Enrico Franceschini, la Repubblica 12/6/2014, 12 giugno 2014
DA J.K. ROWLING UN MILIONE PER SCONGIURARE L’ADDIO DELLA SCOZIA
LONDRA.
Harry Potter contro Braveheart: potrebbe riassumersi così, a questo punto, il referendum per l’indipendenza in programma in Scozia nel settembre prossimo. J.K. Rowling, la scrittrice più famosa del mondo, è nata in Inghilterra ma vive da 21 anni a Edimburgo, dove viene considerata una sorta di monumento vivente. Eppure l’autrice della più fortunata serie di romanzi di tutti i tempi ha deciso di scendere in campo contro i separatisti, pronunciando la sua opposizione al progetto di divorziare dalla Gran Bretagna in modo che non poteva passare inosservato: ha donato un milione di sterline a “Better Together” (Meglio Insieme), la campagna per il “no” all’indipendenza. È la donazione più alta ricevuta dalla campagna anti-indipendentista: del resto i soldi alla Rowling non mancano. Con più di 200 milioni di copie vendute in tutto il mondo, senza contare i diritti sui film e su tutto il resto, è oggi una delle donne più ricche del Regno Unito, con un patrimonio stimato in 350 milioni di sterline, più grande di quello della regina Elisabetta.
Ma al di là del denaro è la sua decisione di impegnarsi per mantenere unito il paese che assesta un duro colpo ai nazionalisti scozzesi. «L’indipendenza ha un alone romantico che affascina anche me, ma più ci penso, più mi rendo conto delle incertezze che comporta», afferma la scrittrice sul proprio sito. «Gli indipendentisti vogliono demonizzare chiunque non sia a favore. Io stessa, pur volendo continuare a vivere in Scozia per il resto della mia vita, ho l’impressione che qui alcuni mi giudichino non sufficientemente scozzese. Ho grande ammirazione per gli scozzesi, penso che siano capaci di grandi cose, ma credo che chi vuole l’indipendenza abbia minimizzato i rischi del ritrovarsi da soli».
Negli ultimi sondaggi, i “sì” all’indipendenza hanno guadagnato terreno, ma i “no” restano per il momento in netto vantaggio, 48 a 40 per cento (con un 12 per cento di indecisi). La campagna per il “no” è stata criticata perché ha cercato più che altro di spaventare gli scozzesi sulle conseguenze di una secessione: i rischi per il business, l’impossibilità di conservare la sterlina come valuta, la difficoltà di restare automaticamente nell’Unione europea. Alex Salmond, il premier nazionalista scozzese, afferma che più Londra cerca di intimorire la Scozia, più la Scozia sarà determinata a votare sì con lo spirito di Braveheart, il leggendario combattente reso popolare dal film con Mel Gibson. Ma ora sul fronte opposto, invece che noiosi uomini politici, c’è un avversario all’altezza: J.K. Rowling. Anzi, Harry Potter. Forse con i trucchi del maghetto, la Gran Bretagna riuscirà a rimanere unita.
Enrico Franceschini, la Repubblica 12/6/2014