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 2014  giugno 13 Venerdì calendario

LA SFIDA DI PASCALE: «IL CENTRODESTRA DEVE BATTERSI PER LE UNIONI CIVILI»


MILANO — Francesca Pascale scende in campo. Per dire «sì alle unioni civili, sì al rispetto per la libertà individuale». La compagna di Silvio Berlusconi decide di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. In un’intervista rilasciata ad Angelo Agrippa del Corriere del Mezzogiorno dice la sua su Forza Italia e sulle polemiche che hanno attraversato il partito. A Napoli, la sua città, ma non solo.
Il primo appello è però sulle unioni di fatto: «Cristo ha detto: ama il prossimo tuo come te stesso. Non ha insegnato a fare differenza tra gay ed etero. Ecco, mi piacerebbe se il centrodestra aprisse un po’ la testolina per dire: siamo liberali fino in fondo e non soltanto quando ci interessa o quando ci fa comodo». Quanto alla Chiesa, «deve rispettare anche la libertà di uno stato laico e non confessionale». Il fastidio di Francesca Pascale è per il «bigottismo ipocrita» che non manca anche in Forza Italia: «Ci sono gli ex di Alleanza nazionale: non solo conservatori, ma anche abbondantemente maschilisti». E, in ogni caso, «si parla tanto di Europa per i problemi economici. Ma sui diritti sociali, quando pensiamo di avvicinarci al resto delle nazioni europee?».
Il sospetto dell’interesse personale, però, potrebbe venire. E Pascale lo sa: «Io parlo della mia condizione, ma non soffro se lo Stato non vuole riconoscermela. Ho scelto io, liberamente, di convivere con un uomo divorziato e mi sta bene così». Ma la compagna dell’ex premier non esita a dirsi a favore di «tante coppie omosessuali che vogliono vivere in pace. È giusto che anche il centrodestra faccia la sua parte, difendendo la libertà». E anzi aggiunge: «Alla destra vorrei dire — e non appaia come una esortazione cinica — approfittiamone ora che c’è un Papa liberale, che ha mostrato significative aperture verso divorziati e omosessuali».
Francesca Pascale non vuole troppo sbilanciarsi sui «temi sensibili» interni a Forza Italia. Non vuole, per esempio, parlare del nome del futuro sfidante di Luigi de Magistris per la carica di sindaco di Napoli. Mentre sostiene la ricandidatura a governatore di Stefano Caldoro. Quanto alla «rottamazione» della vecchia classe dirigente forzista, non ha dubbi: «Mi auguro che Forza Italia sia un partito che riconosca la leadership, senza se e senza ma, del nostro presidente. Non si può dire: Berlusconi non si tocca e, nello stesso tempo, lavorare per togliergli tutto il potere». C’è spazio anche per parlare di corruzione: «Guai a chi crede di confondere la sua posizione con quella di Berlusconi. Siamo garantisti, ma non giustificazionisti».
Di certo, Pascale non è una sostenitrice delle primarie: «Il nostro partito ha una identità diversa: non possiamo scimmiottare gli altri per sentirci democratici. La guida di Silvio Berlusconi ci ha portati a vincere per tanti anni. Ora dovremmo fare le primarie, ma per fare cosa: per nominare il responsabile del tesseramento? Viceversa, le primarie di coalizione possono essere uno strumento utile per scegliere i candidati comuni». Soprattutto, occorre «ricostruire l’organizzazione dai territori, dopo i tradimenti di Fini e di Alfano». Per concludere, Pascale fa una rivelazione: «Silvio, quando non gioca il Milan, tifa per il Napoli».