Claudio Marincola, Il Messaggero 12/6/2014, 12 giugno 2014
MASI: «ABBIAMO PERSO LA SINTONIA CON IL PAESE»
ROMA Tecnici contro mezzibusti. Impiegati contro giornalisti. Mai come questa volta sono in crisi non solo le relazioni sindacali tra le diverse categorie ma anche i rapporti personali tra chi lavora nella stessa azienda. Marcello Masi, direttore del Tg2 è in Rai dal 1987.
Una volta si diceva: quando i lavoratori si dividono il sindacato ha già perso.
«La mia posizione è stata sin dall’inizio contro lo sciopero. Ero contrario e lo sono tuttora, pensavo che non sarebbe stato compreso. Al tempo stesso rispetto la scelta di chi invece ha deciso di non lavorare. L’informazione è un prodotto corale».
Con un governo diverso, magari di centrodestra, l’Usigrai, il sindaco interno dei giornalisti, avrebbe sospeso lo sciopero?
«Detto che non sono iscritto all’Usigrai, penso che l’attuale segretario e il suo esecutivo stiano vivendo la crisi più grave della storia della Rai. C’è uno scollamento della Rai con il resto del Paese. Tra la gente sta passando la percezione che tutta l’azienda sia una casta. E non è così».
Si, ma non ci ha risposto...
«Probabilmente no, l’Usigrai non avrebbe scioperato».
Gli sprechi non mancano. Non lo dice solo Renzi, lo dice anche la Corte dei conti.
«Credo che questa direzione generale abbia già fatto e stia facendo molto in questo senso: 88 milioni di risparmi non sono pochi».
Certi stipendi gridano vendetta.
«Non sono lontanamente paragonabili ai compensi di certe tv private nazionali. Il mio, ad esempio, è abbondantemente inferiore al tetto stabilito dal governo».
La Rai si salverà?
«É una grande azienda e lo dimostrano anche i suoi numeri di share. Se riusciremo a ritrovare la sintonia con il Paese, ci riformeremo e supereremo questo brutto momento».