, di conoscenze, di persone che gli rendessero meno aspra la dura vita del successo artistico. E chi gli fu per primo di qualche aiuto fu proprio il commerciante Giuseppe Maggiore, giovane danaroso e appassionato del cinema e del teatro. Quando i due giovani strinsero amicizia Ermanno Randi lavorava nella compagnia di prosa al Luchino Visconti ove faceva piccole parti.
Giuseppe Maggiore invitò l’amico ad andare a vivere con lui, nella sua garconiere in via Apulia: un corridoio, una camera, matrimoniale, una, piccola stanza (ove dormiva il Randi), il bagno e la cucina. Tutto mobiliato con gusto quasi femminile. L’attore accettò l’offerta. La vita del teatro non gli permetteva lussi in quei tempi, ed era utile avere un amico disposto ad aiutarlo. Ma poi, per Ermanno cominciò ad aprirsi la via di un lavoro più redditizio con parti di protagonista in film di grande successo commerciale. Ebbe in principio una parte secondaria nell’Ebreo errante insieme a Vittorio Gassmann, poi un’altra simile nei Vespri szciliani ed eccol0 sotto le spoglie di «Giuliana,» nel film che doveva chiamarsi Montelepre ma che inveceuscì con il titolo di I fuori legge. Ermanno Randi ebbe molta fortuna con quella pellicola che venne messa in circolazione proprio negli stessi giorni in cui il bandito siciliano fu trovato ucciso nel cortile di casa De Maria a Castelvctrano. La propaganda cinematografica seppe approfittare di quella coincidenza e il pubblico gremi le sale ove Ermanno Randi, nella figura del bandito veniva, assassinato a colpi di pistola da un amico. È questa analogia con la sua morte a cui già abbiamo fatto cenno. (...)
La tenebrosa, tragedia può essere ricostruita in questa maniera. In questi giorni l’attore stava girando Trieste mia e molte volte tornava a casa, in via Apulia,a notte inoltrata e spesso non rientrava affatto. L’altra sera Giuseppe Maggiore lo attese per molte ore. Aveva chiesto ad Ermanno di rincasare presto perchè aveva necessità di parlargli per avere una spiegazione definitiva. Randi non diede importanza a quell’invito. Per tutta la notte Giuseppe Maggiori camminò sù e giù per il corridoio del suo piccolo appartamento. I1 temporale imperversava e se da una parte imprecava per il ritardo delramico, era anche in viva apprensione per lui a causa della bufera. Ad ogni piccolo rumore provocato magari dal vento che faceva battere un’imposta, Giuseppe correva per le scalette sperando di trovare l’amico che credeva stesse per giungere. Cosi per tutta una notte. Poi venne l’alba, Ermanno Randi arrivò. Disse a Giuseppe che aveva lavorato. Per questo aveva fatto tardi. L’attore aveva ancora il oerone in faccia. Nel bagno cominciò a lavarsi il viso, si spoglio completamente e rimase con la sola canottiera. A quel punto Giuseppe Maggiore inìziò i suoi rimproveri contro l’amico: «Per te mi sono rovinato ed ora vuoi troncare la nostra amicizia. Ti assicuro che morirai, morirai come nei film dove fai il bello e l’eroe. In questo dramma però, che sarà il più reale, non avrai applausi». E cosi concludendo Giuseppe Maggiore tirò fuori la pistola e sparò, sparò una volta, due, tre fino a quando non rimase un proiettile ancora nel caricatore, quello destinato a lui. Randi colpito in pieno petto riuscì con un supremo sforzo a raggiungere la finestra, apri le imposte e comprimendosi le ferite con le mani, implorò aiuto.