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 2014  giugno 12 Giovedì calendario

NON SI RESTA DELINQUENTI PER LA VITA LA FRANCIA «COPIA» LA LEGGE GOZZINI


«La delinquenza non è un comportamento che dura tutta la vita», dice a Le Monde il francese Philippe Pottier, direttore della Scuola nazionale dell’amministrazione penitenziaria d’Oltralpe, a sostegno della riforma carceraria che il Parlamento di Parigi si appresta ad approvare. Ha ragione: chi sbaglia o commette reati una volta, non è detto che continui a farlo sempre. Anzi, normalmente avviene il contrario, a parte i delinquenti seriali o «professionali». Ecco perché in Francia il ministro della Giustizia vuole introdurre, per i condannati a pene inferiori a 5 anni, la possibilità di non andare in galera introducendo la cosiddetta «costrizione penale»: obblighi e proibizioni da rispettare sotto il controllo del giudice.
Con le debite proporzioni e differenze, è quello che in Italia prevede l’affidamento in prova ai servizi sociali, applicabili ai condannati sotto i 4 anni di prigione o a chiunque abbia un residuo di pena della stessa entità (fatte salve alcune eccezioni). Per una volta la legislazione italiana viene presa a esempio, e ci sarebbe da esserne fieri. Un motivo in più per applicare bene, da noi, quella norma. Cominciando a dotare gli uffici dei giudici di sorveglianza di più personale e di strutture più adeguate, per meglio decidere a chi concedere i benefici e a chi no. Perché s’è dimostrato che, attraverso le pene alternative e i cosiddetti «percorsi personalizzati» durante il periodo di detenzione, la recidiva (cioè la tendenza a reiterare reati) diminuisce. «Eliminarla del tutto non si può, ma diminuirla sì», sostiene ancora Pottier; e ha ragione ancora una volta.
La dimostrazione arriva sempre dall’Italia dove, dalla legge Gozzini in poi (1986), le riforme che tendono ad anticipare l’uscita dal carcere rispetto al famigerato «fine pena» hanno modificato in meglio, nella stragrande maggioranza dei casi, i comportamenti dei condannati, dentro e fuori le prigioni. Nonostante alcune «controriforme» e le difficoltà derivanti da un sistema carcerario al quasi-collasso e sanzionato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha rinviato le sanzioni sulla base di qualche intervento d’urgenza deciso dal governo e le promesse di nuove misure. Le parole dell’alto funzionario francese sono un ulteriore stimolo a proseguire su quella strada, senza fermarsi e tantomeno tradire le aspettative.