Paolo Siepi, ItaliaOggi 12/6/2014, 12 giugno 2014
PERISCOPIO
Draghi riceve Tsipras: «Ma se mi porta il resto della Lista, farò whatever it takes per impedirlo». Maurizio Crippa. Il Foglio.
(mfimage) Napolitano: «Liberarsi degli schemi del passato». Un severo monito per non escludere un terzo mandato. Spinoza. il Fatto.
Napolitano. Fine pena, mai. Jena. La Stampa.
A Milano si fermano i taxi contro Uber. E Uber, proprio adesso, sconta le corse del 20%. Siamo mica qui a smacchiare gli amici del giaguaro. Il rompi-spread. MF.
Renzi deve passare il prima possibile dalle elezioni. A ottobre, per avere una sua maggioranza e un suo parlamento. Adesso fingono tutti di essere renziani, ma non è così. Per dargli fiducia bisogna che un suo parlamento lo legittimi. Secondo me, questo tema, lui stesso lo comincia a sentire, e lo sente con forza perché altrimenti se lo mangiano. Luigi Bisignani a Franco Bechis. Libero.
Gli elettori moderati sono rimasti a casa, ma non sono passati a sinistra. Mariastella Gelmini, coordinatrice lombarda di Forza Italia. il Giornale.
Non voto né Grillo né Casaleggio, i due, a pelo grigio e lungo, sono terribili. Oggi, gli unici rivoluzionari sono gli europeisti, ma ne sono rimasti quattro in circolazione. Philippe Daverio, critico d’arte. Sette.
Giuliano Amato era un socialista proveniente dal Psiup, cioè dall’estrema sinistra. Quando Bettino Craxi era in auge si dimostrava più craxiano dello stesso Craxi. A quei tempi, d’oro, era considerato un’intelligenza così vivida da meritarsi il soprannome di dottor Sottile. Talmente sottile da risultare trasparente. È questa eterea inconsistenza che gli consente da anni di avvicinarsi quatto quatto ai suoi obiettivi e di fregare tutti, a cominciare dai risparmiatori che in una notte del luglio 1992, con lui presidente del Consiglio e l’Italia in vacanza, si videro sottrarre dai conti correnti bancari il 6 per mille dei loro depositi. Un prelievo forzoso retroattivo. Amato andò ad annunciarlo in televisione con la sua faccia di tolla, inforcando sulla punta del naso, per darsi più tono, gli occhialetti da professore, che insieme con lo spiccato prognatismo della mandibola superiore e gli inquietanti incisivi lo rendono simile ai topini del Parmareggio. Come rosicchia lui, non rosicchia nessun altro. Appena Craxi cadde in disgrazia, fu il primo a voltargli le spalle. Pur avendo capeggiato un governo sostenuto da democratici di sinistra, comunisti e verdi, cioè da quelli che erano stati gli avversari storici del Psi, non fu scelto come candidato premier dalla coalizione di sinistra, che gli preferì Francesco Rutelli, il che dimostra la scarsa considerazione di cui gode persino presso i progressisti. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, I buoni e i cattivi. Marsilio.
Qualsiasi passeggero in partenza da un aeroporto italiano, paga, senza saperlo, il biglietto di 2 euro in più, proprio per sostenere il Fondo che serve, oltre all’Alitalia, anche per pagare i 1.350 esuberi di Meridiana fino al giugno 2015. Il tutto a spese di chi viaggia. È già previsto che dal 2016 il contributo salga a 3 euro. Ma, vista la piega presa dalla vicenda Alitalia-Etihad, non è affatto escluso che l’aumento scatti subito. il Fatto.
Ai ragazzi romani che mi chiedono consigli su come affrontare la loro vita, dico sempre una cosa: il mondo non finisce sul Raccordo anulare. Enrico Vanzina, Commedia all’italiana. Newton Compton.
In certe librerie Feltrinelli si fa fatica a trovare i libri. In quella di Parma, ad esempio, al pian terreno è piena di bottiglie di vino, di tortellini, di cancelleria, di caffè, di bomboloni, di banconi di bar, e di libri ce ne sono pochissimi. Alla fine della sala, c’è un cartello con una freccia puntata verso l’alto che dice: «I libri sono ai piani superiori». Paolo Nori. Libero.
Sono arrivati ben prima delle sei. Alla luce dell’alba hanno preso a scaricare casse e casse di frutta, verdura e merce di ogni tipo. Con rapidi gesti abituali e brevi voci lanciate l’uno all’altro hanno alzato le tende. Poi un caffè nero al bar dell’angolo, il primo ad aprire. E ora sono le otto e mezza, i banchi sono apparecchiati e le donne cominciano a arrivare: è l’ora in cui il mercato rionale di via Fauché è fragrante come pane appena sfornato. L’ora in cui ancora il pesce fresco nelle casse gocciola acqua di mare. Un ambulante attacca a cantare «Lisa dagli occhi blu», un altro chiama le clienti, «Belle donne! Belle donne, venite qui...». Dove le donne si accalcano, c’è roba buona. Mi aggrego anch’io al gruppetto che affonda le mani in un mucchio di tovaglie sgargianti. Tovaglie a papaveri, a rose, a viole. Dieci euro: non posso resistere. Mi allontano con il mio sacchetto stretto in mano, come un bottino.
Passo in rassegna i banchi con la soddisfazione di un generale che esamini le sue ben allineate truppe. Falangi di fragole luccicano accanto alle prime pesche e albicocche, ai cavolfiori giganti, alle zucchine coi loro fiori color oro. Tanta abbondanza di frutta bella e dolce mi commuove. Sembra un dono dell’Eden, e queste mele rosse fiammanti non somigliano forse a quella di Eva? Vado oltre, in una scia di profumo di basilico. Marina Corradi. Avvenire.
Era una sera mite e dorata, senza un alito di vento, non troppo calda, la fine di una giornata stupenda, e un’ombra deliziosa si allungava come un’ala sui campi e sulle strada poco prima devastati dai bombardamenti. Dal bosco vicino veniva come un leggero profumo di fragola. A tratti lo si coglieva nell’aria resa irrespirabile dalle esalazioni di benzina e di fumo. Le macchine avanzavano di pochi centimetri alla volta. A un certo punto passarono su un ponte, sotto il quale alcune donne lavavano tranquillamente i panni nel fiume, e quelle immagini di pace accentuavano, per contrasto, tutto l’orrore e l’anormalità degli eventi. In lontananza, il mulino faceva girare la sua ruota. Irène Némirovsky, Suite francese. Adelphi.
Avete osservato che il telefono, di notte, squilla più forte? È violento come una minaccia. Vuole che tu corra subito, ha qualcosa di brutto da dirti, e vuole dirtelo adesso. Se poi la notte è quella della domenica, una brutta notizia che ti arriva non può che essere un disgrazia. La domenica è il giorno più pericoloso della settimana. Ferdinando Camon, La mia stirpe. Garzanti.
Il luogo ideale per fare l’amore è ovunque. Roberto Gervaso. il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 12/6/2014