Il Tempo 13/6/2014, 13 giugno 2014
LE ACQUE DEL PO STRARIPANO NELLA BASSA MANTOVANA
[14 novembre 1951]
Benché la violenza del maltempo sia notevolmente diminuita, permane sempre preoccupante la situazione delle regioni settentrionali, e, in special modo, della Valle Padana.
Il Po ha straripato in tre località della Bassa Mantovana e in una della Bassa Reggiana. In provincia di di Mantova, a Viadana, ieri sera le campane hanno suonato a martello perchè il Po ha rotto l’argine a Ghiarde di Brescello e a Saline di Viadana; l’acqua, prima della mezzanotte, aveva raggiunto il «Villaggio del ragazzo» e la caserma dei carabinieri. Le popolazioni hanno sfollato rapidamente i due paesi. Sempre nella Bassa Mantovana, il Po ha straripato nelle zone di Sabbietta, Gazzuolo e Commessaggio, allagando migliaia di ettari di terreno; moltissimi cascinali investiti dalle acque sono stati sgomberati. Ieri sera tutta la zona a nord oltre Porta Molini era completamente allagata. Anche a Tabellano il fiume, rotto l’argine minore, è straripato nella conca che precede l’argine maestro e sta sommergendo centinaia di ettari di terreno coltivato.
Nella Bassa Reggiana il Po ha rotto l’argine Malaspina, tra Gualtieri e Guastalla, ed è dilagato nei terreni golenali per un’estensione di circa 3000 ettari minacciando i comuni di Boretto, Guastalla, Gualtieri e Luzzara e giungendo in qualche punto sino a un metro dalla cima dell’argine maestro.
Altre due vittime si sono dovute registrare ieri. Il 45 enneRemigio Boni, da S. NicolòPo (Mantova), è annegato alle 17, mentre stava cercando di recuperare un troncone del ponte di chiatte di S. Benedetto. Il 35 enne Costante Pompeo è annegato nel Piave, mentre a Susegana (Treviso) stava tentando di trarre a riva rami e tronchi trascinati dalla corrente.
SITUAZIONE GRAVE La situazione lungo il Po permane sempre gravissima. Il livello del fiume ha continuato ad aumentare ed i «franchi» degli argini in molti punti sono ormai ridotti a pochi centimetri. A Casalmaggiore (Cremona), l’altezza dell’acqua è di m. 7,76; una rottura dell’argine, verificatasi durante la notte, è stata parzialmente tamponata, ma parte della campagna circostante è rimasta allagata. Sempre in provincia di Cremona, a Spinadesco, dove l’Adda sfocia nel Po, il livello delle acque è salito a m. 6,64, con grave pericolo. A Piacenza, il livello delle acque del Po, che ieri l’altro era di m. 9,30, alle 9 di ieri mattina aveva m. 10,21. Nella Bassa Lodigiana sono allagate le campagne di Orio Litta, Senna Lodigiana e Ospidaletto, avendo il Lambro superato gli argini nei pressi della confluenza del Po. A Pontelagoscuro (Ferrara) il livello del fiume ha raggiunto m. 3,59 sopra la guardia di sospetto. A Occhiobello (Rovigo) l’ingrossamento del Po ha provocato la rottura di un piccolo argine; parte dell’abitato è stato invaso dall’acqua. Cessata la pioggia, la situazione è notevolmente migliorata nella provincia di Milano e nella regione del Garda. A Gardone, le acque che scendono dalle montagne circostanti, continuano ad allagare un buon tratto della strada nazionale ed i fabbricati nei pressi del punto ostruito dai franamenti. A Ssalò una casa cantoniera dell’ANAS è sotto l’incombente grave minaccia di una frana che trascinerebbe a valle parte della collina ove sorge il fabbricato. A Binzago il Seveso, uscito dagli argini, ha isolato diverse case una delle quali ha dovuto essere rapidamente sgomberata a causa di grosse fenditure prodotte nei muri della violenza delle acque. Anche nel Bresciano la diminuzione della temperatura ed una schiarita generale fanno presagire un miglioramento della situazione. A Ponte San Marco, il Chiese è straripato in più punti invadendo un cotonificio; a Quinzano, l’Oglio è straripato dalle due sponde ed ha inondato circa 1000 ettari di terreno. Gli ambienti della zona hanno dovuto abbandonare le case. Anche a Ponte Vico, Robesco e Alfianello, l’Oglio ha allagato le campagne con notevoli danni. Preoccupante la situazione ad Acquafredda, ove il Chiese ha allagato una vasta zona e preme sulla diga «Bresciani» minacciando di rompere le opere di imbrigliamento: sul posto si è formata una cascata di aspetto pauroso. In Val Trompia, le infiltrazioni d’acqua hanno provocato una frana a Bovegno che ha bloccato la strada. In Val Camonica, a Pian d’Artogne, il torrente Re ha superato l’argine allagando le campagne.
