Michele Serra, L’Espresso 13/6/2014, 13 giugno 2014
QUEL BAGNETTO È COSTATO UN MILIARDO
Non si placano le polemiche sul Mose. Il costo è lievitato in maniera esorbitante anche perché, per accontentare le varie clientele, sono state assegnate parecchie opere fuori preventivo, come il riempimento della Laguna con acqua di Fiuggi per non bloccare con il calcare le delicate paratie mobili, e il trasferimento delle colonie di cozze, assistite da uno psicologo, in un centro di accoglienza. Ma ha destato particolare sgomento la notizia che la diga, come ritocco finale, sarà decorata con milioni di souvenir di vetro colorato: cagnolini, gattini, gondolette con gattini, gondolette con cagnolini, perfino gondolette con gondolette. «La diga sarebbe stata l’unico luogo di Venezia sprovvisto di souvenir orribili – si giustificano al Mose – non potevamo deludere il turismo cinese».
PONTE SULLO STRETTO
Tra le altre grandi opere è, da sempre, quella più chiacchierata. Il progetto più accreditato, sfruttando l’esperienza del Mose, intendeva realizzare un ponte sommerso che emergeva dalle acque ogni tre ore per far transitare le automobili in attesa. La totale inutilità dell’opera aveva attirato il vivo interessamento di almeno tre o quattro governi. Un’altra ipotesi è quella del ponte fisso con un villaggio turistico a metà dell’arcata; una terza, alla cui ideazione pare abbia contribuito anche un chirurgo estetico, prevede di iniettare nella costa calabrese e in quella siciliana quantitativi molto ingenti di botulino fino a che i due labbri dello stretto siano così gonfi da toccarsi.
SALERNO-REGGIO CALABRIA
Procede speditamente, servono solo gli ultimi ritocchi. Mancano le uniformi dei casellanti, perché la ‘ndrangheta aveva vinto l’appalto ma ha ucciso tutti gli stilisti gay della regione, e l’unico stilista etero ha presentato un disegno poco convincente, un completo di shorts e canottiera traforata con macchie di anguria già applicate in fabbrica. Ancora incompleta anche la traforatura a fucilate dei cartelli autostradali da parte dei bracconieri locali, un tocco suggestivo che rende immediatamente identificabile il nostro Sud più autentico. Il costo complessivo dell’opera non è più quantificabile perché i tecnici del ministero non riescono a connettere il computer con il pallottoliere con il quale erano stati fatti i primi conteggi, circa un secolo fa. Pare sia comunque così elevato che qualche miliardo di tangenti sarebbero solo briciole, e passerebbero inosservate.
TRAFORO DEL MONTE BIANCO
È già stato fatto, ma un pool di imprese ha proposto di realizzarne un altro, parallelo al primo, per una spesa di diciottomila miliardi di euro, già completa di tangenti regolarmente fatturate. Lo scopo sarebbe festeggiare il centenario dalla nascita dell’ingegner Balmaud, inventore della benna a sedici denti. Sono già in corso i primi carotaggi, i secondi sono previsti per l’autunno, i terzi nel 2015 e così via fino a quando il progetto, nel 2034, verrà bocciato, ma sarà già stata spesa in carotaggi l’intera somma stanziata.
BAGNO DI SERVIZIO DI CASA PILUZZI
Il preventivo era molto ridotto, seimila euro per realizzare un secondo bagno nel trilocale di casa Piluzzi, nella cittadina di Villabrutta. Come mai, dunque, il cesso dei Piluzzi è finito tra le Grandi Opere, con una spesa finale vicina al miliardo di euro? Pare che il geometra comunale di Villarotta abbia chiesto, per sbrigare più in fretta la pratica, duecento euro; per comperare il silenzio del segretario comunale gliene ha dovuti dare trecento; da costui quattrocento al sindaco, e così via fino alla stipula del primo fido bancario per avere i contanti per corrompere; e con il sistema dei bond, il fido pro-corruzione è stato rivenduto a un fondo, il fondo a un altro fondo e così via fino a che i duecento euro di bustarella al geometra comunale sono diventati quasi un miliardo di euro. Il bagno dei Piluzzi, nel frattempo, è ancora in attesa di completamento. Il piastrellista ha già fatto sapere, amichevolmente, che non rilascia fattura.