Paolo Levi, La Stampa 11/6/2014, 11 giugno 2014
L’IRA DI LE PEN CONTRO MARINE “MI HAI PUGNALATO ALLE SPALLE”
Oscurato, censurato, ammutolito. Per Jean-Marie Le Pen è l’umiliazione più grande. Da ieri, il presidente onorario del Front National non potrà più esprimersi sul sito Internet del partito da lui stesso fondato oltre 40 anni fa, nel 1972, insieme a un gruppo di neo-nazisti e nostalgici dell’ex impero coloniale. Nello psicodramma politico-familiare che scuote la galassia lepenista, dopo l’ultima provocazione del «patriarca» nei confronti del popolare cantante di origini ebraiche Patrick Bruel («Critica il Fronte? La prossima volta ne faremo un’infornata...»), la decisione più drastica e inattesa l’ha assunta ieri la figlia Marine, che ha scelto di censurare il padre.
Come? Togliendoli il «Journal de Bord», il videoblog settimanale, pubblicato ogni venerdì sul sito del Fronte. Una finestra in cui il vecchio parlamentare di 85 anni - appena rieletto per un terzo mandato all’Assemblea di Strasburgo - discettava di massimi sistemi, magari ricorrendo alla notevole verve linguistica per pronunciare battute di stampo razzista e antisemita. Un vero problema per la figlia Marine, che nel 2011 ha preso le redini del Front National e sta facendo di tutto per dargli un’immagine più moderata e moderna, anche se il nazionalismo, l’eurofobia e la lotta all’immigrazione restano il marchio di fabbrica. Sincera o tattica che sia, l’opera di maquillage politico messa in campo dalla «dama nera» - che dopo l’exploit nel voto europeo del 25 maggio sogna l’Eliseo nel 2017 - non poteva più essere messa a repentaglio dalle provocazioni di papà.
Di qui l’estremo ricorso alla museruola. Una decisione che il diretto interessato non ha preso nel migliore dei modi. «Mia figlia - ha tuonato Le Pen in un’intervista a “Les Inrockuptibles” - mi ha pugnalato alle spalle. A 85 anni non ho alcuna intenzione di cambiare. Se gli do fastidio, possono anche uccidermi. Io di certo non mi suicido». In questo sorta di «Dinasty» dell’estrema destra questioni politiche e famigliari sono legate. «Marine non mi ha neanche onorato di una telefonata - protesta Le Pen -. Penso che si vergogni perché in qualche modo ha accreditato il processo alle intenzioni degli avversari del Fn. Sa che ho il senso del dovere e che odio il tradimento». L’annuncio della rimozione del «Journal de Bord» è arrivato ieri dall’avvocato del Fronte, Wallerand de Saint-Just, che ha invocato problemi giuridici. «Marine non può più permettersi di ricevere denunce per le parole del padre», hanno spiegato fonti vicine al partito.
Paolo Levi, La Stampa 11/6/2014