Nei pressi di Treviglio a Fornasotto di Canonica sugli argini del Brembo è stata fatta esplodere una carica di 50 kg. di esplosivo per far deviare le acque del fiume che minacciavano l’abitato: due case sono crollate causando un danno di circa 10 milioni. Non si segnalano vittime.
A Venezia e a Chioggia si è ripetuto ieri mattina il caratteristico fenomeno dell’acqua alta, ma in misura limitata e senza dar luogo a incidenti degni di nota. Sempre preoccupante si mantiene la situazione lungo il litorale adriatico, specialmente nella zona di Punta Sabbioni, dove la diga minaccia di cedere in più punti. Sono in corsa febbrili lavori di rafforzamento e ad ogni buon conto è stato disposto lo sgombero delle abitazioni che si trovano nelle vicinanze. Una rottura di circa 40 metri si è verificata nella diga di Santa Margherita e alcune case sono state invase dalle acque.Quasi tutti i piccoli corsi del retroterra veneziano sono straripati determinando ovunque allagamenti. Nelle altre provincie venete, quello che tiene maggiormente in allarme è il Polesine. Rovigo all’alba di ieri si è rispecchiata su una immensa livida distesa d’acqua che ricopre parecchie migliaia di ettari di campagna del Basso Polesine.In Friuli la piena del Noncello ha toccato il suo massimo ieri mattina, estendendo la zona allagata a Pordenone.
In tutta la Carnia ha ripreso a piovere; tuttavia nel complesso la situazione si può considerare migliorata. A Monfalcone, a causa dell’alta marea, tutta la zona di Panzano Bagni, che si estende per circa 60 ettari, è stata invasa dalle acque, che hanno provocato sensibili danni alle abitazioni dei pescatori e dei contadini.A Padova il Bacchiglione ha gravemente danneggiato il metanodotto; il servizio del gas è stato fatto in forma ridottissima. Si conta di poter oggi ripristinare il servizio normale, sempre che le inondazioni in corso non creino nuove difficoltà. Per effetto del guasto sono andati perduti circa 100 mila metri cubi di metano. Le acque dei fiumi e altri corsi d’acqua decrescono, cosicchè la situazione tende a normalizzarsi anche in città, dove stamane, nelle zone più basse, quando la piena aveva raggiunto il massimo, si erano prodotti nuovi atteggiamenti.
Allarmante appariva ieri sera la situazione dei torrenti e dei fiumi nel Parmense. Notevolmente ingrossati sono il Parma, il Taro e l’Enza. A Copernio e a Sacca, alla confluenza del Parma col Po, la situazione è critica, così pure a Colorno, dove la popolazione è in allarme per l’incombente minaccia di straripamento.
Nel Ferrarese risulta allagata una parte della provinciale Bologna-Ferrara, a causa del cedimento dell’argine di un canale che immette nel Reno. Nel Modenese, invece, il livello dei fiumi Panaro e Secchia è notevolmente diminuito e ogni pericolo di ulteriori allagamenti pare scongiurato.