Massimo Gramellini, La Stampa 13/6/2014, 13 giugno 2014
COATTO UNICO
All’alba del Mondiale un nuovo astro pallonaro si staglia nei cieli dell’italianità per ricordarci da dove veniamo e perché rischiamo di non andare mai da nessuna parte. Impossibile, per gli appassionati del genere epico-horror, non rimanere affascinati da un Paese capace di sfornare a getto continuo personaggi come quello a sinistra nella foto. Si chiama Massimo Ferrero, detto Er Viperetta, ed è tante cose, tra cui produttore degli amplessi filmici di Tinto Brass e, da ieri, presidente della Sampdoria, squadra di calcio che egli fatica a pronunciare a causa di un ingorgo di consonanti abbastanza indisponente per chi ha fatto del romanesco strascicato la sua lingua e forse la sua missione. Nella sfilata delle eterne maschere italiane, il maneggione simpatico sta alla Roma da magnare come il cumenda fanfarone alla Milano da bere. Il modello originale è Bernardo Tanlongo, faccendiere della Banca Romana di fine Ottocento, che aveva per tutti una barzelletta in tasca e una promessa inaffidabile in bocca. Peccato che all’epoca non esistesse ancora il calcio, calamita irresistibile per certi fenomeni. Il mistero non è perché l’italiano a sinistra della foto abbia comprato la Sampdoria, ma perché quello a destra - il serio, algido, alieno Garrone - l’abbia venduta proprio a lui.
Massimo Gramellini, La Stampa 13/6/2014