Gloria Satta, Il Messaggero 13/6/2014, 13 giugno 2014
«TORNO A TEATRO CON IL MIO DELON»
[Intervista a Claudia Cardinale] –
Torna la coppia mitica del Gattopardo: a mezzo secolo dal capolavoro di Visconti, Claudia Cardinale e Alain Delon faranno teatro insieme. «Debutteremo a Parigi l’anno prossimo, in questi giorni stiamo scegliendo il testo», racconta l’attrice nel giardino di Palazzo Farnese, dove ieri sera ha ricevuto dalla Stampa Estera il Globo d’oro alla carriera (gli altri vincitori: Il capitale umano miglior film, In grazia di Dio Gran Premio, gli attori Sara Serraiocco e Antonio Albanese, l’opera prima Zoran il mio nipote scemo, la commedia Smetto quando voglio).
Continua, Claudia: «Alain e io siamo rimasti legatissimi. Lui mi telefona con voce contraffatta: bonjour, je suis Tancredi, come il suo personaggio nel Gattopardo. Io rispondo: je suis Angelica, come il mio! Avremmo potuto avere una grande storia d’amore, invece siamo sempre stati come fratelli...». Madame Cardinale, 76 anni trionfali, bellissima e chic in Armani, una sigaretta dietro l’altra («è stato Visconti a farmi fumare in Vaghe stelle dell’orsa e non ho più smesso»), è un concentrato di energia e buon umore. Accanto a lei sgambetta il nipotino Milo, sedici mesi. Da una star del suo calibro, 141 film all’attivo e una carriera leggendaria, uno si aspetta un amarcord dietro l’altro. Invece Claudia ti snocciola i suoi mille progetti, tanto che fai fatica a starle dietro. «Giro il mondo per fare film o ritirare premi, sono ancora la Ragazza con la valigia!», scherza l’attrice prima di sbarcare al Festival di Taormina che le darà un riconoscimento e proietterà il suo nuovo film Ultima fermata.
A proposito di viaggi, davvero ha preso a schiaffi una hostess che voleva impedirle di fumare?
«Nemmeno per sogno. È una bufala che ha inspiegabilmente fatto il giro del pianeta. Le ho fatto una carezza e non stavo nemmeno fumando! Le sembra possibile che io, ambasciatrice dell’Unesco e paladina dei diritti delle donne, possa picchiare una ragazza?».
A parte il progetto teatrale con Delon, cosa fa?
«Un film dietro l’altro. Sta per uscire in Italia “Gebo e l’ombra” che ho girato con De Oliveira. Negli ultimi mesi ho lavorato in Turchia, Austria, Inghilterra. A breve sarò in Corsica sul set con Dutronc, che mi ha imposto al regista: se non c’è Claudia, gli ha detto, non ci sarò nemmeno io. E poi farò un western in Bulgaria».
Ma in Italia?
«Sarò nell’opera prima di Karin Proia “Una gita a Roma”. Adoro lavorare con gli esordienti, per loro abbasso il compenso, a volte non mi faccio proprio pagare. È il mio aiuto al cinema italiano che non se la passa benissimo».
Vede sue eredi?
«Ogni tanto si presenta una giovane attrice e mi fa: signora, tutti dicono che sono la sua sosia. Mah... chi mi somiglia davvero è mia nipote Francesca Cardinale, che comincia ora a recitare».
Cosa raccomanda alle ragazze che vogliono far le attrici?
«Di essere forti. Se non lo sei, perdi la tua identità».
Ha dei rimpianti?
«No, sono contenta della mia vita. E fatalista: quello che doveva succedere è successo».
È vero che ha rifiutato la corte di Marlon Brando?
«È vero, ma nel momento stesso in cui gli ho detto no mi sono sentita una stupida. Ho lavorato con tanti bellissimi attori, ma non sono mai cascata nelle loro braccia».
Nemmeno in quelle di Mastroianni?
«Nemmeno nelle sue. Abbiamo girato insieme il mio primo film, I soliti ignoti, poi Otto e mezzo, Il bell’Antonio, La pelle. Sempre da amici».
Cosa augura a Sofia Loren per i suoi 80 anni?
«Di non mollare, deve andare avanti così».
E a Brigitte Bardot, che ha la stessa età?
«La stessa cosa. Nel 1971 girammo insieme “Le pistolere” e tutti scommnettevano che ci saremmo scannate. Invece diventammo amiche. Una sera, a Parigi, lei si presentò in smoking e io in minigonna: quando scendemmo vestite così lungo i Champs Elysées i fotografi impazzirono».
Che fa quando non lavora?
«Giro per Parigi senza autisti o guardie del corpo. È la gente del mio quartiere a proteggermi».
Sempre contraria a botox e ritocchi estetici?
«Certo. La lotta contro il tempo è perdente... I miei genitori, che si sono amati fino all’ultimo, mi hanno insegnato che l’antidoto contro la vecchiaia è la serenità».
D’accordo, ma come fa senza “aiutini” ad avere la pelle così fresca?
«Sorrido sempre, non si era capito?».