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 2014  giugno 13 Venerdì calendario

LE SEI CARICATURE CHE SCONVOLSERO LA POLITICA CINESE


In Cina è vietato criticare i leader. Sul Blog Free Weibo sono apparse cinque delle sei caricature ufficialmente presentate al Decimo Festival Internazionale per l’Animazione di Hangzhou che ritraggono le figure cardine del partito comunista: Xi Jinping, Hu Jintao, Jiang Zemin, Wen Jiabao, Deng Xiaoping e Mao Tse-Tung. Un utente internet ha commentato le immagini, attaccando l’apparato governativo, ma è stato censurato. Ha scritto che ai tempi di Mao i funzionari di partito erano poveri. Grazie a Deng Xiaoping sono diventati milionari. Quando c’era Jiang Zemin sottraevano un sacco di soldi alle casse dello Stato. Durante il mandato di Hu Jintao si è poi diffusa la corruzione. Ora che Xi Jinping governa la Cina, i funzionari sembrano invece degli uccellini impauriti: si spaventano ad ogni piccolo rumore. E si sa, la critica politica in Cina non è apprezzata.
Eppure sempre più spesso i cinesi prendono di mira i propri leader nelle forme più o meno consentite. Forse qualcosa bolle in pentola. E internet diventa un modo per esprimere forme di dissenso, opinioni non conformi ai dettami del partito. Le immagini dei leader cinesi presentate alla mostra di Hangzhou hanno ricevuto grande attenzione da parte dei media. Sui blog sono fioccati commenti e critiche. I personaggi politici appaiono in una forma inconsueta, più vicina all’animo della gente. In realtà le caricature rivelano particolari, in un certo senso, emblematici. L’ex presidente Mao ha un’aria spavalda a dispetto del faccione e del naso a patata. Indossa l’uniforme del regime mentre saluta il popolo. Deng Xiaoping, volge la testa a est, ha due enormi orecchie, veste di blu e sorride benevolmente. Tiene in braccio due gatti, uno nero e uno bianco, che ricordano lo yin e lo yang, la completezza della filosofia cinese. Jiang Zemin porta occhiali giganti e sfodera un sorriso a braccia conserte, l’immagine di uomo di successo. L’ironico Wen Jiabao, ha una polo bianca e mostra alla gente un disegno che lo rappresenta. Hu Jintao, atletico, solleva sorpreso le sopracciglia mentre gioca a ping pong, un chiaro riferimento alle Olimpiadi di Pechino 2008. Xi Jinping, infine, sta in piedi a gambe divaricate e appoggia il braccio su una gabbia contenente il timbro rosso per i sigilli, forse un segno di giustizia. Sullo sfondo, un uccellino svolazza libero. Sulla funzione della gabbia e del volatile si sono arrovellati blogger e utenti di internet. C’è chi pensa si tratti di uno sforzo del leader per promuovere i poteri chiusi in gabbia. Altri ritengono che si alluda alla lotta contro la corruzione dilagante. E tutto ciò accade mentre la Cina è praticamente sotto assedio: i sistemi di controllo «antiterrorismo» sono alle stelle e la sorveglianza per garantire la sicurezza ha di fatto militarizzato il Paese. I cittadini cominciano a riflettere, si fanno domande sui veri motivi che spingono le autorità a simili misure. Chissà se troveranno le risposte.

Paola Benvenuto, il Venerdì 13/6/2014